Nel mio lungo girovagare per le vie del mondo e per sedi universitarie e accademie ho incontrato persone di grandissima temperie umana e professionale, educatori prima che formatori, e pluribus unum: Khaled Fouad Allam, come insegnano gli STATI UNITI D’AMERICA, la cui capacità di studiare la lingua e la letteratura araba tanto ammiravi.

 

 

Arrivare a Trieste, insegnavi, significa aprire ed aprirsi all’Europa e al mondo. Se con un filo si potesse congiungere il suo golfo, per definizione internazionale, con l’Asia Minore ci troveremmo dritti dritti a Junieh, il porto cattolico maronita di Beirut a due passi da Lattakia -Siria e da Sidone a un passo da Israele. Un uomo siro – algerino, italiano e parlamentare, eletto in Puglia, terra di frontiera anch’essa, per i colori Verdi degli ambientalisti: Tale filo lo ha tracciato il Prof. Khaled Fouad Allam, rimanendo profondamente triestino. Khaled, arabista, filologo, sociologo, scrittore, degno emulo di Piero Citati, poeta, opinionista su “La Repubblica”, “ Il Sole 24 Ore” e poi primo islamico ed islamista sull’”Osservatore Romano”, il quotidiano della Santa Sede. Già, potrebbe dire il Cardinale Gianfranco Ravasi, il partito dei verdi ambientalisti , figlio del movimento internazionale dei radicali, sembra prendere nome dalle fazioni del Circo di Bisanzio, città nella quale un figlio d’Abramo aveva la possibilità di trasmettere scienza e conoscenza con notevole e raffinata capacità di sintesi fra apparenti opposti.

Fouad a Trieste era e rimane un vero intellettuale capace di muoversi fra pari nelle passeggiate napoleoniche che risalgono dalle Rive su fino ad Opicina, passando dal Collegio del Mondo Unito del Principe Carlo alle varie sedi delle Nazioni Unite, dall’ICS-UNIDO al Centro di ricerca Fisica.

Già, perché Trieste e la sua zona A, come la zona B slovena e croata sono ancora sotto la sovranità del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite e, solo demandate all’amministrazione ordinaria delle tre nazioni che le intercludono, non più cortina di ferro che separava ma territorio dell’Unione Europea che avrebbe dovuto ridisegnare gli imperi carolingio e federiciano o per meglio dire dioclezianeo, l’imperatore illirico che era ben consapevole del fatto che il Golfo di Trieste unisce e non divide, come ben noto a Mattia Corvino, imperatore transilvano, precursore delle intuizioni amministrative di Maria Teresa e di Giuseppe II° che poi hanno saputo costruire un sistema di stato e di governo, capace di fondere insieme popoli, religioni, costumi e tradizioni, unite pur nelle differenze linguistiche, vocazionali, produttive, sociali e culturali. Sul punto diversi Enti anche internazionali di concerto con il Ministero dello Sviluppo pensavano di creare il centro internazionale per le attività finanziarie e assicurative nei paesi orientali, rimasto poi lettera morta.

Fuad in quelle passeggiate poteva accompagnarsi ai Rabbini della comunità ebraica, all’archimandrita romeno, al vescovo cattolico, al pastore luterano, nonché al rettore della chiesa serbo ortodossa, pregando in quel cimitero islamico, situato proprio al centro di Trieste, unico per la sua posizione in Europa.

La Sublime Porta e l’impero austroungarico, quando non facevano a botte, si concedevano privilegi e commerciavano allegramente e positivamente, non disdegnando attività bancarie, finanziarie e assicurative comuni e variegate, come la storia delle Generali e della Ras dimostrano, entrambe riconosciute extraterritoriali, quando venne applicata una normativa valutaria particolarmente restrittiva e che il crollo del muro di Berlino portò le stesse a riprendere le loro funzioni in tutta l’Europa Orientale, facilitando così la transizione di quei paesi dall’economia collettiva a quella di mercato, come con la sua lungimirante saggezza Pietro Manes ha insegnato.

Fouad ottiene d’insegnare in due Università: quella libera di Urbino e la statale di Trieste.

Urbino, pascoliano luogo dello spirito, attraversato nelle giornate di nebbia ancor oggi dall’alta lobbia del cappello del Rettore per sempre, l’ultimo grande umanista rinascimentale Carlo Bo, degno dei colori di Raffaello Sanzio che solo la lontananza temporale di alcuni nonni non ha consentito. Città di diecimila abitanti con ventimila studenti, dove con altrettanti spiriti liberi si trascorreva il tempo libero dagli impegni accademici alla maniera indicata da Renato Fucini, tutti all’albergo Italia, tranne i locali: Piacentini, i due Bigonzi, Fornaini, Faroni, nella frettolosa memoria dei giorni andati dove viventi e trapassati convivono nel tempio delle idee, come Aldo Capitini, la voce italiana teista della non violenza, insieme a Enzo Cupertino e a Ugo Spirito hanno insegnato.

Intanto, il procedere degli eventi portava alla nascita della pentagonale e della esagonale e di conseguenza della Iniziativa Centro Europea che insieme allo speciale ILO di Budapest, poi magistralmente diretti da Eugenio Campo e da Giuseppe Casale per attivare un adeguato supporto alla transizione nei paesi dell’est centro- europeo, in maniera tale da consentire la rinascita delle parti sociali e di innestare un processo di rinnovazione giuridica, di creazione di un’economia anche sociale di mercato, dove le banche con adeguata raccolta e opportuna capacità di finanziamento, ridessero peso ad una nuova imprenditoria di stampo non puramente capitalistico, sicuramente democratica ed europeista.

Ma mancava una alta scuola di formazione politica internazionale, tal-ché Maria Paola Pagnini, la Dama italiana della geopolitica, figlia della migliore tradizione triestina,  moglie di Giorgio Bazo, formatore ed educatore della classe dirigente del Friuli Venezia Giulia, di concerto con Giulio Andreotti, Gianni De Michelis, Darko Bratina, e Demetrio Volcic, con Gorbacev e Shevarnadze, ottengono la costituzione presso la facoltà di Scienze Politiche dell’Università Statale di Trieste, del corso di laurea in Scienze internazionali e diplomatiche- SID Gorizia dove da subito confluiscono esperti di ogni rango come Salvatore, Farinelli, Pico, Gasperini, Fasana mentre crescono valenti nuovi soggetti come Cecchini e Mayer; nato il SID un continuo succedersi di incontri internazionali come con l’Arcivescovo giurista Paul Mounged El Hachem, diretto discendente del Profeta, con Pierre Nicora,  rappresentante francese presso il WTO di Ginevra e poi con docenti israeliani, libici, tunisini, algerini e marocchini.

E’ naturale così che venga chiamato un grande studioso del mondo arabo e islamico Fuad, che divide il suo tempo, con i libri che prepara, la preghiera anche in Parlamento, la consulenza al Ministero degli Interni, le colonne su “La Repubblica”. La sua esperienza e le sue doti di comunicatore e di scienziato lo portano a intessere relazioni di pace, per poi divenire tese alla creazione di una cittadinanza euromediterranea, come definita nel “Trialogo” di Andreotti e di Raffaello Fellah.

Poi diviene consulente del Sindaco di Mazzara del Vallo, città dove la presenza mediterranea è amplissima e significativa e dove il Vescovo Domenico Mogavero organizza annualmente “Sponde” che vedi riuniti interi tronconi del SID goriziano, Filippo Tortorici e Anna Maria Amitrano palermitani , come ateneo, Giuseppe Roma dell’Università della Calabria, gran parte dei vescovi mediterranei, anche Mons. Martinelli, Vescovo di Tripoli in spirito era presente, per confrontarsi con e attraverso Fouad, con personalità accademiche del MAGHREB, e del Medio-Oriente e con i partecipanti annuali Vasile Puscas, Aurelio Juri, Darko Tanascovic Luan Pustina, quasi un “convivium Scipionis”.

Caro Fouad, non voglio tediarTi, grazie per quanto hai dato e fatto, tessendo quel filo che parte da Trieste per passare il mare; grazie soprattutto per aver spiegato, inter alia, nel Cerisdi e nel Pisai, come aristotelicamente il pensiero arabo e islamico sia fondato sull’amore e la misericordia, la poesia gentile, la gioia di vivere e quindi sulla convivialità scipioniana.