Noi siamo delle piccole cose, degli infinitesimi di molecole ed acqua che formano un misero corpo che si muove bene, con difficoltà e a stenti su questo terreno che abbiamo sotto i piedi.

Ci sentiamo ognuno di noi, così importante, così indispensabile, come se la sorte dell’umanità dipendesse dai nostri pensieri. Arriva un momento nella nostra vita nella quale ci rendiamo pienamente conto della nostra pochezza, delle nostre limitazioni, della velocità e della poca consistenza o, meglio ancora, della durata del nostro passaggio.

E la sensazione più forte è quella di avere meno tempo a disposizione! Meno tempo da perdere, meno tempo da sprecare, per  litigare, per odiare, per disprezzare, per non fare nulla di costruttivo, per  imparare, per crescere intellettualmente, per divertirti, e da condividere con le persone che ami.

Alcuni si affidano alla religioni, qualsiasi questa sia! Puoi pensare ad un altro tipo di continuazione. Alla reincarnazione, al Paradiso, ed immagino che mano a mano che cresce l’angoscia degli essere umani crescono anche le promesse che vengono fatte da chi promette un qualcosa che ti proietta in un futuro eterno.

Penso sempre di più che l’importante sia il qui e ora.

Vedo un Mediterraneo1, 2 sempre più convertito in un cimitero con degli essere umani che vengono trattati come un nulla. La loro morte non ci sorprende più, semmai si trasforma in un dibattito se è vero o è una fake news che tutto questo continui a capitare.

Pensavo, l’altro giorno, che ci sono delle donne e degli uomini nati in Palestina che non conoscono altro che la guerra, sono nati e cresciuti in guerra. Vivere in una città senza bombardamenti, soldati con il mitra in mano perennemente per loro è inconcepibile.

Oppure un popolo come quello della Corea del Nord che vive sotto i dictat di Kim Jong-un senza osare pensare a vivere e spostarsi liberamente per il mondo.
Abbiamo creato delle società altamente diverse sia culturalmente sia, soprattutto, economicamente ed il risultato è che abbiamo paesi quasi completamente autosufficienti che vivono in pace e godono di una qualità di vita buona, decente e facile.

Abbiamo, invece, altri popoli che ancora non hanno la luce elettrica e i bambini non possono fare i compiti una volta che tornano da scuola. Senza toccare tutta la parte relativa alla sanità, al diritto ad essere curato e mantenuto come un essere umano.

Abbiamo paesi nei quali le attenzioni veterinarie che vengono date agli animali domestici, che quasi tutti abbiamo nelle nostre case, sono meglio di quelle che riceve un disgraziato in un paese sottosviluppato del terzo e quarto mondo 3.
 
Abbiamo vissuto delle guerre attroci, abbiamo vissuto la Shoa (della quale ancora qualcuno nega l’ esistenza), potremo imparare veramente qualcosa un giorno? Potremo pensare che possa essere normale ipotizzare una sola categoria di razza? Umani…

Tecnologicamente siamo diventati così avanzati che sappiamo tutto e siamo molto informati di tutte le catastrofi a livello mondiale nei successivi dieci minuti dopo che il fatto stesso e’ accaduto, ma sappiamo molto poco del nostro vicino di casa.

Abbiamo paura di comunicare con chi non conosciamo, con chi pensiamo sia tanto diverso da noi, abbiamo paura di tutto quello che non sia “conosciuto”. Infatti, si tende sempre di più a frequentare gli stessi posti, gli stessi amici, perfino a rileggere dei libri già letti.

La paura viene alimentata constantemente a livello mediatico. Ad ogni paese il suo livello di paura, ed il suo livello di armi possedute dai civili che la popolano. Ci prospettano nuove leggi, nuove normative, nuove regolarizzazione del come e del perchè stiamo in questo mondo.

Vorrei più umane considerazioni! Più eguaglianza, più diritti, più gustizia, più possibilità per tutti!

Tra le tante citazioni di George Orwell, profetico nella sua descrizione di una società che vive nella paura e con la paura convive, c’é questa “Le parole democrazia, socialismo, libertà, patriottico, realistico, giustizia hanno ciascuna diversi significati differenti che non possono essere riconciliati tra loro.”

Penso che il significato di queste parole sia cambiato nel tempo e bisogna creare un linguaggio nuovo. Non si può più parlare di democrazie in un mondo dove la gente muore costantemente senza problemi per nessuno, non si può parlare di socialismo dove sono cadute le ideologie e ci sono delle generazioni che veramente non conoscono il loro significato, e parlare di patria mi sembra arcaico, nel senso che la patria dovrebbe avere un senso se è una sola, per tutti, senza barriere di frontiere e linguaggi e leggi e filo spinato e dogane e dazi e ……

Utòpico? Certamente!

Ma ancora si dice che sognare non costa nulla, vediamo quanto è vero…

 

Note:

1. Morti nel Mediterraneo: oltre 2.000 nei primi sei mesi del 2o17. Amnesty International.

2. Negli ultimi 15 anni sono morti nel Mediterraneo oltre 30mila migranti. La maggior parte resta ancora senza un nome. L’Inkiesta.

3. Secondo il Barilla Center for Food and Nutrition (BCFN) ormai siamo di fronte a un paradosso: i bambini obesi superano, a livello globale, in numero quelli sottopeso: 155 milioni contro 148 milioni.