Il processo di digitalizzazione che ormai si è imposto a livello mondiale coinvolge anche il nostro Paese per le ricadute che esso ha su tutte le attività umane, da quelle produttive al tempo libero. Si tratta quindi di un elemento guida della competitività.

L’Italia sia pure in ritardo ed un po’ all’inseguimento di Paesi molto più avanti in questo processo, ha però di recente di certo attivato una progettualità rispetto al tema, ma emerge con chiarezza la necessità di un’accelerazione.

Gli strumenti necessari sono una guida capace, una normativa adeguata e stimoli finanziari; il primo obbiettivo deve essere di tipo infrastrutturale: industria 4.0, banda larga, digitale sono aspetti dello stesso problema, peraltro in consonanza fra loro.

La trasformazione culturale della nostra epoca  può essere rappresentata dalla correlazione fra il tempo del switch off e quello del multicanale. Il gap che non consente di procedere alla necessaria velocità è rappresentato dall’esistente distanza fra tecnologia acquisita e applicazione: questo avviene  per motivi diversi (governante, competenze, sviluppi di mercato) ed è ben rappresentato dallo scarso utilizzo di uno strumento di avanguardia, come l’intelligenza artificiale.

A causa di questo gap la dimensione critica non è stata raggiunta, ponendoci rispetto alla globalizzazione in  una posizione di debolezza.

Cosa fare per accelerare?

Innanzitutto fare sistema il che vuol dire nell’educazione  affrontare il tema dalla scuola all’università, nell’economia sviluppare un’azione delle start up che sia realmente  di promozione, nella programmazione coprire il territorio senza eccezioni e zone sacrificate, nella politica sanitaria e culturale applicare la digitalizzazione alla fruizione di ospedali e museo, in quella scientifica aumentare i finanziamenti, proteggere la proprietà intellettuale.

E’ poi necessario un rapporto più stretto fra pubblico e privato, rinnovare il ruolo della burocrazia, da ostacolo da superare a motore del processo. Esempi quali Poste e Ferrovie dello Stato devono essere poste nella condizione di contrastare la concorrenza attraverso la messa a comune di servizi, che solo può avvenire con un adeguato tasso  di digitalizzazione che consenta la circolazione del dato e la circolarità dei servizi.

Non si tratta di fare un portale, come si sente spesso dire, ma  un’Italia log in