E così ci siamo lanciati in una nuova piccola avventura: il podcast di Caos Management. Un po’ alla garibaldina.
Il primo inciampo è che non avevamo così chiara la differenza tra un audio libro e un podcast. Eravamo arrivati a capire che il nostro sarebbe stato un “audio articolo” giusto perché avevamo abbastanza chiara la differenza tra “libro” e “articolo”.
Ma non era abbastanza.
Allora siamo andati a vedere sul dizionario Oxford Languages la definizione di podcast:
«Trasmissione radio diffusa via Internet, scaricabile e archiviabile in un lettore Mp3».
Sintetica ma insufficiente. Presi da questa frenesia di provare le novità lo abbiamo chiesto all’Intelligenza artificiale, che così l’ha definito:
«Un podcast è un programma audio digitale, spesso serializzato in episodi, che viene distribuito attraverso Internet e può essere ascoltato in streaming o scaricato per l’ascolto offline. La parola “podcast” è un neologismo derivante dalla fusione di “iPod” e “broadcast”»
In altre parole, un podcast è una trasmissione radiofonica diffusa via Internet, simile a una serie TV ma in formato audio, che può essere ascoltata su richiesta da chiunque.
Questa definizione ci ha riportato ai primi anni del dopoguerra quando la radio trasmetteva gli audioracconti. E questo ci ha avvicinato a capire come poteva essere strutturato un podcast.
Non si trattava solo di leggere, con buona intonazione e le giuste pause, il testo di un articolo che avevamo scritto “analogicamente” per la rivista. Questo sarebbe stato un “audio libro” o, meglio, un “audioarticolo”.
Il podcast era di più. Richiedeva una colonna sonora, meglio se più voci narranti, certamente con una sceneggiatura riscritta per trasmettere i contenuti, le idee portanti dell’articolo, ma con approfondimenti, incisi, domande.
Capito meglio di che cosa si trattava ci siamo spaventati per le energie che ci avrebbe richiesto: rompere i gabbassisi prima ai parenti e poi agli amici per chiedere di fare la seconda o terza voce narrante; poi trovare le musiche giuste (facendo finta di non sapere niente sulla questione dei diritti); poi riscrivere la sceneggiatura, ampliare i contenuti. Insomma era molto peggio che scrivere un secondo articolo.
Di certo non una cosa che si poteva fare tutti i mesi: al massimo una, due volte all’anno.
E qui ci è venuta in soccorso proprio la causa del problema: l’avanzamento della tecnologia. Mentre ci domandavamo “ma chi ce lo fa fare?” è uscita la versione italiana di Notebook LM di Google. Abbiamo provato la funzione “panoramica audio” e … miracolo ecco un podcast più che pregevole. Non ci credete? Ascoltate l’intonazione, il taglio, gli approfondimenti, le domande aperte.
Cos’è, dunque, un podcast? E’ un testo originale che non legge ma ripropone, con approfondimenti, il testo scritto dal sedicente homo sapiens, cioè da noi. Questo che vi proponiamo è elaborato dalla IA Notebook LM e ciò che è intrigante è proprio vedere come viene modificato e rielaborato il testo dell’articolo. Se ascolti uno devi leggere l’altro. Se no che divertimento c’è!
Beh, almeno fino alla fine del 2025 l’abbiamo sfangata, poi vedremo quali novità l’IA ci consegnerà.