Vedere Irma in azione è stato sicuramente una esperienza terrificante! La possibilità che la tua casa e tutto quello che per te è caro sia spazzato via da un forte vento di circa 300 km./h è veramente devastante.

 

 

Certo, ci sono delle teorie contrastante sulla conservazione del pianeta e sul come il modo di vivere degli essere umani abbia potuto affettare e cambiare il clima. Molti scienziati sono convinti che questi cambiamenti climatici sono determinati da una serie di varianti che non hanno nulla a che vedere con l’operato degli essere umani. Molti altri, gli ambientalisti per primi, naturalmente la pensano totalmente all’opposto.

Francamente, a me interessa capire altro.

Mi interessa capire perché in presenza di una catastrofe naturale, o anche di una catastrofe provocata intenzionalmente da qualcuno, nel momento che devi pensare solo a salvare la tua vita, molta gente, e potremo dire che sono la grande maggioranza, più che pensare alla propria vita pensano alle loro cose, alle loro proprietà; e non è un caso isolato sapere di qualcuno che ha perso la vita per tentare di mettere in salvo la macchina, o di chi è tornato indietro a prendere le cose di valore ed è rimasto intrappolato.

Viviamo in un mondo dove chi perde i soldi, le proprietà, quello che apparentemente da una dignità sociale, perde tutto. Diventare un senza tetto dalla notte alla mattina non è uno scherzo.

Alla epoca di nostri genitori una cosa del genere non era possibile che succedesse, era veramente un caso tra mille. Si poteva trattare di una grande tragedia, o si parlava di una grande disgrazia di famiglia se per caso si veniva a scoprire che un membro della famiglia si era giocato tutto al casinò o qualcosa del genere.

Oggi, la società nella quale viviamo, è molto più smembrata, le famiglie non sono più quella rete di sicurezza che proteggeva tutti o diciamo che i nuclei famigliari sono sempre più ristretti. Una volta il nucleo famigliare normale comprendeva genitori, figli, padri dei genitori, fratelli e sorelle dei genitori, ossia i famosi zii sempre onnipresenti, i cugini, e dopo i nipoti e pronipoti.

Questa rete famigliare era così forte che non ci si chiedeva nemmeno, era assolutamente implicito che chiunque dentro questa rete avesse dei problemi veniva aiutato dagli altri componenti. Ognuno con le sue proprie capacità e volontà, ma non ci si chiedeva nulla, si faceva e basta.

Le difficoltà odierne delle famiglie, vista la forte crisi economica nella quale ci vediamo coinvolti, sono così estese che non solo hanno provocato che questa rete famigliare si chiuda sempre più stretta a pochi membri della famiglia ma hanno dato origine anche a dei fenomeni non visti usualmente.

Nonni pensionati che mantengono figli e nipoti, non solo economicamente ma anche di fatto, vivendo tutti nella stessa casa, o avendo cura dei figli mentre i padri lavorano, andando a scuola a prenderli e fare da baby sitter fino a che qualcuno dei due genitori può tornare a farsi carico del figlio.

Per fortuna, l’età media si è allungata di molto, ed i nonni di oggi non sono come i nonni di una volta che venivano visti dai bambini con molto rispetto e quasi paura da una apparenza molto autoritaria, aiutata dalla rigidità dei costumi e chiaramente dai vestiti e dal modo di fare. Oggi, tante nonne settantenni si mantengono in perfetta forma, si vestono ed agiscono che sembrano delle cinquantenni e i nipoti le vedono tranquillamente come una seconda mamma solo un poco più vecchie della propria.

 

In più, queste nonne, avendo più esperienza hanno molta più pazienza delle madri, sono in grado di capire una serie di giochi e realtà virtuali e quando questo non succede sono i nipoti che mostrano ai più anziani come si usa il cellulare, il tablet e così via. Senza contare che anche la categoria maschile dei nonni, oggi è molto più disponibile -meno lontana in tutti i sensi- a passare del tempo con i nipoti, a farsi carico tranquillamente e con piacere di questi nipotini, andando a portarli da una palestra alla piscina, o a giocare a tennis, o andare a cavallo o alle classe di ripetizioni. Sono perfettamente capaci di fare un pranzo, preparare una cena e cambiare un pannolino.

Tutto perfetto? No.

Perché questa rete sociale famigliare può essere anche molto fragile, di fatto lo è, e basta che succeda un qualcosa di inaspettato e la rete può frantumarsi in mille pezzi con delle conseguenze nefaste per tutti quanti.

Naturalmente, soprattutto per i più deboli ci viene da dire automaticamente: i bambini e gli anziani.  Solo che,  oggi come oggi, ci troviamo con una situazione anomala, nella quale i più devastati sono i quarantenni e cinquantenni disoccupati. Persone che non intravedono nessun futuro, e che devono accettare qualsiasi tipo di lavoro per portare qualche soldo a casa. Situazioni umilianti, poco gratificanti, che molte volte finiscono con una separazione di fatto in casa (divorziare costa, dunque si continua a vivere sotto lo stesso tetto) e con tutte le conseguenze che significa la frantumazione di questa rete familiare.

Cosa c’entra con tutto questo l’uragano?

Forse che davanti a una catastrofe così grande si ripensa ai fondamentali, a salvare la vita! Magari, lo facessimo giorno per giorno, cosa di valutare quel che abbiamo molto di più.

Ed ora, c’é Maria…

Aggiungo che giusto in un periodo di uragani e tragedie varie, ho vissuto personalmente la esperienza inebriante di trovare delle persone che dimostrando una grande solidarietà, fraternità e  umanità mi hanno offerto il loro spontaneo aiuto e hanno messo a disposizione tutta la loro professionalità, rendendomi ancora una volta felice e convinta che la condivisione è la strada migliore!  Un grazie enorme a Daniela e Maria…