Gli 80 sono i nuovi 50?? Nel mese di ottobre a Senior Impact Initiative 2018 a Milano presentata una ricerca Doxa

Lo scorso ottobre ho avuto modo di partecipare a una sessione aperta di “Senior Impact Initiative”, all’interno del SingularityU Italy Summit 2018. Si tratta di una conferenza annuale di due giorni di incontri e confronti tra rappresentanti del vasto e articolato panorama dell’innovazione. Nel corso dei lavori gli oratori che si sono succeduti nei vari interventi hanno avuto il pregio di sollecitare, in me, la necessità di riflettere ulteriormente in merito alle cosiddette “tecnologie esponenziali” e al loro impatto nella vita di tutti i giorni, in particolare dei senior, tema poi ripreso nella presentazione della ricerca di Doxa su “Senior e tecnologie”.

Avevo appreso alcuni concetti base sulle tecnologie esponenziali tra gli anni ’90 e 2000, in particolare rispetto alla legge di Moore (1), durante i 10 anni in cui ho affiancato l’ufficio stampa di Intel Corporation Italia, ma durante la sessione di “Singularity Impact Initiative” siamo andati ovviamente oltre, essendo nel frattempo trascorso quasi un ventennio. Cercherò di sintetizzare qui alcuni obiettivi che gli organizzatori si pongono. 

L’evento milanese, presentato e coordinato da Diego Gil Hermida, Co-founder e Managing Director SingularityU Italy, era rivolto a una rete di senior (dai 60 anni in su) ricercatori, educatori, imprenditori, professionisti, rappresentanti delle istituzioni, disposti a collaborare per poter costruire anche in Italia nuove occasioni di confronto e condivisione dello spirito “disruptive” che anima la comunità della Singularity University.

Come ha ricordato David Orban, Co-founder e Presidente SingularityU Italy nel corso del suo intervento di Milano, il fatto di avere ideato dieci anni fa la Singularity University in California non escludeva ovviamente che il progetto potesse avere un’estensione globale e il fatto che anche l’Italia abbia raggiunto questo obiettivo, secondo Orban può essere la dimostrazione che il nostro paese crede nell’innovazione e nel futuro.

 

Ma che cos’è la SingularityU?

La Singularity University (SU) è una società no-profit la cui mission è quella di educare, ispirare e permette ai leader di risolvere le grandi sfide dell’umanità, applicando le tecnologie esponenziali. L’impegno di Singularity University è quello di creare un impatto globale positivo e sostenibile, attraverso il quale far beneficiare miliardi di persone semplicemente grazie ai programmi e alle attività che propone, suddivisi in tre aree principali: istruzione, innovazione e comunità. L’ecosistema globale della Singularity University è formato da individui, imprese, istituzioni e investitori, e le ONG sono già attive in più di 90 paesi.

Dopo l’edizione 2017, la prima del SingularityU Italy Summit (e in attesa del secondo appuntamento di ottobre 2018) è stata nel frattempo ufficialmente costituita anche SingularityU Italy, essendo l’Italia stata riconosciuta come Country Partner da parte di Singularity University. La SingularityU Italy opera in virtù della certificazione B Corp, attestazione rilasciata dall’ente no-profit americano B Lab e rappresentano un’evoluzione del concetto stesso di azienda, in quanto integrano nel proprio oggetto sociale, oltre agli obiettivi di profitto, lo scopo di avere un impatto positivo sulla società e sulla biosfera. Per ottenere e mantenere la certificazione, le aziende devono raggiungere un punteggio minimo rispetto a un questionario di analisi delle proprie performance ambientali e sociali e, successivamente, integrare i propri documenti statutari con dichiarazioni di intenti che certifichino l’impegno sociale verso gli stakeholder.

Nel corso dell’evento aperto è intervenuto anche un giovane medico belga, Kris Verburgh, specializzato in nutrigerontologia (di cui ho usato il titolo dello speech per il mio occhiello, ndr) che ha sorpreso non poco l’uditorio,  illustrando le evoluzioni delle ricerche sul genoma e sul DNA ( e sui relativi abbattimenti dei costi per il loro uso), facendo riferimento a un uso esteso – già qui e oggi – della bioingegneria per modificare sostanzialmente gli effetti dell’invecchiamento, definita, come  una malattia multi sistemica.

Senior e tecnologia, tra sogni e bisogni, la ricerca Doxa
Coerentemente con il programma, dopo l’intervento sul tema della salute globale, a cura di Eric Rasmussen (medico americano specializzato in metodi etici di risposta in situazioni di pericolo) ben si è inserito l’intervento di Vilma Scarpino, dal 2001 direttore generale di Doxa (partner tecnico del SingularityU Italy Summit 2018), che ha presentato i risultati della ricerca svolta dall’istituto milanese su un campione di senior sul rapporto dei senior con la tecnologia.

Qui riporto una breve sintesi. Sono 13,7 milioni i 60-80enni d’Italia, perlopiù dinamici, curiosi, moderni…e, a sorpresa digitali: un’immagine quindi molto distante dallo stereotipo di “anziani” intesi come categoria debole e/o di cui prendersi cura. Come emerge dalla ricerca, il 43% degli intervistati la tecnologia e le sue molteplici applicazioni migliorano e miglioreranno sempre più la qualità della vita di tutti noi.
Un target reso attivo e dinamico da un mix di fattori oggettivi e da attitudini mentali:

  1. uno stato di benessere psico-fisico: ben il 75% degli intervistati dichiara di avere uno stato di salute soddisfacente con addirittura un 19% che arriva a definirlo “ottimo”;
  2. un’autonomia a 360 grandi: l’88% degli italiani over 60 è solito svolgere da solo visite mediche ed esami, l’86% si occupa direttamente della spesa di tutti i giorni e l’84% esegue in autonomia i lavori domestici di uso quotidiano. In più, il 64% dei senior svolge attività fisica regolare, percentuale che si attesta al 55% tra i 76-80enni;
  3. un’attenzione alla socializzazione: famiglia e amici hanno una importanza strategica per gli over 60. Il 71% vive con il proprio partner (moglie o marito), l’85% ha figli e il 65% nipoti. Poco meno della metà vede o sente i figli tutti i giorni. Per quanto riguarda la rete amicale, il 41% è solito incontrarli “spesso”.

Come ha evidenziato Vilma Scarpino “Al di là del singolo dato quello che emerge dalla ricerca Doxa è che gli over 60 vogliono sentirsi se stessi, nonostante l’età che avanza La maggior parte di loro vuole approfittare dell’opportunità offerta da una disponibilità di tempo maggiore per coltivare le proprie relazioni, realizzare ambizioni e progetti rimandati in passato e, perché no, sentirsi socialmente utili con piccoli lavori per la comunità o, ancora, attività di volontariato”.

Senior si, ma connessi
Da quanto emerge dalla ricerca la quasi totalità degli over 60 italiani intervistati ha un cellulare e nel 48% dei casi si tratta di uno smartphone, il che significa che ci sono oltre 6 milioni di device collegati a Internet in mano ai senior. Il 39% dei senior possiede e usa abitualmente un pc e un ulteriore 10% opta per il tablet. Il ricorso a email e social network, Facebook in primis, è all’ordine del giorno, rispettivamente, per il 39% e il 24% degli intervistati. Non solo. Chi è collegato a Internet nel 40% dei casi è solito leggere le notizie d’attualità online, nel 29% guarda i video su YouTube e nel 20% consulta le app e/o i siti dedicati ai propri hobby. In generale, gli uomini sono sensibilmente più attivi online rispetto alle donne. Anche l’età è un fattore discriminante: se l’80% dei 60-65enni svolge almeno una attività online, la quota scende al 52% tra i 71-75enni e al 37% tra i 76-80enni.

Tecnologia per usi utili della vita quotidiana, come salute e sicurezza sono le aree di maggiore interesse per gli over 60 digitali. Il 57% infatti troverebbe molto utile poter “parlare con i medici da casa, visualizzando i loro volti e gli esami fatti” e il 48% indosserebbe volentieri “braccialetti in grado di rilevare le principali funzioni vitali”. Ancora: il 50% vorrebbe avere dei “sensori in casa per la gestione delle utenze e la sicurezza” e di questa tipologia di applicazioni esistono già in Lombardia svariati esempi concreti, a livello di sperimentazioni, realizzate dal CRAIS (2).
«In generale tra gli over 60 vi è una fiducia spiccata nell’innovazione digitale» riassume Vilma Scarpino di Doxa. E cita un dato per tutti:

Infine, qualche curiosità: due su tre conoscono Google, Amazon e la tecnologia Wi-Fi. E’ un’ottima base di partenza per costruire la progettualità digitale al servizio dei senior italiani.

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Note:
(1) Riprendendo la definizione di Bruno Riccò nellEnciclopedia Treccani della Scienza e della Tecnica (2008) la legge di Moore è “una legge empirica che descrive lo sviluppo della microelettronica, a partire dall’inizio degli anni ‘70, con una progressione sostanzialmente esponenziale, perciò straordinaria. La legge fu enunciata per la prima volta nel 1965 da Gordon Moore, uno dei fondatori di INTEL e dei pionieri della microelettronica, che la ribadì pubblicamente nel 1974. Essa afferma che la complessità dei microcircuiti (per es., misurata dal numero di transistori per chip o per area unitaria) raddoppia periodicamente, con un periodo originalmente previsto in 12 mesi, allungato a 2 anni verso la fine degli anni ‘70 e dall’inizio degli anni ‘80 assestatosi sui 18 mesi (……). Questa legge non riguarda soltanto la densità di transistori, essenzialmente dovuta alla riduzione delle loro dimensioni, ma prevede miglioramenti esponenziali di tutte le principali caratteristiche dei microcircuiti: in particolare aumentano la velocità e l’affidabilità dei gate logici, mentre ne diminuisce il costo unitario. Benché assolutamente empirica, la legge di Moore è stata seguita quasi con la precisione di un fenomeno naturale, nonostante una certa dispersione dei punti sperimentali, costituiti dai più importanti microcircuiti apparsi nel tempo sul mercato (tra i quali, i microprocessori e le memorie, che danno vita a curve parallele ma distinte). Più recentemente, la capacità predittiva della legge di Moore è stata in qualche modo sostituita da un piano di sviluppo (ITS, International technology roadmap for semiconductors) che prescrive tutte le principali caratteristiche dei dispositivi del futuro, con previsioni di medio e lungo respiro (8 e 15 anni) aggiornate ogni due anni (e revisionate in modo più lieve ogni anno). Questo piano, frutto di un grande sforzo a livello planetario, mira a contenere il costo proibitivo dello sviluppo di nuove tecnologie favorendo la focalizzazione sugli stessi obiettivi degli sforzi di tutti, anche di imprese in fiera competizione sul mercato. La ITRS indica che l’attuale microelettronica continuerà a svilupparsi sostanzialmente secondo la legge di Moore almeno per i prossimi 15 anni (limite, continuamente aggiornato, di visibilità delle previsioni).

(2) CRAIS (http://www.arcoiriscooperativa.com/crais/) è un CTVAI, Centro Territoriale per la Vita Autonoma e Indipendente, riconosciuto e sostenuto da Regione Lombardia nell’ambito della sperimentazione con i Centri Territoriali per la Vita Autonoma e Indipendente. CRAIS è un centro di progettazione socio-tecnologica a supporto delle persone e dei loro contesti di vita per la definizione del percorso verso l’autonomia e l’inclusione sociale. Contribuisce a sviluppare percorsi di autonomia e partecipazione per persone, famiglie e contesti in condizione di fragilità e vulnerabilità sociale. CRAIS è il frutto di un percorso condiviso tra Solare, il Politecnico di Milano (sede territoriale di Como) e ATG (Assistive Technology Group), al quale Arcoiris partecipa attivamente sul campo. CRAIS ha lavorato in diversi territori in Lombardia, tra i quali Lecco, Saronno, il Vimercatese, Viadana, Como, Milano, Bergamo, ecc.