Il 7 giugno si è celebrata la Giornata mondiale della sicurezza alimentare (World Food Safety Day, WFSD) istituita dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite nel 2018 e promossa dalla FAO e dall’OMS.
L’Italia sulla base di studi e dati recenti può essere soddisfatta di quanto si é finora fatto, e si continua a fare, a partire dalla vendita di agrofarmaci, temuti inquinanti dei nostri cibi: è diminuita del 44 %.
La nostra filiera agroalimentare vale 620 miliardi, con un rendimento per ettaro coltivato pari a 3000 euro, il doppio della Francia.
Nei nostri alimenti -quelli testati coprono completamente lo spettro alimentare-, dai cereali ai legumi, dalla frutta alle verdure, da olio a vino risultano assenti pesticidi, residui ormonali, ogm, residui di cibi sintetici rispetto ai quali il divieto quasi assoluto è servito di buon esempio per altri Paesi a partire dagli Usa.
L’Italia è il Paese leader in Europa per numero di prodotti Dop e Igp.
Le nostre aziende biologiche sono la flotta in materia più potente di Europa ed anche del mondo, giustificando un dato significativo della ricerca: gli alimenti importati contengono residui di trattamento chimici 8 volte più concentrati rispetto a quelli tricolore. Questo obbliga a richiedere la reciprocità degli standard di sicurezza, il che può mantenere vive alcune barriere commerciali, ma la sicurezza dei cittadini è caratteristica irrinunciabile.