(Farnesina, 20 febbraio 2014)

Giovedì 20 febbraio 2014, alle ore 15.30, si è tenuto alla Farnesina la sessione ministeriale del Tavolo Agricoltura dell’Iniziativa Italia-Africa alla quale hanno partecipato i Ministri dell’Agricoltura ed i Capi Delegazione dei Paesi di oltre 30 paesi dell’Africa sub-sahariana convenuti a Roma per il Governing Council dell’IFAD (International Fund for Agricultural Development).

Rilanciare le relazioni fra Italia e Africa sub-sahariana promuovendo iniziative mirate allo sviluppo del settore agro-alimentare, alla salvaguardia delle produzioni locali e alla creazione di sinergie per generare economie di scala tra attori dei vari paesi della regione. Questo l’obiettivo del segmento Agricoltura dell’Iniziativa Italia-Africa, presentato alla Farnesina nell’ambito della prima sessione ministeriale dedicata al settore agricolo.

 

Le informazioni fornite dal Ministero degli Esteri- che ha organizzato in forma eccellente questo evento – sono molte ed esaurienti, personalmente vi riporto le mie considerazioni sull’evento al quale ho assistito. La splendida sala che ospitava l’evento registrava la presenza gioiosa e colorata dei diversi paesi del continente Africano, e ho percepito più consapevolezza della importanza del problema della agricoltura insieme alla necessità per ogni paese di mantenere le sue radici, le proprie abitudini alimentari, da parte di tutti i partecipanti. I cambiamenti che sono avvenuti negli ultimi anni in quest’ambito sono notevoli, e i popoli dei diversi continenti hanno capito l’importanza di una agricoltura che dia alimenti sani, prodotti in sicurezza, e soprattutto quanto sia importante per la salute la qualità degli alimenti che ingeriamo.

La Conferenza è stata aperta dal Sottosegretario agli Affari esteri Mario Giro che ha definito l’Africa ”un partner indispensabile dell’Italia nei principali dossier internazionali” e ha parlato di “complementarietà economica, di sostenibilità. L’Iniziativa Italia-Africa costituisce un ulteriore impulso ad andare oltre in questa partnership e allargarla a tutti i livelli: dall’amministrazione centrale agli enti locali, dalle Ong alle imprese, alle università. Tale percorso non poteva che iniziare dall’agricoltura, settore primario e propedeutico allo sviluppo economico”, ha aggiunto. In questo senso, ha proseguito il sottosegretario, il modello agricolo italiano gioca un ruolo centrale, puntando fortemente sulla sostenibilità e la produzione di qualità. ”Il settore rurale italiano è un partner di un grande progetto dello sviluppo”, ha detto Giro, ricordando che ben 39 paesi africani (di cui 35 dell’area sub-sahariana) hanno aderito all’Expo 2015 di Milano.

A seguire ha preso la parola Maurizio Martina, Sottosegretario alle Politiche agricole, ora Ministro delle Politiche Agricole del recentemente formato Governo Renzi, e ha parlato del peculiare modello italiano che significa tecnologia, insieme alla ricerca ed alla originalità della piccola e media impresa. Ha dato grande importanza al perfezionare la cooperazione in un modo nuovo, ha parlato di collaborazione dei sistemi produttivi invitando le imprese a partecipare all’Expo 2015 di Milano, con un cluster basato sui nuovi rapporti tra Italia ed Africa, senza dimenticare cosa può significare per l’Africa la centralità della dieta mediterranea e la biodiversità.

Il Presidente del Fondo Internazionale per lo sviluppo agricolo (Ifad,) Kanayo F. Nwanze, ha fatto un discorso estremamente importante e chiaro, ricordandoci che il 60% delle terre produttive del mondo si trovano in Africa e della grande quantità di terre ancora non coltivate, facendo presente contemporaneamente che ci sono tantissimi esempi di successo prodotto dalla stretta collaborazione dal 1994 in poi con l’Italia e ha ringraziato calorosamente Emma Bonino, Ministro degli Affari Esteri del governo dimissionario di Enrico Letta e del suo particolare impegno verso l’Africa.

Il Direttore Generale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (Fao), José Graziano da Silva, ha detto che promuovere la collaborazione tra Italia ed Africa è una priorità per tutti noi, dove l’efficienza è importante, ma forse lo è di più la collaborazione con le organizzazioni locali. ”...l’agricoltura e la sicurezza alimentare sono due temi al centro dell’agenda di sviluppo del continente africano e l’Iniziativa Italia-Africa rappresenta un fattore cruciale in questo processo. Nell’ultimo summit dell’Unione africana è stato lanciato l’anno africano dell’agricoltura e della sicurezza alimentare, che si aggiunge all’anno delle aziende agricole a condizione familiare, a dimostrazione del ruolo fondamentale di questo tema”, ha detto da Silva, secondo il quale ”il sostegno italiano alla Fao ha contribuito a portare avanti programmi in Africa sub-sahariana finalizzati a costruire la resilienza in Corno d’Africa e nel Sahel, inoltre sono in corso altri programmi in Burundi e in Kenya che hanno dimostrato che investire nello sviluppo rurale dà i suoi frutti”, ha aggiunto Graziano da Silva, sottolineando il ruolo importante svolto dai partenariati pubblico-privato nel portare avanti azioni più mirate nel settore.

Rigobert Maboundou, Ministro della Agricoltura e dell’allevamento della Repubblica del Congo (Brazzaville) ha dichiarato che le popolazioni africane hanno sviluppato di molto una consapevolezza di cittadini, prendendo in mano il diritto alla alimentazione per costruire un Africa solidale, con attenzione alla diversità della agricoltura africana e la possibilità di produrre per l’Africa e per tutto il mondo, senza dimenticare le miniere aprendo anche questo settore alla diversificazione della loro economia. Ha rinnovato la loro gratitudine alla Bonino per il suo operato a beneficio dello sviluppo dell’economia.

Romano Marabelli, Capo Dipartimento della sanità pubblica veterinaria ha parlato della forte valenza strategica del settore che vede una intensa collaborazione mirata verso la sanità degli animali e la sicurezza alimentare con gli Istituti Zooprofilattici Italiani grandi esportatori di animali.

Sono stati proiettati due filmati di 5 minuti l’uno prodotti dalla Ciheam (Istituto Agronomico di Bari) e dalla FEDER UNACOMA (Italian Agricultural Machinery Manufacturers Federation) che illustravano la collaborazione come grande opportunità del XXI secolo, con l’Italia come bacino di interfaccia aperta e come un paese con una vastità di produzione di macchine agricole meccanizzate con una ampia gamma di adattamento alle necessità dei paesi africani.

L’intervento di Carlo Petrini, Slowfood – Terra Madre, è stato una forte testimonianza di lavoro già fatto con la presenza di 1000 orti in Africa e nuovamente ho sentito la parola consapevolezza; consapevolezza del bisogno di una collaborazione giusta per partire con le basi buone e difendere il patrimonio genetico dell’Africa, la biodiversità, le piccole imprese familiari con una economia che vede una forte presenza delle donne. Secondo Petrini, bisogna difendere la gastronomia, la dieta sub sahariana, così che gli africani abbiano l’orgoglio della propria storia facendo il tutto con fraternità Italiana.

Per il Ministero di Agricoltura dell’Uganda, abbiamo sentito una donna (spiacente per non essere riuscita a procurarmi il suo nome), la quale ha parlato di una collaborazione con l’Italia che viene da lontano inizialmente con i nostri missionari e dicendo che queste nuove iniziative potranno solo ampliare la nostra storica collaborazione e ha chiamato la nostra attenzione sul problema specifico dell’acqua in Africa.

Alfonso Pedro Canga, Ministro della Agricoltura dell’Angola, si è riferito anche lui ad una storica collaborazione, ponendo molta enfasi nella materia prima e con il bisogno urgente di vincere la battaglia della agricoltura in Africa, importante e determinante per l’economia mondiale. Ha parlato della necessità di far crescere una gioventù senza fame, della necessità di formare il capitale umano, facendo notare che manca una professionalità agricola che può costituire la nuova Africa. In Angola, stanno facendo la loro parte creando le condizioni necessarie per gli stranieri per poter investire. Ha parlato di fabbricazione di parti dei trattori da loro, o della importazione della farina per fare la pasta direttamente da loro, della biodiversità, della gastronomia africana, e della vasta area di cooperazione esistente.

Il Ministro dello Zimbabwe ha parlato del bisogno di andare più in la nella collaborazione tra i due paesi, focalizzando sulla innovazione della tecnologia nell’area della agricoltura.

Monsieur Papa Abdoulaye Seck del Senegal è stato l’ultimo dei rappresentanti Africani ad intervenire.

Alla sessione del 20 febbraio ha preso parte anche il Vice Ministro degli Esteri italiano Lapo Pistelli. Nel suo intervento ha parlato di “Riaccendere la luce sull’Africa : Rilanciare le relazioni fra Italia e Africa sub-sahariana promuovendo iniziative mirate allo sviluppo del settore agro-alimentare, alla salvaguardia delle produzioni locali e alla creazione di sinergie per generare economie di scala tra attori dei vari paesi della regione. Questo l’obiettivo del segmento Agricoltura dell’Iniziativa Italia-Africa, presentato oggi alla Farnesina nell’ambito della prima sessione ministeriale dedicata al settore agricolo. L’Iniziativa Italia-Africa ha l’ambizione di mandare un messaggio agli italiani, e cioè che c’è un continente importante che rappresenta un modello di sviluppo sostenibile che parte del mondo si è già giocata”. Riguardo all’Expo di Milano 2015, infine, Pistelli lo ha definito ”il primo Expo di nuova generazione”, non costituendo più una semplice vetrina dei singoli paesi. ”Il tema alimentare contiene un messaggio globale e condiviso: c’è futuro solo se c’è crescita condivisa e sviluppo ecosostenibile per tutti e l’amicizia fra Italia e Africa può costituire un cemento molto importante in questo ambito”, ha concluso Pistelli.

Tocca ad ognuno di noi capire l’importanza dello sviluppo della agricoltura in Africa, e chiaramente dovrebbe essere uno sviluppo sostenibile, ecologico, rispettando la loro storia e patrimonio culturale; uno sviluppo fatto e realizzato in collaborazione ugualitaria, tenendo conto che in fin dei conti non si tratta solo dell’Africa ad essere coinvolta, ma del mondo intero e come obiettivo finale si riferisce alla salute ed al benessere degli esseri umani.