Siamo ormai arrivati a due mesi dall’inizio della diffusione del virus sul territorio italiano.
Ascoltando le varie opinioni degli esperti che si succedono nei 999 canali del nostro televisore, farsi un idea è piuttosto difficile, siamo partiti dalla semplice influenza, passando per “le mascherine non servono a nulla”,  fino a ”il virus è mortale state tutti a casa” e non uscite neanche a fare una passeggiata da soli sul sentiero per l’eremo di S. Berardo, con un escalation comunicativa che aveva sempre l’idea di essere in ritardo….
A partire dal bel paese italiano, passando per la Germania, Francia, Spagna, l’Inghilterra, arrivando oltre oceano, tutti i governi hanno aspettato, hanno guardato i numeri e pensato che la situazione era tutto sommato controllabile.
Già, i numeri… che però questa volta purtroppo si sono rivelati la più potente arma del virus.

Fattori chiave del covid
Allo stato attuale degli studi sul corona virus (in continua evoluzione) le sue caratteristiche principali sono

·         BASSA MORTALITÀ: in Cina questa malattia ha ucciso il 1,5 – 2% dei contagiati, un numero di persone circa uguale a quello della vecchia e dimenticata influenza, per cui NON è cosi pericolosa, anche se in Italia la percentuale è salita all’ 8% ed è nato il sospetto che i dati cinesi non siano cosi attendibili, c’è da considerare però che il dato tedesco si attesterebbe attorno allo 0,3%.

·         PERIODO DI INCUBAZIONE: Il virus ha un periodo di incubazione che va dai 2 giorni alle due settimane

·         VELOCITÀ DI CONTAGIO: la sua capacità di trasmettersi da un soggetto all’altro è molto elevata.

·         EFFETTI: si va dall’assenza di sintomi alle polmoniti gravi nel 1%- 5% dei casi che devono essere curate in centri specializzati di terapia intensiva.

 

Perché il virus è cosi dannoso ?

·         in Italia sta uccidendo l’8% circa delle persone

·         sta creando una situazione sanitaria insostenibile dovuta al limitato numero di postazioni di terapia intensiva disponibili.

·         sta uccidendo l’economia

Analizziamo un po più da vicino quello che sta succedendo:
Il contagio si sviluppa principalmente da una serie di fattori amplificanti da un lato e dissimulanti dall’altro:

1.            la notizia della bassa mortalità del virus ha agito negativamente a livello decisionale permettendo di sottovalutare la situazione aspettando l’evoluzione del fenomeno.
Del resto le epidemie scoppiate negli ultimi 20 anni pur essendo più pericolose, erano state contenute efficacemente.

2.            le potenziali ricadute economiche del fenomeno hanno aumentato il carico di responsabilità e smorzato il potere decisionale degli stakeholders, allungando i tempi di intervento da un lato e alleggerendo le misure di intervento dall’altro.

3.            Il periodo di incubazione ha avuto un effetto di mascheramento, chi contrae il virus e non è ancora cosciente di esserlo è potenzialmente una persona libera di trasmettere il contagio a tutte le persone con cui entra in contatto

4.            Gli Asintomatici: Al pari del periodo di incubazione gli asintomatici hanno ampie capacità di trasmissione del virus perché non sanno di averlo contratto. Al pari del periodo di incubazione, la virtuale assenza di sintomi ha permesso inizialmente al virus di diffondersi per un certo periodo indisturbato creando una serie di catene del contagio silenti.

5.    Velocità di diffusione: è un fattore amplificante:
aumentando il numero di casi si genera un effetto a cascata la cui rapidità di diffusione è esponenziale nel caso in cui si abbia un interazione costante con altri soggetti, (la possibilità di interagire con persone sane).
La velocità  aumenta ancora  (e non di poco) se la capacità di interazione è elevata, cioè se le persone hanno un attività di contatto dinamica tra di loro.
Se ogni persona entra in contatto con una media di due persone sane al giorno il contagio aumenta con progressione 2^n,  se queste due persone si ammalano senza saperlo possono trasmettere ad altre 4 persone il virus e così via… dopo 10 giorni di contagio partendo dal singolo infetto avremo 1024 persone malate…
Questi sono i numeri ipotizzando 3 potenziali contatti con persone al giorno di cui uno viene tolto ammettendo una contagiosità relativa del 67% (ipotetica)
Se proviamo a fare il conto di quanti contatti ravvicinati avevamo con le persone ogni giorno prima della quarantena e ipotizzando 7 giorni in media di contagio silente, troviamo un numero spaventosamente alto soprattutto in quei soggetti che per necessità dovevano avere frequenti contatti con le persone.

6.    I numeri del contagio sono sottostimati: la coesistenza dei fattori precedenti e la virtuale impossibilità di accertare velocemente su tutta la popolazione la presenza del virus ha portato inizialmente a sottostimare la diffusione geografica del fenomeno restringendolo ad alcune zone rosse.     

 

 

Le misure per fermare il contagio


Per fermare il contagio i governi hanno strutturato una serie di misure per limitare le possibilità di interazione tra le persone.
E’ importante sottolineare come nei processi dinamici ad andamento esponenziale, la diffusione si arresta più efficacemente con misura drastica per breve periodo su tutto il sistema,  piuttosto che media per lungo periodo, poiché è sufficiente anche un solo agente di trasmissione  per innescare la curva esponenziale di crescita del fenomeno.
Se è giusto e sacrosanto agire per potenziare le strutture sanitarie e prepararsi al peggio, valutare a fondo LA STORIA DELL’ INTERAZIONE delle persone malate con le persone sane negli ultimi 15/20 giorni potrebbe sicuramente aiutare a scoprire nuovi canali di trasmissione IN ANTICIPO.
La caratteristica sistemica più pericolosa del virus rimane il  periodo di incubazione e l’effetto dei malati asintomatici.
Queste caratteristiche generano dei ritardi nella percezione della diffusione REALE del virus che possono arrivare a 2 settimane,  inducendo i principali stakeholders a sottovalutare la situazione.
Questo effetto, unito alla velocità di trasmissione sviluppa una forte divergenza A feedback positivo, il cui contenimento in assenza di un vaccino, dipenderà essenzialmente dalla capacità del sistema di tagliare le proprie connessioni e di riconoscere le catene di trasmissione.

EFFETTI ECONOMICI 

 

L’impatto del virus sull’ECONOMIA GLOBALIZZATA creerà purtroppo uno TSUNAMI MONDIALE, la cui altezza sarà proporzionale alla diffusione spazio-temporale del virus, innescando effetti di aumento/diminuzione , riflessione/rifrazione dei flussi economici tipici della propagazione delle onde.
Per quanto possa sembrare che la diminuzione fisica del fenomeno possa far presagire una ripresa economica altrettanto veloce, c’è da considerare che i meccanismi di flusso economico reale hanno velocità e dinamiche spazio temporali diverse, legate alle connessioni politico-economiche esistenti tra i paesi implicati e influenzate dagli effetti  psicologici che questo evento avrà a livello decisionale.
Ad esempio, la marcata riduzione dei flussi nei paesi la cui economia è fortemente legata alla possibilità di spostamento e interazione tra le persone quali il turismo, le attività che comportano aggregazione… determinerà l’abbassamento della liquidità di questi soggetti.
Unita alle implicazioni psicologiche prudenziali che questa crisi innescherà sugli operatori del mercato reale, determinerà un ridotto potere d’acquisto verso gli attori cui solitamente essi si riferivano,  i quali pur avendo la potenzialità produttiva, vedono però diminuire la domanda, innescando la crisi anche nel caso non siano stati interessati dal fenomeno covid.
Se la questione rimane localizzata ad una parte del sistema, i venditori possono cercare di eludere la situazione rivolgendo il loro mercato ad altri operatori e riconfigurare le leve del marketing per cercare di tamponare il mancato flusso economico, ma se la questione sarà globalizzata l’effetto sarà più dannoso per tutti gli operatori il cui mercato obiettivo  non sia direttamente implicato  nella lotta contro il virus.

Per smorzare quest’onda che inevitabilmente travolgerà tutta l’economia, in mancanza di un vaccino è utile:

1)           AGIRE TEMPESTIVAMENTE E DRASTICAMENTE per limitare la diffusione del virus in tutti i paesi del mondo anche quelli ancora non contaminati, con particolare attenzione per quelli che hanno il più alto peso economico, poiché più direttamente implicati nell’altezza dell’anomalia sistemica che si genererà.
Se parallelamente analizziamo l’effetto che lo scoppio della bolla speculativa del 2008 ha avuto sull’economia mondiale, ci accorgiamo che il problema era nato fondamentalmente negli USA e successivamente l’anomalia si era diffusa nel resto del sistema economico mondiale.
Stroncare il virus in breve tempo, limiterà gli effetti economici negativi successivi.

2)           CREARE DEGLI SMORZATORI durante e dopo lo sviluppo del fenomeno, che permettano di limitare la propagazione dell’anomalia, di rifletterla, ma soprattutto di assorbire e di dissipare la sua energia, limitando nello spazio e nel tempo la sua forza d’impatto economico.

3)           CERCARE DI NON SPEGNERE TUTTO: è assodato come un qualsiasi processo abbia bisogno di tanta più energia per essere riavviato di quanta esso ne necessiti per passare da uno stato di minima energia (ma non nulla ) ad uno stato ad energia più alta.
Spegnere completamente l’economia porterà ad effetti nefasti sia in termini di tempo di riavviamento, che di risorse energetiche per innescare la fase esecutiva in termini di azioni e di debito futuro da sostenere.
Smorzerebbe molto l’impatto cercare di tenere acceso il motore al minimo creando dei processi di controllo che permettano di mantenere le aziende accese, le scuole aperte, i servizi funzionanti ad un regime MINIMO, goccia per goccia, su appuntamento, con un controllo rigoroso sulle distanze e le procedure di sicurezza da parte degli organi preposti ove possibile, i responsabili della sicurezza in azienda esistono già per legge.
Il tutto ovviamente andrebbe organizzato e strutturato nei settori ove questo sia possibile, creando dei meccanismi di richiesta/controllo che permettano di rispettare la sicurezza.
Di certo le idee e i bravi manager in Italia direi che non mancano.

4)            CREARE DEI MECCANISMI DI FILTRO: per evitare i contagi di ritorno, monitorare costantemente i viaggi di lunga percorrenza che potenzialmente hanno la maggior capacità di diffusione.

Se come dicono gli esperti non ci sarà la ripresa economica fino a quando il virus non sarà debellato, questa guerra la “perderà di meno” chi saprà combattere cercando di mantenere quel minimo di risorse e di processi utili a riaccendere il sacro fuoco…