La flotta inglese al comando dell’Ammiraglio Cloudesley Shovell, durante la guerra di Successione Spagnola nell’Agosto 1707, bombardò il porto di Tolone e inflisse danni alle navi da guerra francesi ivi ormeggiate. Quindi, secondo gli ordini, veleggiò con 15 navi diretta a Portsmouth sulla Manica. Passata Gibilterra, in Atlantico incontrò una grossa tempesta. La visibilità era scarsa e si annullò. Le bussole di bordo erano poco precise, ma – cosa grave – anche gli orologi erano affetti da errori, quindi i calcoli della longitudine, già prima del maltempo, erano erronei. Avvicinandosi all’imbocco del canale della Manica, quelle navi si trovavano parecchie decine di miglia più a Nord di quanto ritenessero.

Fecero rotta verso Nord Est e alcune di esse cozzarono contro gli scogli disabitati a Sud Ovest delle Isole Scilly che sono sparse a seguire la direzione della Cornovaglia verso l’Oceano Atlantico (Land’s End). La Association (90 cannoni) – nave ammiraglia di Shovell – affondò rapidamente subito seguìta da Eagle, Romney e Firebrand. 2000 uomini e l’ammiraglio perirono nel naufragio.

Quel disastro fece una grossa impressione, eppure ci vollero 7 anni prima che il governo inglese promulgasse il Longitude Act. Questa legge stabiliva un premio di 20.000 sterline per l’orologiaio che producesse un cronometro di alta precisione: confrontando l’ora segnata con le osservazioni astronomiche, si sarebbe calcolata la longitudine a ogni istante di lunghe traversate. Il cronometro doveva mantenere la sua accuratezza malgrado le più forti variazioni di temperatura, pressione atmosferica, umidità e moto ondoso e non doveva subire nessuna corrosione dovuta alla salsedine dell’aria marina.

John Harrison, carpentiere-orologiaio inglese, fra il 1730 e il 1761 produsse 5 cronometri sempre più perfezionati. Contenevano molle a spirale compensate e ingranaggi c all’Ammiragliato on le corone in legno di quercia e i denti in lignum vitae [una zigofillacea durissima dell’America centrale e della Florida (guaiacum sanctum) che emette anche una sostanza oleosa e, quindi, non ha bisogno di lubrificante]. Harrison presentò all’Ammiragliato il suo modello H5 che fu messo alla prova e sulla nave Deptford viaggiò per 7000 chilometri da Portsmouth a Kingston in Jamaica. Negli 81 giorni della traversata, il cronometro perse pochi secondi e Harrison fu premiato. Da allora le navi non solo britanniche sono state munite di cronometri sempre più perfezionati e poi, notoriamente, di radar e di navigatori satellitari,

Attualmente in Michigan, l’orologiaio Rick Hole progetta e costruisce su commissione repliche ispirate al cronometro Harrison.

È verosimile che il famoso matematico, fisico e astronomo francese Pierre Simon de Laplace (1749-1827), che perfezionò la teorie e gli algoritmi di Isaac Newton, sia venuto a conoscenza delle invenzioni di Harrison. Il concetto di una macchina atta a funzionare per tempi lunghissimi e ad elaborare dati numerici, può avergli ispirato l’idea che le equazioni della dinamica potessero in avvenire essere utilizzate per gestire il funzionamento di una macchina ancora non descrivibile al tempo suo. Concepì dunque tale macchina come una intelligenza superiore capace di calcolare il passato e l’avvenire se si fosse trovato il modo di immettervi l’immane insieme dei dati completi di condizioni iniziali.

Laplace precorse l’invenzione del matematico e ingegnere inglese Charles Babbage (1791-1871) di una macchina calcolatrice differenziale, quando scrisse:

“Un’intelligenza che potesse conoscere in un certo istante tutte le forze che animano la natura e la posizione rispettiva delle entità che la compongono, e che fosse anche tanto vasta da poter analizzare i dati citati, includerebbe nella stessa formula i moti dei più grandi corpi dell’universo e quelli dell’atomo più leggero. Tale intelligenza non avrebbe incertezze: sia l’avvenire, sia il passato sarebbero presenti ai suoi occhi.”

Pierre Simon de Laplace – Saggio filosofico sulle probabilità. (1814)

Possiamo pensare che abbia tratto ispirazione da questa pagina di Pascal anche Jay W. Forrester, i cui modelli di sistemi dinamici destarono notevoli interessi, ma non condussero a formulare efficaci previsioni socio-economiche.

  • Pubblicato su L’Orologio 16/01/2024