Le nuove tecnologie tendono alla disintermediazione. E-commerce, home banking, social network, wiki ci mettono in condizione di arrivare subito all’informazione o all’azione che ci serve. L’intermediazione di strutture, uffici, livelli gerarchici appare come obsoleta e in via di estinzione. Ma con il proliferare dei big data sarà veramente così?

Anche in politica l’affermazione inaspettata del Movimento Cinque Stelle confermerebbe la morte dell’intermediazione partitica, a favore di un rapporto diretto del cittadino con la rete attraverso cui può arrivare dentro i palazzi del potere, senza dover fare una carriera all’interno di un apparato politico o burocratico, che purtroppo poi sconfina in massonerie parallele, servizi segreti deviati, criminalità organizzata.

Perché sparisce l’intermediazione? Se prima desideravo un libro dovevo andare in una biblioteca o in una libreria, parlare con un commesso, ordinare il libro e passare a ritirarlo. Tempo, una settimana, se andava bene. Oggi vado su Google o su Amazon, acquisto con un clic sul carrello, pago con un clic su Paypal, scarico l’epub e leggo. Tempo, un minuto. Se poi faccio la stessa cosa con una tavoletta Kindle o Kobo, clicco direttamente sulla copertina del libro e leggo perché il sistema pensa da solo ad accreditarsi il pagamento dalla mia carta di credito.

Tutto fa pensare che si continui sempre di più in questa direzione.

Ma è proprio così? Ognuno di noi può accedere allo sterminato mare di informazioni senza intermediazioni? In apparenza sì, perché clicco ed è fatta. In realtà, se osservo tutto ciò che appare al momento sul mio monitor o sul mio display mobile, alcune cose le ho chieste io, altre compaiono da sole, ma stranamente sono coerenti con le mie richieste. Quindi i risultati delle mie ricerche non sono uguali a quelli di altre persone, perché Google o Amazon mi fanno vedere quello che secondo loro mi piace di più. Algoritmi sempre più sofisticati elaborano la storia delle mie richieste e tracciano un mio profilo, per cui mi propongono libri o link a me congeniali, così come Facebook mette in evidenza fra i miei contatti quelli con cui ho maggiori scambi di interazioni, e mostra annunci in linea con gli argomenti che tratto più frequentemente.

Alla lunga il risultato è che ognuno di noi si crea una sua bolla virtuale, un habitat che rispecchia i propri gusti e le proprie idee. Da un lato ciò ci rafforza nelle nostre convinzioni, dall’altro ci rende meno disposti ad accettare idee differenti.

Però ora si comincia a capire che i sistemi organizzativi e informativi sono diventati talmente complessi e mastodontici che un algoritmo non basta ad orientarci e aiutarci, anche perché l’algoritmo è disumano, invisibile, inquietante. Inoltre l’abbondanza delle risorse e opportunità della rete ha reso sempre più scarsa la risorsa tempo. Avremmo tutto a disposizione, solo se avessimo il tempo di cercarlo!

Quindi si prevede che pian piano si ricreino strutture di intermediazione di nuovo tipo, che come valore aggiunto offrono il tempo. E’ un nuovo tipo di consulenza, basato sul problem solving e la facilitazione. Per esempio, se un manager di un’azienda vuole migliorarne i controlli di qualità e ha sentito parlare di six sigma, ha due strade davanti a sé: fare tutto da solo o rivolgersi allo specialista. Se vuole fare tutto da solo, nel web trova un sacco di cose, ma non sa se sono corrette o no, e non conoscendo bene l’argomento non è nemmeno in grado di valutare quale delle versioni discordanti è più attendibile. Se si rivolge al consulente tradizionale si mette nelle sue mani e può solo accettare o rifiutare i suoi consigli. Il nuovo intermediatore invece può essere un consulente di processo che invece di dargli soluzioni preconfezionate lo aiuta a cercare le proprie soluzioni e gli fa risparmiare un sacco di tempo.

Gli intermediari burocratici di vecchio tipo detengono l’informazione come privilegio, complicano le procedure per avere più potere, tendono ad essere autoreferenziali. Gli intermediari di nuovo tipo metteranno a disposizione l’informazione utile, ma solo quella, semplificheranno le procedure, saranno orientati ai problemi più che alle soluzioni. Potranno essere società, gruppi di lavoro, professionisti singoli, o anche aggregatori personalizzati di informazioni o applicazioni dedicate come il meteo o Runtastic per fare jogging. 

Tornando alla politica, il Movimento Cinque Stelle 2.0, pur restando fedele al principio dell’uno vale uno (basato sul clic del mouse, ogni clic vale uno), ha introdotto le figure dei cinque referenti nazionali che faranno da supernodi (hub) nella rete degli amministratori locali, da facilitatori delle relazioni fra centro e periferie. Ora vedremo se ad essi si aggiungeranno altri tipi di intermediari, per strutturare il Movimento non come un apparato partitico di vecchio stampo, ma come una rete gerarchica con nodi e hub più o meno importanti per quantità e qualità dei collegamenti, un po’ come la struttura del traffico aereo.

In conclusione, se cerco informazione gratuita e ho tempo da perdere, posso muovermi nel web da solo, tenendo presente però che comunque sto usando intermediari virtuali nascosti (gli algoritmi di profilazione). Se cerco soluzioni specifiche e non ho tempo, è meglio che mi cerchi qualcuno che può aiutarmi a camminare nella giungla. 

L’angelo web, il facilitatore, il solutore virtuale di problemi saranno i nuovi intermediatori nel campo della formazione e consulenza manageriale. E più che vendere corsi e consulenze venderanno il risparmio di tempo. 

 

http://www.invisibledata.net/mappa-delle-rotte-aeree-v2/

 

 

                                                      Nodi e hub nelle rotte aeree europee