Il Capitale nel XXI Secolo” di T.Piketty 

 

 

 

Abraham Lincoln contro le mire territoriali verso il Messico del Presidente Polk (1846) citò un mitico farmer: “Non sono avido di terra, voglio solo quella che confina con la mia!”
Era un ovvio progetto di arricchimento senza limiti. È un processo in atto? Il Prof Thomas Piketty nel suo libro “Il capitale nel  XXI Secolo” analizza grandi moli di dati raccolte in un decennio.. Vede il rischio che l’ineguaglianza eccessiva porti a instabilità politica e a reazioni turbolente.
In USA fino al 1940 il 10% della popolazione riceveva il 45% dei redditi totali; poi per 40 anni sceso al 33% e dal 1980 risalito al 48%. In Europa e in USA fino al 1930 il 10% della popolazione deteneva oltre l’80% della ricchezza. Poi a causa di tasse, inflazione, fallimenti, avvento del welfare state, la percentuale scese al 60%. Negli ultimi 40 anni sta risalendo.
Dò qui una rapida idea del contenuto del libro. Sarà inadeguata: le 700 pagine del libro vanno meditate. Riferirò sulle accese polemiche che ha scatenato. Oltre che culturale, l’interesse è politico.
Sappiamo bene che i redditi da lavoro, come la ricchezza, sono distribuiti in modo da seguire la legge di Pareto, dunque, con differenziali marcati ai livelli più alti. Questi, però, da anni crescono oltre ogni limite per i grandi capi azienda che fissano i propri livelli di retribuzione e i paracadute d’oro previsti per il trattamento di fine rapporto.
Piketty nota che anche la ricerca e lo sviluppo implicano la formazione e l’addestramento di esperti abili nell’uso di sofisticati strumenti di alta tecnologia. Queste alte prestazioni sono compensate a livelli più alti il che contribuisce alla ineguaglianza. Qui bisogna aggiungere, però, che i Paesi e le industrie che investono di più in ricerca scientifica, sviluppo tecnologico e istruzione avanzata, generano più brevetti e prodotti ad alto valore aggiunto. In conseguenza contribuiscono a far crescere il prodotto interno lordo e a ridurre l’ineguaglianza.
Appare ovvio alla luce del senso comune (Piketty lo documenta in base a dati storici abbondanti) che un tasso di rendita del capitale molto più alto di quello della crescita economica causa ineguaglianza crescente. Questa si manifesta con la concentrazione fra pochi cittadini della ricchezza e dei redditi da capitale. Il processo è tanto più veloce quanto più il tasso di rendita supera quello della crescita del reddito nazionale. Il fenomeno potrebbe essere frenato da una forte crescita demografica ed economica – oggi improbabile. L’alternativa proposta da Piketty è la adozione di consistenti tasse patrimoniali globali.
Sono processi economici complicati. Le statistiche sono spesso incomplete e contraddittorie specie sui redditi più alti. Tutti i commentatori riconoscono che Piketty ha fatto un lavoro enorme per migliorarle. Si usano, però, strumenti e procedure di analisi di tipi diversi. Quindi è normale che su “Capital” ci sia molto da discutere. La citata conclusione dell’autore che sia opportuno intervenire con imposte ai più ricchi e ai lavoratori con retribuzioni più alte non è gradita ai plutocrati, né agli economisti di destra… La discussione diventa politica.
Chris Giles (su Financial Times del 23/5/14) ha negato che dopo il 1980 l’ineguaglianza economica sia cresciuta e che negli USA sia più marcata che in Europa. In particolare ha sostenuto che nel Regno Unito nel 2010 il 10% dei cittadini deteneva il 44% della ricchezza totale e non il 70% come scritto da Piketty. Paul Krugman (Nobel per l’Economia) documenta da decenni che i ricchi USA diventano più ricchi anche per i tagli alle lro tasse dall’era Reagan. Osserva ora che il 44% di Giles è desunto da sondaggi e non da dati pubblicati dal fisco britannico. Io ho trovato lo studio “UK Personal Wealth Statistics” pubblicato il 28/9/2012 da HM Revenue & Customs, che riporta in 60% del totale la ricchezza del 10% degli inglesi top (1). Il valore vero appare incerto, ma la stima di Piketty è più vicina a quella ufficiale.
Concludo:

  • Capitale e reddito si concentrano da decenni nelle mani di pochi
  • L’ineguaglianza cresce: lo provano i prezzi di case e oggetti di lusso
  • L’economista francese best seller non è un pericoloso comunista.
  • “Il capitale nel XXI secolo” è libro che va studiato attentamente.

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(1)  20% a 7°+ 8° decile; 12% a 5°+ 6°; 7% a 3°+ 4°; 1% dei più poveri.