Nella complessa tessitura del nostro tempo, fatta di velocità, fragilità e un incessante rumore di fondo, la ricerca di ciò che è autentico, prezioso e difficilmente reperibile assume un valore quasi terapeutico. La rubrica “Perle rare”, pubblicata su Caosmanagement.it, nasce proprio da questa necessità: dare voce e visibilità a persone, progetti e iniziative che, con il loro agire, si distinguono per qualità non comuni – visione, dedizione, coraggio, azione – divenendo esempi da conoscere e apprezzare. 

Oggi, nel nostro primo appuntamento, vi portiamo in un luogo lontano, nel cuore degli Altipiani Meridionali della Tanzania, per scoprire una di queste “perle”: Padre Marco Turra, missionario della congregazione dei Missionari della Consolata ed amministratore del Consolata Hospital Ikonda. Un uomo che ha scelto di vivere la sua vita in un “altrove” fatto di sfide quotidiane, profonda umanità e una missione che va ben oltre l’assistenza sanitaria.

Il contesto: una Tanzania di contrasti e sfide sanitarie

La Tanzania è un paese vasto e culturalmente ricco dell’Africa orientale, con una popolazione giovane e in crescita che supera i 59 milioni di abitanti. Nonostante la sua bellezza e diversità, affronta criticità significative nel settore della salute pubblica. Nelle aree rurali, in particolare, la qualità dei servizi sanitari è bassa a causa della scarsità di risorse umane e infrastrutture mediche. Le statistiche sanitarie rivelano un quadro difficile: l’accesso all’acqua potabile e ai servizi igienici è limitato; la mortalità infantile è elevata, con la malaria come principale causa di morte tra i bambini dopo il periodo neonatale; l’AIDS rappresenta la principale causa di morte per gli adulti; e il tasso di mortalità materna rimane alto, spesso legato a gravidanze precoci o alla carenza di servizi adeguati. È in questo scenario di urgente necessità che l’Ospedale Consolata di Ikonda opera come un faro.

Il Consolata Hospital Ikonda: un pilastro di salute e speranza

Fondato nel 1963 dai Missionari della Consolata e inaugurato ufficialmente nel 1968 dal Presidente Julius K. Nyerere, il Consolata Hospital Ikonda è un’istituzione privata, senza scopo di lucro e di ispirazione cattolica. Situato a 2050m sul livello del mare nel distretto di Makete, l’ospedale è cresciuto fino a diventare un centro nevralgico per l’intero distretto, influenzando positivamente l’economia e l’aspetto del villaggio circostante. La missione dell’ospedale è chiara e potente: fornire assistenza sanitaria generale di qualità a coloro che ne hanno seriamente bisogno, con elevati standard di professionalità, empatia e compassione. Il motto programmatico è “sempre il miglior servizio al prezzo più basso”. Questo approccio a basso costo è una risposta diretta alla diffusa povertà delle comunità locali, garantendo l’accesso alle cure anche a chi altrimenti non potrebbe permettersele. Dal 2018, l’ospedale è riconosciuto come istituzione caritatevole, a testimonianza del suo impegno disinteressato.

L’ospedale è una struttura imponente per il contesto: si estende su 60 acri di terreno, con 90 edifici tra cui l’ospedale vero e proprio, alloggi per il personale, laboratori e officine. La sua capacità ricettiva è di 404 posti letto, e accoglie quotidianamente una media di 250-300 pazienti ambulatoriali, molti dei quali provengono da distretti e regioni diverse. Dispone di un’ampia gamma di reparti e servizi, dall’OPD con uffici medici, unità dentali, oftalmologia e otorinolaringoiatria, ha tredici diverse aree di degenza tra cui Pediatria, Maternità, Terapia Intensiva (ICU), Ortopedia e Urologia. Le capacità diagnostiche sono notevoli, includendo Laboratorio, Radiologia con TAC, risonanza magnetica,ecografia, Endoscopia, ECG ed Ecocardiografia. Il blocco operatorio comprende sei sale chirurgiche maggiori.

Le attività nel 2024: cifre che raccontano una dedizione immensa

Il report annuale 2024 offre una panoramica dettagliata dell’impressionante volume di attività svolte. L’ospedale ha registrato 19.237 ricoveri, eseguito 5.254 interventi chirurgici maggiori e 1.643 interventi minori. Le nascite assistite sono state 1.439, di cui ben 932 (il 64.7%) tramite taglio cesareo, un dato significativo che riflette la complessità dei casi gestiti, molte madri arrivano con gravidanze a rischio o con precedenti cesarei anche da altri distretti. Le visite ambulatoriali (OPD) hanno raggiunto quota 88.560. Ma l’attività si estende a moltissimi altri servizi specializzati:

  • 8.241 visite alla clinica HIV (CTC),
  • 14.271 visite RCH (Salute Materno-Infantile),
  • 3.124 trattamenti dentali,
  • oltre 315.000 esami di laboratorio e oltre 63.000 procedure di radiologia.
  • Anche la fisioterapia ha un ruolo importante, con 7.772 sessioni.

Questi numeri sono resi possibili da un personale dedicato che nel 2024 contava 413 unità, tra medici (inclusi specialisti come chirurghi, ortopedici, urologi, ginecologi, internisti, radiologo), personale infermieristico, tecnici di laboratorio, farmacisti, personale amministrativo e di supporto. Il personale è supportato da contributi del governo centrale e del distretto, che riconoscono i servizi forniti. L’ospedale investe anche nella formazione, supportando quattro medici e un amministrativo in percorsi di specializzazione universitaria. Un contributo cruciale viene dai medici volontari specializzati provenienti dall’Europa, registrati presso il Medical Council of Tanganyika. La loro presenza è vitale sia per i pazienti che per la formazione del personale locale. L’elenco dei volontari attivi nel 2024 include specialisti in chirurgia pediatrica, radiologia, chirurgia generale, otorinolaringoiatria, pediatria, malattie infettive, ortopedia, cardiologia, gastroenterologia e anatomia patologica.

L’ospedale gestisce programmi specifici per rispondere ai bisogni del territorio:

  • Trattamenti gratuiti per bambini. Dal 2006, tutti i bambini sotto i 10 anni residenti nel distretto di Makete ricevono cure gratuite, sia ambulatoriali che con ricovero.
  • Programmi “Mtoto Makete” e “Mama Makete”. Nel 2024, somme significative sono state spese per sostenere la salute di bambini e madri del distretto.
  • Programmi CTC e Food Program. Attività dedicate alla clinica HIV e all’assistenza alimentare per prevenire e trattare la malnutrizione, attivi anche attraverso cliniche mobili nei villaggi circostanti.
  • Workshop protesi e ortesi. Dal 2016, un laboratorio specializzato produce arti artificiali e supporti ortopedici, lavorando in stretta sinergia con il dipartimento di fisioterapia e ortopedia. Nel 2024 sono stati prodotti 203 articoli tra protesi e ortesi.

La farmacia dell’ospedale gestisce oltre 500 articoli e garantisce la disponibilità di farmaci essenziali, producendo internamente alcune soluzioni per infusione e preparazioni dermatologiche. Il rifornimento avviene attraverso una rete complessa che include fabbriche locali, importatori, distributori e grossisti tanzaniani, oltre ai farmaci forniti gratuitamente dal governo tramite i programmi nazionali (ARV, anti-TB, vaccini, test rapidi per malaria e HIV).

Nonostante l’impegno, le sfide permangono. La carenza di sangue fornito dalle strutture regionali causa ritardi negli interventi chirurgici. La complessità dei casi trattati è alta, come dimostrano i dati sui tagli cesarei, i decessi ospedalieri (427 nel 2024), e l’alto numero di test diagnostici (laboratorio, radiologia).

Oltre i numeri: empatia e costruzione di relazioni

Marco Turra è arrivato a Ikonda sette anni fa (un periodo più lungo dei cinque menzionati in alcune fonti, ma confermato dalla sua lunga e profonda immersione nella realtà locale) assumendo la direzione di questo complesso organismo. Il suo ruolo, come ci ha raccontato, non è solo amministrativo o medico. La presenza dei padri missionari diventa un **”ponte tra due mondi”**, un punto di riferimento spirituale, un gesto di solidarietà e speranza. Le sfide sono quotidiane: barriere linguistiche, differenze culturali, difficoltà logistiche e il confronto costante con la sofferenza umana. Eppure, è proprio in queste difficoltà che la fede e il senso della missione si rafforzano. L’esperienza in Tanzania è un cammino di crescita umana e spirituale.

La parola chiave che Marco Turra usa per descrivere questo percorso è **”empatia”**. Il vero valore del lavoro a Ikonda risiede nell’amore gratuito, nella speranza e nell’empatia mostrata in ogni piccolo gesto. Marco sottolinea che la vera missione non è semplicemente “portare cose”, ma “costruire fiducia” e relazioni autentiche, basate sull’ascolto e sulla condivisione. Questo richiama potentemente il messaggio di Papa Leone XIV sulla parabola del Samaritano: siamo chiamati a essere umani prima di essere credenti. La vita è fatta di incontri, e di fronte alla fragilità dell’altro, dobbiamo scegliere se prenderci cura o fare finta di niente. La fretta spesso ci impedisce la compassione; il Samaritano si ferma non per obbligo religioso, ma perché è un uomo di fronte a un altro uomo bisognoso. La compassione si traduce in gesti concreti: avvicinarsi, coinvolgersi, “sporcarsi” per farsi carico del peso della sofferenza altrui, non trattare l’altro come un “pacco da consegnare”, ma come qualcuno di cui prendersi cura. L’ospedale di Ikonda, sotto la guida di Marco Turra, incarna  profondamente questa chiamata all’umanità e alla compassione. È un luogo dove ci si ferma davanti all’altro, riconoscendo in lui una parte di sé.

Una perla rara che ispira

La storia di Marco Turra e del Consolata Hospital Ikonda è un invito potente a riflettere sull’impegno disinteressato e sulla fede vissuta non come un insieme di dogmi, ma come un dono da condividere con il mondo. È un esempio luminoso di come, anche nei contesti più difficili e segnati dalla povertà e dalla sofferenza, sia possibile trovare senso e speranza, e di come la vera “perla rara” possa emergere proprio dalla capacità di portare luce nel quotidiano attraverso l’empatia e la dedizione.

Un sogno che osa diventare realtà “SOGNARE E’ OSARE” di Santina Pitrone

Quando si accende un sogno, c’è una lucina sottile che il tempo delirante e insensato spegne, mentre andiamo verso un luogo impalpabile senza veli o confini… Immaginare è volare senza ali, toccare il cielo con lo sguardo, scoprire mondi nascosti tra le pieghe dell’anima in attesa di un soffio di vento leggero,… Si aprono orizzonti colorati tra luci e ombre tra passato e presente, tra desideri disarmanti e meraviglie, tra promesse e piccoli inganni segreti… Sognare è osare, posare lo sguardo dove la magia dell’universo si cela, dove il pensiero si assopisce, dove l’anima si perde in un mondo onirico sconosciuto lontano…
Un sogno che prende corpo nel reale. Nel cuore dell’Africa, in un villaggio della Tanzania dove la vita lotta ogni giorno per imporsi sul silenzio e sulla povertà, Marco Turra ha scelto di osare. Di sognare. Di credere che anche tra le pieghe più dimenticate del mondo si possa immaginare un futuro diverso, fatto di ascolto, relazioni, cura e speranza. La poesia “Sognare è osare” di Santina Pitrone sembra descrivere, con l’intuizione del poeta, ciò che Marco ha realizzato con la determinazione dell’agire: guardare oltre il visibile, farsi portatore di un sogno che si intreccia al bisogno reale. In un contesto che potrebbe spegnere ogni desiderio —“il tempo delirante e insensato”— egli ha invece acceso una piccola “lucina sottile”, creando orizzonti nuovi dove prima c’erano solo ombre. Sognare, in questo senso, non è evasione. È visione responsabile. È scelta concreta di posare lo sguardo dove la magia dell’universo si cela, come scrive Pitrone, e di incarnare quella visione là dove il mondo ha più bisogno di bellezza e coraggio. Con questo inserto poetico, Perle rare vuole affiancare alla testimonianza di vita di Marco Turra una dimensione lirica e interiore, invitando chi legge a coltivare il sogno come gesto rivoluzionario, a qualunque latitudine ci si trovi.

Vi invitiamo ad approfondire questa straordinaria esperienza ascoltando il podcast “Perle rare – Episodio 1: Marco Turra e Ikonda“, disponibile sul nostro sito. E a lasciarvi ispirare da questa figura che, con umiltà e forza, dimostra che il caos del mondo può essere attraversato e trasformato da gesti concreti di umanità e cura.

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Il podcast che potete ascoltare, è elaborato dalla IA Notebook LM, costruito a partire dalla scrittura originale del suo autore umano. Lo consideriamo un complemento, non è una replica, è un’interpretazione!