Numero 64 Registrazione al tribunale di Roma N° 3/2004 del 14/01/2004

Comunicare secondo natura
la comunicazione one to one

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di Franco Marmello

 

  1.   Quelli che esagerano  - Come si chiamano quelli che nel parlare di loro stessi si  accrescono, esagerano nel riferire i loro presunti risultati? A Milano li chiamano baùscia. In  italiano si chiamano megalomani. Il Devoto-Oli, vocabolario della lingua italiana recita così sulla  megalomania: tendenza a presumere esageratamente delle proprie possibilità economiche o  intellettuali, che si traduce in atteggiamenti e comportamenti di burbanzosa prosopopea. Ora, quando questa burbanzosa prosopopea viene manifestata dai nostri interlocutori, la vita si fa dura.
        Abbiamo additato molte volte personaggi di ogni tipo (lontani dal nostro mondo) appellandoli megalomani e ora ce ne troviamo uno davanti, magari quotidianamente perché ci è socio, cliente (potenziale o reale), parente stretto; certamente irrinunciabile per via della mission che con lui o lei dobbiamo portare a buon esito.

  1.   Chi può li zittisce, chi non può li sopporta - Parliamo degli interlocutori megalomani, ma se sono irrinunciabili per noi -dati gli impegni presi che li riguardano- guai a detestarli o a pentirsi di averli incontrati. Non accettandoli viene a mancare la forza per convincerli e conquistarli.
        Indubbiamente, gli interlocutori megalomani passano molto tempo a celebrarsi, a descrivere quanto siano importanti e bravi, magari raccontando e magnificando performance banali e poco significative per il loro futuro di Leader Situazionali di Servizio (persone utili all’interesse collettivo). Tutti i megalomani (compresi i nostri interlocutori irrinunciabili) pensando di conoscere gli altri più di quanto sia vero in realtà e parlano di loro stessi molto a lungo, urtando e aggredendo -naturalmente- l’ego di chi li ascolta. In verità hanno bisogno -tra le altre cose -  di essere continuamente rassicurati e di sentirsi fare continui complimenti; ottenendo però l’effetto contrario: chi può li mette a tacere (Non fare il megalomane!), chi non può li sopporta (Uffa...!)

 



  1.    Come aiutarli? Noi, apprendisti leader situazionali di servizio possiamo (dobbiamo) aiutarli. Ma come?

1. Intanto (anche se é difficile) dimostrando approvazione. Bisogna, cioè, non contrastarli  subito, altrimenti diventano aggressivi. Consigliata una divertita approvazione: Ma dai...! Però...?! Perbacco...! Hai capito...?!

2. Parlando, nei limite del possibile, il loro stesso linguaggio: non apparire superiori, ma  nemmeno troppo accondiscendenti; neppure autoritari.

3. Concludendo (senza sarcasmo, con intelligenza) le nostre battute con osservazioni  affascinanti: Questo che dici mi ricorda... In fondo é solo questione di... Pensandoci,  piacerebbe anche a me... certamente avrai provveduto a... Sicuramente avrai pensato che...

4. Inutile discutere (evidente); vincere una discussione -in ogni caso e in particolare con i   megalomani- può portare a compromettere per sempre un rapporto. Nel discutere a lungo si rischia di colpire, offendere, mettere in crisi l’importanza personale dell’altro; e con il megalomane diventa un atteggiamento addirittura suicida.

5. Gratificare paga sempre (senza mentire e prendere in giro). Se vogliamo essere seguiti e  amati dobbiamo imparare a fare -ai nostri interlocutori istituzionali- i giusti complimenti. 
     Nessuno (nemmeno il megalomane) è privo di valore: esploriamo le idee dei nostri  interlocutori, anche se esposte così male, per poter esprimere un piccolo complimento sincero (p.c.s.)

6. Correggere piano piano: la gattina frettolosa fece i gattini ciechi dicono a Firenze. 
     L’esposizione del megalomane tende a far emergere, prima dell’accordo, l’eventuale  disaccordo. I punti di accordo li deve cercare sempre, con pazienza, chi è più preparato.

7. Rilassatevi e ascoltateli; ascoltare i nostri interlocutori irrinunciabili ci fa sempre bene e aiuta loro a esprimersi meglio.

 

  1.   Se gli interlocutori megalomani esagerano - Se esagerano nel raccontare le loro imprese è perché  hanno grandi ambizioni, una gigantesca immagine dell’io e, forse, una buona dose di paura che il   futuro non sia proprio favorevole a quello che si aspettano.

 

    •    Gli elementi ci sono tutti - L’ambizione è la base per porsi delle mete da raggiungere nella vita, senza sogni si muore; un’immagine dell’io vincente è il minimo per accettare le sfide che questo mondo impazzito, in continuo cambiamento, ci propone; la paura è la faccia della megalomania da voltare per trovare la speranza e le risorse naturali per trasformarla in progetto.

     

    Siamo noi i costruttori di speranza
    delle persone con cui abbiamo a che fare

    Se siamo dei veri leader situazionali di servizio
    siamo noi i dottori per la loro paura

    L’atteggiamento megalomane
    dei nostri interlocutori irrinunciabili
    è una umana reazione al timore di non riuscire
    a raggiungere i loro obiettivi
    con gli strumenti naturali di cui tutti siamo dotati

     

     

    Franco Marmello: Membro AIF Associazione Italiana Formatori, Responsabile Italia “Bottega del Cambiamento”, Giornalista, scrittore. Il progetto bottega si rivolge all'Uomo Nuovo in Azienda: una risorsa consapevole della complessità organizzativa provocata dal fenomeno del cambiamento, consapevole di dover crescere in modo meno empirico rispetto al passato, sia sul piano professionale che sul piano umano.
    www.bottegadelcambiamento.it