“Tieni da conto i penny e le sterline si terranno da conto da sole” [Take care of the pence and the pounds will take care of themselves] diceva il finanziere William Lowndes nel 18° secolo.  È consiglio che sembra ragionevole, ma non lo è sempre. Se ti perdi nei dettagli, puoi trascurare le cose importanti – diventi “penny wise and pounds foolish” (saggio per i penny e stupido per le sterline). Si può fare un discorso simile per i tempi risparmiati e per le alte velocità dei computer. I personal computer che fanno miliardi di operazioni al secondo, servono a poco se li usiamo per scopi irrilevanti. Qualche volta il difetto “sta nel manico”: siamo noi a essere lenti. Le perdite di tempo più dannose sono perpetrate da chi è vago o disorganizzato. A questo non può rimediare chi produce  PC o sistemi operativi.

I tempi di accesso ai PC dipendono dallo hardware e dalla abilità dell’operatore. Sono davvero morte e seppellite le tastiere? Le icone, i touch screen e i computer che scrivono sotto dettatura le hanno sostituite per sempre? Taluno lo sostiene, ma non sono d’accordo: una buona tastiera (di cui riparlo più oltre) è deterministica, mentre le funzioni touch  talora lo sono meno.

 

Consideriamo, intanto, le velocità umane. Decenni fa nelle scuole americane si insegnava la dattilografia. Molte ragazze erano addestrate come segretarie. Stenografavano e scrivevano a macchina rapidamente. Quanto rapidamente? I campioni usano tutte e dieci le dita e non guardano nemmeno la tastiera. Questa abilità (in inglese touch typing = “scrittura a tocco”, in italiano “tastiera cieca”) si insegna anche in corsi per conseguire la Patente Europea di Computer. Secondo il Guinness dei Primati il dattilografo più veloce del mondo è Michael Shestov: 217 parole al minuto, equivalenti a 1.320 battute – una ogni 45 millesimi di secondo. E’ una prestazione da virtuoso, simile a quella di certi chitarristi. Sono velocità che si raggiungono solo scrivendo parole che hanno senso. Il cervello le registra ed emette ordini fulminei alle dita che le scrivono. Nessuno saprebbe scrivere così velocemente lettere a caso o parole senza senso. Se vuoi misurare la velocità a cui digiti, il test, che trovi su www.typingtest.com, si fa in 2 minuti, misura le battute o le parole al minuto e conta anche gli errori che commetti. Per chi compone testi al computer (non solo letterari, ma anche lettere, studi, relazioni) la velocità è largamente irrilevante. Conviene scrivere lentamente, meditare le parole, fermarsi, tornare indietro, correggersi.

La velocità e il ritardo di ripetizione e l’intermittenza della tastiera di un PC moderno si possono modificare per adattarli ai tempi di reazione dell’utente. Così si  riesce meglio a evitare i refusi.

Certi siti mirano a farci risparmiare tempo ricorrendo al “second guessing” – significa: anticipare quello che un altro sta per dire, “mettergli le parole in bocca”, dare per scontata un’opinione che ancora non ha espresso ed enunciarla a voce o per iscritto prima che possa farlo personalmente. Se provi a second guess qualcuno e sbagli, puoi essere molto irritante.

Google lo fa per facilitare le tue ricerche e farti risparmiare tempo. Non funziona con le parole che cominciano come i nomi dei giorni della settimana o dei mesi. Se digito “dome …”, mi suggerisce subito “domenica”, mentre io volevo cercare “domestic product, gross”. Se digito “jan …”, propone “January”- e io volevo “janua coeli”. Se digito “sab …”, devo saltare avanti: non intendevo “sabato”, ma “sabotaggio”.

Invece Google è efficiente, inaspettato e micidiale, se cerchi citazioni anche in parecchie lingue diverse.

Scrivi “gallia est …“ e riconosce subito l’incipit di De Bello Gallico [Gallia est omnis divisa in partes tres]. 

Scrivi “Nach Frankreich zogen …” e ti appare subito il link a  ”I due granatieri” del poeta Heinrich Heine. Vengono riconosciute rapidamente anche poche parole consecutive dal testo di altre liriche dello stesso autore.

Ho traslitterato malamente il testo russo “Ne slishni v sadu dazhe …..” [Non si sente nel giardino nemmeno un sussurro …. ]  e Google ha completato in cirillico i versi e il link al testo della canzone di mezzo secolo fa “Serate intorno a Mosca”.

Da “A modest proposal …” si risale subito al titolo della satira di Jonathan Swift “Una modesta proposta per evitare che i figli dei poveri in Irlanda …”.

In base a poche parole del titolo si ritrovano naturalmente anche lavori scientifici e tecnici, trattati, formule, teorie. Se digiti le prime cifre di costanti matematiche – pi greco, la base dei logaritmi naturali, la costante di Eulero e così via – Google le riconosce e ti dà le cifre seguenti.

I risparmi di tempo significativi, come accennavo, non si ottengono accumulando guadagni di secondi quà e là, ma con ricerche organizzate a integrare insiemi di conoscenze strutturati razionalmente – non in modo episodico o casuale.

 

 

 

L’Orologio – 5/2/2016