(nuovi campi, nuovi giocatori)
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Il tempo nuovo è portatore di nuove esigenze in campo lavorativo, oltreché sociale
Profondi cambiamenti vengono suggeriti ogni giorno da nuove dinamiche organizzative innescate dall’esigenza di qualità che ha coinvolto ogni settore dell’economia.
Si manifestano nuove attese
Le Aziende reclamano patti sociali che tengano realmente conto dei nuovi gravosi impegni che essere Impresa oggi prevede: sull’esterno, a contatto con il cliente che manifesta attese di qualità sempre più elevate e all’interno dell’Organizzazione nei confronti di collaboratori che necessitano di una Leadership, di un Coordinamento, di una Guida sempre più coinvolgenti e partecipativi.
Nuove Teorie di Organizzazione del Lavoro indicano precisi obiettivi di qualità da conquistare dentro e fuori l’Azienda:
- A livello di procedure tecniche sempre più specialistiche
- Nell’impatto con il cliente
- Nell’azione di formazione, motivazione e animazione del personale
E’ abbastanza chiaro che la preparazione -da parte di tutti- per pianificare la realizzazione di questi obiettivi ha come punto di forza un cambio di mentalità e di atteggiamenti:
- Verso il proprio gruppo di lavoro
- Nei confronti del mercato
Chi accetta la sfida di occupare un ruolo di gestione e soluzione dei problemi (in qualsiasi tipo di struttura) deve prevedere -in questo quadro- un tempo per la formazione, deve dedicare nuove attenzioni a un tipo di Cultura d’Impresa mirata alla crescita professionale di tutti e alla preparazione -da parte di ognuno- nell’affrontare il cambiamento strutturale e di assetto organizzativo-sociale in corso.
All’interno della propria squadra di lavoro é fondamentale che ognuno si assuma la responsabilità di diventare personaggio chiave di una Leadership di Servizio molto importante per l’intera struttura; diventa fondamentale che ognuno sia pronto anche psicologicamente ad affrontare il proprio pubblico interno ed esterno.
Il pubblico, interlocutore esterno o interno (cliente; socio; collega; collaboratore; capo...) non sempre comprende le decisioni mirate a migliorare i percorsi di lavoro: spesso pensa di essere penalizzato ingiustamente, a causa delle complessità che i nuovi assetti organizzativi richiesti comportano.
Gli esperti di qualità insistono nell’affermare che in ogni settore è oggi possibile arrivare all’ideale della massima resa con minimi costi, una regola che suggerisce come obiettivo l’eliminazione graduale del controllo finale della qualità, per garantirla in ogni fase del lavoro attraverso un corretto e costante coinvolgimento delle persone impegnate.
Ognuno può aumentare, attraverso un piano di formazione adeguato, la possibilità di prevenire (nei limiti che un rinnovato e corretto modo di gestire possono consentire) future situazioni d’impasse.
Il mondo del lavoro è in profonda trasformazione e tutti ne sappiamo qualcosa, poiché siamo chiamati costantemente a:
- Aumentare le nostre capacità tecniche e organizzative
- Utilizzare al meglio le nostre capacità naturali
Occorre cercare e trovare le strategie per:
Una delle immagini di riferimento più efficaci che la teoria della Qualità Totale oggi presenta è certamente quella della grande orchestra nella quale tutti, dal primo violino al rumorista, devono suonare in modo eccellente e soprattutto intonati con tutti gli altri.
Ognuno che lavora per garantire la qualità attesa dal proprio pubblico di riferimento è oggi da considerare un importante elemento di una grande orchestra e le Organizzazioni -sia pubbliche che private- devono saper garantire questo tipo di integrazione.
Per concludere: l’ipotesi partecipativa suggerita dalle nuove attese del nuovo mondo del lavoro tende a mutare radicalmente le regole e le abitudini acquisite.
Sono pertanto comprensibili i vissuti di smarrimento, di perplessità e di inconscia resistenza al cambiamento spesso rilevati.
Queste barriere non sono rappresentate da mancanza di preparazione tecnica.
Spesso manca la consapevolezza dell’importanza del risultato positivo (professionale e umano) che è fondamentale far scaturire da qualsiasi prestazione individuale. E non soltanto per i ritorni positivi d’immagine e di organizzazione del lavoro, poiché sono tanti gli effetti benefici sul piano individuale che la riuscita produce in chiunque operi con qualità a un progetto, a una idea.
Il cambiamento di ottica prospettato è molto ambizioso:
- Dalla burocrazia all’efficienza
- Dall’autoritarismo alla collaborazione
- Dal puro interesse per i bilanci e i dati di esercizio, all’estensione dell’interesse per aspetti meno tangibili e a locomozione più lunga come: valori, prospettive, integrità; con conseguente necessità -da parte di tutti- di fornire un contributo più adeguato e speciale
- Recupero di consapevolezza ed entusiasmo di ognuno verso il proprio ruolo lavorativo
- Difesa e sostegno dell’innovazione da parte di tutti
- Fiducia e visione prospettica
- Capacità di fare cose nuove, ma di farle in modo nuovo, senza compromessi per quanto riguarda i sistemi di valori: esigenti con se stessi per cercare e trovare il proprio contributo innovativo.
Talvolta i ruoli lavorativi vengono occupati con sopportazione e profonda sofferenza.
Le informazioni, le disposizioni, gli ordini di servizio, i regolamenti, i mansionari, vengono vissuti come solite e fastidiose raccomandazioni.
Occorre pertanto riconoscere a chi lavora con noi tutta l’importanza necessaria, fornendogli occasioni di nuova professionalità. Lo scopo é di consentirgli di affrontare idee, progetti e percorsi lavorativi nuovi, puntando a prestazioni di reale qualità.
Il modo più idoneo e meno dispersivo per intessere con i collaboratori un nuovo tipo di discorso organizzativo in grado di giustificare la pretesa di possedere una natura formativa è quello di analizzare con tutte le persone coinvolte la possibilità concreta di vivere il loro ruolo indirizzando gli sforzi -oltreché verso il completo soddisfacimento delle esigenze organizzative e di mercato- verso la ricerca della gratificazione personale. Quantomeno verso l’eliminazione e la prevenzione degli effetti negativi prodotti dal vivere in modo sbagliato situazioni che rappresentano il quotidiano.
(continua)
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