Certamente se si vuole fare i conti con la logica e con se stessi occorre sottoporsi agli esercizi spirituali di Ignazio di Loyola, con ciò ricostruendo il proprio destino, ma per arrivare a ciò occorre prima avere le basi conoscitive per farlo, al punto di dover essere rimandato in Religione in terza elementare appena approdato dai Gesuiti del Gonzaga di Palermo, orfano delle monache orsoline che mi avevano tirato su fino a quel momento, in classe mista con una bella compagna di banco, era quello il 1952, anno in cui vidi la prima neve sul mio balcone in via Paolo Balsamo 13 a Palermo, forse per quelle ragioni non imparai i fondamentali della Religione. Ma riparai a settembre. Sono stato sei anni al Gonzaga con alle medie uno Zio Preside che per tale fatto pretendeva il meglio che non riuscivo a dare, in nessun campo, fino al consiglio di andare al Liceo Scientifico pubblico dell’amico Padre Mario Pagano, per costruire il mio destino. Ma intanto, avevo incontrato quattro giovani nobili e Gesuiti Padre Ennio Pintacuda, Padre Luigi Scalia, Padre Maiorana e infine Padre Giuseppe Noto, che tanto hanno diversamente dato alla Sicilia e al mondo.

Al vernissage di un professore pittore la prima ubriacatura e le discussioni con i 4 sul Giudizio di Dio: quello finale, per poterlo affrontare occorre avere vissuto molto, per essere stato così molto tentato e avere liberamente scelto o se basti poco tempo di vita per comunque affrontare il Giudizio. Ero e resto di questa opinione che comunque per il tempo a disposizione si fanno tutte le scelte sulle quali si verrà giudicati, che in proporzione sono ugualmente indifferente al trascorrere del tempo, fermo restando che bisogna essere digeriti da Dio o da Lui rigettati, gli incapaci di vivere per operare, sono da Lui condannati a priori. Gli anni del Liceo, le scelte europeiste e socialiste e gli altri maestri, cominciando Da Massimo Ganci a Mons. Anselmo Carruba, gran Ciambellano del Gran Cardinale Ernesto Ruffini. E intanto le corrispondenze per il giornale “L’Ora”. Poi l’Università, la sezione Cangialosi, con Guarraci e Fiorino, vicino a casa Professa, Tempio aristocratico dei Gesuiti, avente ospiti tanti cari amici, come Luca Orlando, Alfio Mastropaolo, Giuseppe Pecoraro e Antonio e Santa Chiara proiezione dell’impegno salesiano di base, con Don Calogero Caputo e con Don Giordano e da lontano con il fondatore della Pontificia Università Salesiana il Caro Don Giuseppe Gemmellaro, con cui poi avrei condiviso la teologia della liberazione e il suo nocivo frutto a Prato Rotondo a Roma. Tesi con un Grande Maestro Giovanni Garilli, agostiniano di formazione e durante la seconda guerra mondiale ufficiale di collegamento fra l’esercito italiano e quello rumeno a Bucarest. Laureato la mattina e subito cosciente di avere conseguito il titolo di inoccupato, con il dovere di completare altri studi e affrontare il servizio militare. Roma mi accoglie da aviere, conosco l’amore, altri maestri si succedono, lunghi pomeriggi con Don Gemmellaro e poi congedato il ritorno a casa con Don Caputo che mi toglie dall’inoccupazione: insegno inglese al Liceo Sampolo, intanto la futura mamma di un futuro collega del Cerisdi, va in maternità, segretaria di Padre Giuseppe Noto che aveva da poco fondato con Pintacuda e alcuni altri Padri l’ISAS – Istituto di scienze amministrative e sociali, che riprendendo la tradizione gesuitica di creare la classe dirigente di un paese principiata in Austria, aveva in programma di rifondare la Regione Siciliana, secondo il modello statunitense da Lui vissuto durante il Suo soggiorno americano, mi chiama per fargli da segretario, durante la maternità della Signora Maria. E’ il tempo della programmazione e della applicazione dei capitoli della Costituzione in materia di Economia, mi preparavo per alcuni concorsi vuoi accademici che pubblici in generale, studiando di economia anche internazionale, Presidente della Regione è il sempre rimpianto Piersanti Mattarella, mentre il paese vive momenti di crisi economica e valutaria. Padre Noto organizza un convegno sui temi e inter alia ne sono protagonisti lo stesso Piersanti, Guido Corso, figlio dell’altro mio Maestro Pompeo, e anche l’antico Presidente emerito della Corte Costituzionale Gaspare Ambrosini, ormai ritiratosi a Bivona, che aveva avuto il coraggio, con Sandulli e Mortati di riconoscere la natura della zona A di Trieste quale extra ordine rispetto all’Italia e alla Jugoslavia. Un successo, con atti subito pubblicati. Poco dopo chiamato dall’Ufficio Italiano dei Cambi lascio la segreteria di Padre Noto, con sua grande ira. Trascorrono otto anni, ormai libero professionista e docente universitario proprio in quella Trieste di cui alla Sentenza del Presidente Ambrosini, vengo chiamato alla Banca di credito Cooperativo operante a Mussomeli, per alcune lezioni, patria della famiglia Noto che da sempre coordina la stessa Banca. Si sta bene colà a parlare di estero e la sera a cena con la Signora Prefetto di Caltanissetta e i maggiori clienti della Banca: Padre Noto mi ricerca l’ira è trascorsa, la speranza di formare una classe dirigente si va estinguendo, ma occorre preparare esperti per le organizzazioni internazionali, principiando dall’unione europea. Riprendiamo a collaborare, sono con Lui colleghi splendidi e capaci, dividendomi col Cerisdi di Padre Pintacuda. Ora il sogno si è spento anche Padre Noto ha raggiunto la casa del Padre dove forse potrà lamentarsi con Federico II° del danno che l’imperatore ha fatto alla Sicilia, statalizzandone l’economia fino al suo arrivo fiorente, ma lo stesso si lamenterà del diluvio che è seguito alla sua morte. Questa volta è andato via Lui ed incomincio ad avere voglia di salire anch’io da quelle parti, in fondo il Circolo degli Scipioni lassù è ben partecipato e di tempo a disposizione se ne possiede: L’ETERNITA’. Carissimo Padre Noto, grazie per il cammino percorso insieme, le pagine lasciate, e in attesa, Mi saluti gli amici che sta incontrando per poi in un tempo relativo, Trovarsi, come insegna Luigi Pirandello e come recitata magistralmente dalla compagnia del Giovani fra il 73 e il 75 con una stupenda e inimitabile Rossella Falk, che tanto mi ha segnato. con gratitudine vincenzo porcasi.