due parti

 

 

Persone:

Seneca, Lucio Anneo Seneca ( 4 d.C. – 65 d.C),  è stato un filosofo, drammaturgo e politico romano, esponente dello stoicismo eclettico di età imperiale, o nuova Stoà, attivo in molti campi, compresa la vita pubblica, alla quale, in qualità di senatore e questore, diede un impulso riformatore.

 

Metronatte, filosofo stoico, Era uno stoico e abitava nell’attuale zona di via Anticaglia, il decumano superiore, poco distante dal teatro di Neapolis in cui si esibì Nerone e dall’Odeion. Era all’interno della sua abitazione che teneva la scuola di filosofia stoica; Seneca era solito andarlo ad ascoltare ogni qualvolta veniva in città. Metronatte teneva lezione ogni giorno all’ora ottava, ovvero all’incirca a mezzogiorno.
Non era molto famoso, ci avrebbero pensato le sue opere a renderlo immortale – e assai più degno di un Nerone canterino –  grazie all’affetto di  uomini come Seneca e il suo amico  Lucilio.

                                   

Lucilio, Lucilio il Giovane chiamato da Seneca Lucilius Iunior  è stato un poeta e storico romano vissuto nel I secolo a.C.. Fu Procurator Augusti per la provincia romana di Sicilia durante il regno di Nerone, amico e corrispondente di Seneca. Lucilio era un poeta campano di modeste condizioni.

 

Luogo

Neapolis

 

Tempo, secolo 1 d.C.

 

Prima parte

Seneca scrive a Lucilio:


Mi vergogno  del genere umano, ogni volta che entro nella scuola. Chi va alla casa di Metronatte deve, come sai, oltrepassare il teatro dei Napoletani. Questo è sempre pieno; con grandissimo impegno vi si discute chi sia il migliore; ivi anche intorno al flautista greco ed al banditore si fa la folla; ma nel luogo dove si trova l’uomo giusto, dove l’uomo giusto insegna, pochissimi siedono. E costoro dalla moltitudine sono giudicati inerti e oziosi, che non sanno far di meglio.
           

 

Seconda parte

Lucilio scrive a Seneca,

alla morte del filosofo Metronatte, la cui scuola era tra le più apprezzate a Neapolis,  dolendosi per la perdita di tale importante personaggio. Grande appassionato della filosofia di Metronatte, Lucilio lamenta la fine prematura di un uomo che avrebbe potuto dare ancora tanto. Per questo motivo, egli incolpa gli dèi e il fato sostenendo che avrebbe dovuto vivere più a lungo.
           

 

Seneca scrive a Lucilio
Non conta quanto, ma come si vive.
Scrive Lucio Anneo Seneca in una delle sue epistole morali all’amico Lucilio: non importa la durata, ma com’è vissuto il tempo che si ha a disposizione. Se un uomo vive ottant’anni nell’inerzia, quel tempo è stato sprecato, mentre se si vive quarant’anni intensamente, e soprattutto in virtù, quella durata ha un valore doppio della precedente

 

Nella lettera in cui ti lamentavi della morte del filosofo Metronatte, come se sia avesse potuto sia avesse dovuto vivere più a lungo, ho sentito la mancanza della tua imparzialità, che ti appartiene in abbondanza in ogni ruolo, in ogni attività, ma manca nella sola cosa nella quale manca a tutti: ho trovato molti giusti verso gli uomini, nessuno verso gli dei. Rimproveriamo ogni giorno il destino: «Perché quello è stato rapito a metà della corsa? Perché non viene rapito quello? Perché protrae una vecchiaia gravosa sia per sé che per gli altri?». Ritieni più giusto, ti prego, che tu obbedisca alla natura oppure che la natura obbedisca a te? Che cosa importa poi quanto presto tu esca da dove comunque bisogna uscire? Dobbiamo impegnarci non per vivere a lungo, ma per vivere abbastanza; infatti per vivere a lungo c’è bisogno del destino, per vivere abbastanza c’è bisogno dell’animo. La vita è lunga se è piena; d’altra parte si riempie quando l’animo ha restituito a se stesso il suo bene e ha trasferito a sé il dominio su se stesso […]. Ti prego, Lucilio, facciamo in modo che, come le cose preziose, così la nostra vita non si estenda molto, ma pesi molto; misuriamola dall’azione, non dal tempo. Vuoi sapere che cosa ci sia di diverso tra questo, vigoroso e sprezzante della fortuna, che ha adempiuto a tutti i doveri della vita umana ed è giunto al sommo bene di essa, e quello dal quale sono stati lasciati scorrere molti anni? Il primo c’è anche dopo la morte, l’altro si è spento prima della morte. Lodiamo dunque e collochiamo nel numero dei fortunati colui dal quale è stato investito bene quel poco di tempo che gli è toccato. Ha visto infatti la vera luce; non è stato uno dei tanti; sia è vissuto sia ha avuto vigore. Qualche volta ha sfruttato il sereno, qualche volta, come suole, lo splendore dell’astro vigoroso brillò tra le nubi. Che chiedi quanto a lungo sia vissuto? È vivo: è balzato direttamente ai posteri e si è consegnato al ricordo.

Bibliografia

https://it.m.wikipedia.org/wiki/Teatro_romano_di_Neapolis

https://it.wikipedia.org/wiki/Lucilio_Iuniore

https://it.wikipedia.org/wiki/Lucio_Anneo_Seneca

Storie segrete della storia di Napoli, Marco Perillo