Il thriller, si sa, è uno dei generi più amati dal pubblico. Dopotutto chi non ama vivere l’adrenalina della suspense, l’emozione dei colpi di scena, il brivido dei misteri da risolvere. E se agli elementi di un classico thriller venissero aggiunte le caratteristiche tipiche della commedia e, perché no, anche un po’ di drammaticità e dark humour, cosa accadrebbe? Beh, il risultato sarebbe uno strano mix che, però, potrebbe funzionare sullo schermo ed è proprio ciò che accade con la nuova serie Netflix, prodotta da Barak e Michelle Obama – si proprio l’ex coppia presidenziale – Bodkin. Ambientata tra i meravigliosi paesaggi irlandesi, questa serie di 7 episodi, mette insieme il giallo con la comedy, il thriller con il racconto drammatico per creare una storia interessante sotto più punti di vista, sia quello legato all’intrattenimento che quello più profondo ed emotivo.
“Un misto di cliché irlandesi”, hanno scritto nelle scorse ore le testate di quotidiani irlandesi e inglesi.
Quando Barack e Michelle Obama hanno visitato l’Irlanda nel 2011, hanno bevuto Guinness, visitato il luogo di nascita del trisavolo del presidente e fatto battute e discorsi tali per cui la ricezione è stata entusiastica. Invece stavolta le cose sembrano molto cambiate: innanzitutto ricordiamo che per questa serie televisiva gli Obama non si sono recati in Irlanda di persona, ma sono produttori esecutivi di uno show comico-drammatico ambientato in quel Paese dove l’ex presidente degli Stati Uniti vanta un trisavolo. Lanciata la scorsa settimana sulla piattaforma di streaming dalla N rossa, di Bodkin si sta dicendo questo nel Paese in cui lo show è ambientato: “Un’altra voce nel peggiore genere di sempre, il picaresco rurale irlandese dove scorre l’alcol, le suore sbuffano”, queste le parole espresse dall’Irish Times. “Uno spettacolo profondamente fastidioso che pensa di criticare i cliché sull’Irlanda quando in realtà va ad aggiungersi attivamente alla scorta di stereotipi. Ignoriamolo e speriamo che sparisca”, prosegue l’Irish Times.
“È stata una valutazione devastante per la prima incursione nella televisione scriptata della casa di produzione degli Obama, Higher Ground, che ha firmato un accordo con Netflix nel 2018”, sottolinea in queste ore il giornalista Rory Carroll, corrispondente dall’Irlanda del Guardian. The Times, invece, ha lodato le interpretazioni del cast e ha detto che la sceneggiatura firmata Jez Scharf è buona, ricca di vis comica però carente sul fronte dei personaggi e dei fatti che avvengono, perché finiscono con il suonare non verosimili. “Ne esce qualcosa di troppo caricaturale, come se stessimo giocando a bingo con i cliché irlandesi. Tutto è gettato nella mischia e la torta risultante è disomogenea, con alcune parti più gustose di altre”, queste le parole del Times.
Bodkin è una commedia thriller dalle sfumature dark che racconta la storia di un eclettico gruppo di podcaster che decide di indagare sulla misteriosa sparizione di tre estranei in un’idillica cittadina costiera in Irlanda. Ma seguendo varie piste, i tre giornalisti scopriranno una storia ancora più grande e bizzarra. Questa serie sfida la nostra concezione di verità e rivela le storie che ci raccontiamo per giustificare le nostre convinzioni o confermare le nostre paure.
Bodkin è una serie molto particolare, lo specifichiamo fin da subito. All’inizio potrebbe sembrare ostica, poco chiara e i suoi personaggi non proprio amabili, ma lasciandosi alle spalle il primo episodio introduttivo ci troviamo di fronte a una storia che ha molto da dire sia a livello di spettacolo che a livello emotivo. Questa serie, infatti, si svela un po’ alla volta, aspetta il momento giusto per mostrarci il vero valore di se stessa e dei suoi personaggi, tutti strambi quanto interessantissimi e si dimostra, alla fine, un prodotto ben pensato e ben fatto.
I colpi di scena sono tantissimi, così come i misteri da risolvere sia quelli legati alla trama che quelli sulle sfumature psicologiche di ognuno dei tre personaggi principali: una giornalista d’inchiesta fredda, cinica e rigidissima, una novellina del mondo del giornalismo piena di passione e amore verso questo lavoro e un podcaster al lastrico che punta tutto sulle emozioni. Ognuno di loro, nel corso degli episodi, farà un viaggio interiore oltre che fisico che gli mostrerà la propria vera natura al di là delle apparenze e dell’immagine che vogliono dare di se stessi. E da questo punto di vista, la serie, è molto interessante così come è interessante la riflessione sui diversi approcci al giornalismo che mostra questo racconto. Siamo di fronte ad un prodotto fortemente ibrido che si snoda fra comedy e thriller, più del suo ispiratore, lo show sul podcasting per eccellenza, cioè Only Murders in the Building, con Selena Gomez, Steve Martin e Martin Short, che lavorava anch’esso sulle manie dei newyorchesi e mescolava i generi. Proprio questa è la forza di questa serie che piace e non piace, ma che comunque vale la pena di essere vista anche solo come passatempo – uno dei motivi per cui siamo abbonati alle piattaforme di streaming – e che riesce a far uscire fuori dinamiche molto interessanti nelle relazioni fra i personaggi. Lasciatevi intrigare da una storia accattivante e piena di suspense, fatevi sorprendere da un trio di personaggi strambi ma pronti a sorprendere se stessi quanto il pubblico e fatevi incantare dai verdi e sconfinati paesaggi irlandesi che fanno da sfondo a questa storia.