“Bellezza= valore estetico delle cose, cioè la perfezione degli aspetti sensibili che suscita ammirazione”

Sì!

Un leone nel suo habitat naturale.

“Donna nuda su una poltrona rossa”  Picasso  alla Tate Gallery di Londra  1968.

Giacometti che dice” In un incendio tra Rembrandt e un gatto salverei il gatto”.

Ezio Bosso che dirige una sinfonia.

La foresta amazzonica e gli indios che la abitano.

Mia madre che dinanzi alla Gioconda sperimenta la “Sindrome di Stendhal”.

 

Voci spente come vecchie canzoni che nessuno ascolta più

I fiori, dice mia sorella dal New Jersey, non danno profumo, e nell’aria di un’America di provincia i bianchi fior degli angeli, che toglievano il respiro nel ricordo di una siepe nel giardino di un paese del meridione d’Italia unendosi all’imbrunire all’odore dolcissimo delle belle di notte appena svegliatesi,  hanno l’aspetto delle  immagini iconiche sullo schermo del computer.

Una magnolia gigantesca dai rami come  braccia accoglienti  è stata abbattuta dai miei vicini con solerte efficienza, pezzo a pezzo . ” Rovina il muro di cemento mattonellato e sporca i viali” è stata la loro versione.

 

 

Un volto andaluso cantato da Garcia Lorca e un maglione di lana rosso tenero come nuvole al tramonto

La spontaneità di un gelso cinese, albero della carta che le donne hawaiane lavorano per farne “la tapa”, stoffa preziosa che Cook portò in regalo alla moglie e che ora è in un museo inglese; albero cresciuto in un angolo del mio giardino grazie al vento, ad un uccello, ad un insetto.

Cuccioli di labrador dal color dell’oro si nutrono del ventre di Ciccia, loro madre, mia compagna di vita.

Nero, merlo maschio dal becco giallo, insegna a procurarsi il cibo al suo piccolo, rovistando tra le zolle della aiuola grande dove cresce veloce il lauro.

I colori degli anemoni con cui mia madre ornava la tavola tutta bianca delle cene tra amici.

Una donna ” aiuto convenevole” dell’uomo, sua dolorosa costola, servizievole complice di reati di sopraffazione e maltrattamenti, ordina la morte della figlia disobbediente.

“Lievete ‘e llente…ah si’  tu. Vattenne” La pistola alla tempia, in cinque contro uno fatto scendere dall’auto per rapinarlo. Ragazzi del luogo, del quartiere, del vicolo…del caseggiato.

C’era una volta un “giardino all’italiana” chiuso in un palazzotto del settecento dalle mura sbrecciate, in salita verso il colle del Vomero. Aiuole ben disegnate, un pozzo d’acqua piovana, panchine in ferro battuto, aranci dolci detti “maltesi”, limoni “quattro stagioni”, melograni, camelie e un albero possente, emblema della conoscenza, simbolo della fecondità : un fico dai frutti rossi. Questo giardino è stato ripulito dal  “verde ingombrante che lo infestava”. Per primo è stato abbattuto l’albero di fichi, poi, eliminati molti altri, é stato trasformato in una  sterile copia di un cupo luogo di ristoro di un bordello del ventennio fascista.

 

 

Ragazzi dai lunghi capelli indossano jeans scambiati che aderiscono al corpo sottolineando le rotondità del ventre.

Giovani donne nei leggeri abiti corti, androgine figure dalle gambe nude e snelle. Senza “ritocchi”, senza “plastica aggiunta”, piene di aliti di vento nelle sere estive, scalze, con sandali Capresi a ragno. Primavere di Botticelli e fenicotteri rosa nel mare basso di Cagliari.

Le mie zie stendono bianche lenzuola ricamate tra i filari di mais,  mossa dal vento primaverile la stoffa gioca con le barbe fluenti delle spighe di granturco.

Una insalata di pomodori profumata di menta ad agosto tra gli scavi del sito archeologico di Megara Hyblaea insieme a Georges Vallet,  per lenire il dolore della morte di un fratello.

 

Animali che giocano come bambini, amici per la pelle:  una iena, due leoncini e un suricato dispettoso.

Un bambino, nato in una mangiatoia,  riscaldato e coccolato da un bue e un asinello. E’ nata così la pet therapy.

Animali in via di estinzione: l’orso polare, il rinoceronte di Giava, la tigre asiatica, il  leopardo dell’Amur, l’elefante di Sumatra, il vaquita  piccolo cetaceo del Messico e il  saola  “unicorno” del Laos.  Mentre il Pianeta muore, mentre molti animali, tanti da non poterli  enumerare, stanno poco a poco scomparendo  Mr. Amazon, dopo aver tenuto a servizio la Terra, si appresta a schiavizzare l’intero Cosmo.

 

La mia generazione!  Molti saranno morti, soffriranno di demenza senile,  si cureranno  il cancro con indomito coraggio. Molti non ricorderanno nulla, ma una cosa é certa: la mia generazione  ha conosciuto la Bellezza.