DINAMICA MENTALE METODO EVERETT
UN POSTO SEGRETO NELLA MENTE

LA NOSTRA CENTRALE OPERATIVA -IL NOSTRO FANTASTICO LABORATORIO

Quante cose possiamo fare nella nostra mente…
Così è se vi pare suggerisce Pirandello.

In effetti nemmeno sotto tortura possono convincerci di qualcosa che noi crediamo ingiusto.
Ma l’ambiente tenta di condizionarci.

Bisogna cambiare aria, magari…

Quando eravamo bambini, una capanna, un cespuglio, una casa abbandonata, a letto sotto le coperte, in cantina, nel solaio… un posto per sentirci potenti e invincibili lo trovavamo sempre. Diventava il nostro rifugio, dove entrava con noi solo chi decidevamo noi che entrasse (miglior amico, eccetera).

Per qualche minuto al giorno i grandi non ci trovavano.
I bambini non rispondono quando stanno giocando.

E li, nel nostro posto magico sembrava nessuno potesse mai raggiungerci.
I ragazzi della via Pal (il magnifico romanzo di Molnar) raccontano…

Anche ora che siamo adulti a volte cerchiamo di “fuggire”.
Ma -a meno che non ci dia di volta il cervello- scomparire proprio non ce la facciamo.

Che bello…
Un’isola lontano, dove i guai non possano raggiungerci.

E’ un’utopia, ma quel posto dove fuggire continuiamo a sognarlo…
E il maestro Everett ci guida anche qui…

Ci insegna a costruire un posto magico nell’unico posto dove non possono raggiungerci a meno che non lo vogliamo.

NELLA NOSTRA MENTE

Tutti i viaggi-studio che abbiamo imparato a fare leggendo il libro che stiamo scrivendo insieme (compresi -soprattutto- quelli fatti nei panni del leone, del delfino, del gabbiano) possiamo farli in alfa, comodamente coricati nel nostro letto, oppure -sempre comodamente coricati- scendere con l’immaginazione dieci scalini (alfa meno dieci) e trovarci in un posto che la mente avrà scelto (non decidetelo adesso) per costruire la nostra Centrale Operativa, il nostro Laboratorio. Possiamo dire, se volete, un ufficio virtuale nel quale poter scendere (alfa meno dieci) a compiere missioni impossibili da realizzare nel nostro ufficio reale.

Strumentazione a nostra disposizione (da costruire con la fantasia)
Il principio dinamico della fantasia è il gioco che è proprio anche del bambino e, come tale, sembra incompatibile con il principio del lavoro serio. Ma senza questo giocare con la fantasia non è mai nata opera d’arte. Il debito che abbiamo con il gioco dell’immaginazione é incalcolabile…
                                (Carl Gustav Jung)

Un orologio con datario, una sorta di macchina del tempo sul quale veder scorrere -appunto- il tempo passato e quello futuro; un’agenda speciale dalla quale ricevere avvisi per far bene quel che sappiamo di dover fare e imparare la lezione da quel che abbiamo già fatto magari non così bene. Anche di vivere in un altro giorno, in un altro paese. E chissà quanti utilizzi simpatici potrebbe inventare ognuno di voi…

L’armadio della conoscenza, una grande libreria dove al piano di sopra -nella parte a giorno- vivono tutti i libri che sono stati scritti al mondo, tutte le ricerche che sono state fatte e portate sulla carta per aiutare l’uomo a capire, riflettere, documentarsi, ispirarsi. Ma anche tutte le video-cassette, i dvd, gli mp3, le chiavette sulle quali sono registrati dei film (l’immagine in movimento). Tanti film quanti sono gli anni della nostra vita, per esempio. Affinché ognuno di noi possa esplorare il passato, farsene una ragione, far si che il passato non ci faccia più soffrire e incattivire.

Un ascensore per fare arrivare i nostri ospiti, solo quelli che vogliamo noi, ovvio.
Nessun altro può raggiungerci li; alcuni li vogliamo ricevere per condividere, per valutare con loro situazioni pregresse o piani futuri. Per capire meglio il loro punto di vista. In alfa meno dieci, si intende. Possiamo far arrivare persone da consolare, da far star bene (ne parliamo fra poco). L’importante è capire che nessuno -a meno che non lo vogliamo noi- può venirci a disturbare.

Una grande pedana, un piccolo palco sul quale far sfilare gli ospiti per i motivi sopra esposti.
Ma una pedana speciale, s’intende:

 

  • In alto si accedono -se noi vogliamo- dei fari colorati per danzare nella luce
  • Possono accendersi dei fari molto speciali, raggi di trasformazione, che ci consentono di metterci nei panni degli altri per capirne la logica
  • Può scendere sul palco un telo, uno schermo, sul quale proiettare i film chiusi nell’armadio della conoscenza che ci consentono di riflettere su quanto accaduto e modificarne il  ricordo (quando devastante) nella memoria.
  • Può salire da una piccola botola nascosta nel pavimento del palco-pedana, un lettino per far riposare e consolare le persone doloranti
  • Rappresentare qualunque cosa debba essere -a nostro avviso- rappresentata per migliorarne l’effetto, come Jacob Moreno nella sua proposta di psicodramma suggerisce
  • Un’uscita di servizio, una porticina all’improvviso sopra la quale sta scritto altrove per viaggiare da soli o in compagnia, magari con chi abbiamo appena ricevuto in Centrale.
  • Un armadio della salute pieno di erbe medicali, creme benefiche, lozioni salvifiche per  “curare” noi stessi e/o i nostri ospiti. Una lampada magica che manda luce blu a chi ne ha bisogno. La cromoterapia individua il blu come il colore rilassante per antonomasia.
  • Un armadio della tecnica fornitissimo di tutti gli attrezzi -moderni e antichi- per vivere le avventure che non possono essere vissute a mani nude (dalle picozze da scalate ai razzi, alle tute da palombaro, ai computer più sofisticati…)
  • La poltrona del comando solo nostra, di noi che governiamo quel piccolo regno. Con davanti una consolle elettronica per comandare gli impianti di Centrale. Un tavolo speciale di lavoro con monitor per indagare sul mondo in quel momento e farsene un’opinione a prescindere dai media…
  • Altro che non posso dire qui………………………………………………………..    …………………………………………………………………………………………….

 

NON RESTA CHE GIOCARE AL MONDO CHE VORREI
MAGARI IMBRIGLIO NELL’INCONSCIO COLLETTIVO
UN PENSIERO VINCENTE
grazie Jung