fiducia
fi·dù·cia/
sostantivo femminile
1. 1.
Attribuzione di potenzialità conformi ai propri desideri, sostanzialmente motivata da una vera o presunta affinità elettiva o da uno sperimentato margine di garanzia: aver f. in una persona, nel progresso, nelle proprie forze; ispirare fiducia.

  • Ottimistica aspettativa riguardo al futuro. “clima di fiducia”
  • Persona di fiducia, ritenuta adatta all’adempimento di compiti delicati o importanti.
  • Medico, avvocato di fiducia, liberamente scelto dal cliente.
  • Posto, impiego, incarico di fiducia, di particolare delicatezza e responsabilità.
  • Voto di fiducia, l’assenso del Parlamento al Governo, condizione necessaria al regolare esercizio delle funzioni di questo in un sistema parlamentare.
  • Questione di fiducia, quella che il Governo pone al Parlamento, subordinando la propria sopravvivenza in carica al voto di questo circa uno specifico provvedimento.

2. 2.
Credito.
“una ditta che gode di molta f.”

La fiducia è una specie di fil rouge che ci accompagna nella vita.
Quando non conosciamo, non siamo ancora in grado di capire intellettualmente un concetto,  la fiducia più grande la riponiamo nella persona che ci ha dato la vita. In quel caso passa dal cordone ombelicale e, anche quando viene tagliato, sembra che impercettibilmente è rimasto intatto: in molti casi per tutta la vita.

 

 

Puoi litigare con tua madre quante volte vuoi, puoi allontanarti, riavvicinarti, insconciamente rimane questo legame di fiducia per tutta la nostra vita. E, generalmente, quando nostra madre viene a mancare, siamo pervasi da un senso di perdita totale.

Crescendo, cominciamo ad imparare i diversi tipi di rapporto che si stabiliscono con le persone, e  animalescamente intuiamo le differenze tra le persone con le quali siamo a contatto quotidiano, i familiari, gli amici, e quelle che ci ispirano fiducia. 

Avere fiducia in un’altra persona significa confidarsi senza remore, condividire tutto, avendo la sicurezza che sia quasi un parlare con te stesso. Dovrebbe essere il sentimento più vicino all’amore, visto che non si può essere veramente innamorati se non si ha fiducia nel soggetto che amiamo. Sarebbe un controsenso. E l’amore è il sentimento più nobile, amabile, struggente, totalizzante, cardine della nostra vita.

Per poter dare ed ispirare fiducia è necessario conoscere se stessi. Accettare quello che siamo senza togliere né aggiungere nulla. Una prassi apparentemente facile e banale, che comporta una grande onestà con se stessi, una pratica continua fatta di riflessione, di analisi, di quello che siamo e di come ci comportiamo con gli altri. Ci vuole molto tempo per accettare che siamo solo degli esseri umani, belli, incapaci, incoerenti, complessi. 

Il lavoro  oggi si è trasformato in un sottobosco umano, dove si muovono delle persone che lottano disperatamente per portare un po’ di soldi a casa con i quali mantenersi a galla. In questi posti dove confluiscono tante persone, pagate ad ore, come se stessimo ancora negli anni ’20, non riesci ad avere il tempo per guadagnarti la fiducia di qualcuno. Tutto è molto veloce, improntato sulla produttività immediata, con un turnover così alto, direttamente relazioniato alla quantità di disoccupati in Italia in questo momento. Chi offre il lavoro, qualsiasi tipo di lavoro questo sia, consegna a domicilio (vedi Rider) o un call center o lavorare ad un McDonald o bar che sia, sa benissimo che dietro a quella persona disposta ad accettare tutte le condizioni che le sono imposte, ci sta una schiera del doppio e qualche caso del triplo di altre persone pronte a subentrare. Illuminante il servizio fatto da La Gabbia Open su Amazon: Viaggio dentro il modello di lavoro Amazon  

 

E a questo punto la fiducia è una merce rara! coltivata con pazienza ed amore (se ancora ne sei capace) cercando di costruirti un piccolissimo orticello in mezzo alla campagna sterrata. Sapendo che in qualsiasi caso la tua permanenza in questo orticello che ti stai costruendo non dipende veramente dalle tue capacità professionali ma, soprattutto, da un qualcosa che si chiama fortuna, per non dire direttamente “culo”. La fortuna di essere al momento giusto, nel posto giusto, ed essere capace di cogliere l’attimo.

L’attimo per ricordare a te e agli altri che siamo essere umani, persone, molte di queste con una professione alle spalle, con delle esperienze e delle capacità superiori al lavoro che stanno svolgendo ma, costretti dalla mancanza di opportunità, a diventare una pedina in più che può essere rimpiazzata così facilmente che manco ti rendi conto di essere già fuori.
E ripensiamo alla parola fiducia.

La fiducia: costruirla, cercarla, darla, crearla, ispirarla!

Nell’ambito delle scuole – soprattutto alle Medie -, la fiducia dovrebbe essere un qualcosa di prezioso, perché i bravi professori  hanno di fronte a loro dei fragili ragazzini molte volte abbandonati  a sé stessi. La crisi economica determina tante volte la poca presenza dei genitori o la separazione consensuale o meno degli stessi, con delle conseguenze dirette su questi adolescenti. Così i  professori diventano ancora più importanti per aiutare a questi adolescenti a credere in se stessi e nel loro futuro! 

Purtroppo, tante volte, invece di creare fiducia questi professori sono capaci di creare solo delle incertezze, di ridurre l’autostima a questi adolescenti senza  rendersi conto del danno che possono fare. Una società civile deve necessariamente divenire solidale, vissuta da persone che sono state educate alla solidarietà.