Vivi come se dovessi morire domani. Impara come se dovessi vivere per sempre.
(Mahatma Gandhi)

 

Ha chiesto mentre chiudeva gli occhi per sempre.

Sotto un sole cuocente di un’estate mediterranea, con circa 40 gradi di caldo percepiti, intorno alle ore 16.00, quando in strada non c’è proprio nessuno, chi dorme, chi sonnecchia, chi è al mare o in piscina, ma proprio nessuno, lui si trovava per strada e così Manuel esalò il suo ultimo respiro in completa solitudine.

Il famoso infarto, del quale i medici venivano a parlargli sempre più spesso e che erano delle voci per lui lontane, perché lui aveva la testa piena di sogni, cose da fare, posti dove andare, strade da ripercorrere, gente da conoscere, sapori da provare, musica da ascoltare, cose da imparare.

Sempre da lontano, si è reso conto che molto velocemente ma con una lucidità spettacolare quasi come se stesse assistendo alla sua vita su uno schermo gigante in cinemascope, gli passavano davanti le immagini più belle della sua vita. Sua madre, con quel sorriso bonario ed accogliente sulla bocca, suo padre sempre distratto ma che quando ce n’era bisogno si svegliava di colpo, i suoi fratelli, quando da piccoli litigavano per la merenda e finiva sempre che lui cedeva la metà della sua al più grande che aveva sempre fame.

I primi giorni di scuola, con la maestra severa ma quasi una seconda madre, le pause interminabili dei giochi nel patio con i compagni, e dopo sempre più veloci le immagini sono cominciati a saltare più velocemente, il primo bacio, il primo amore, il primo pianto, lasciare casa per andare a studiare alla università lontano, i nuovi compagni, la città piena di caos e traffico ma bella da morire…

E dopo, tutto si ferma, perché arriva l’immagine più amata di tutti, lei! Lei in bianco e nero, lei a colori, lei che ride, lei che mangia, lei che fa l’amore con lui, lei che dorme, lei, solo lei! Bella come il sole, diventata parte della sua anima, parte della sua vita, parte di sé stesso… Non si ricorda più della sua vita senza, non ha senso, non ha nessun senso.

La fatica, il lavoro, le difficoltà, la penuria economica, tutto svanisce, tutto sparisce e rimane solo lei.

Dormire abbracciati come la prima volta, svegliarsi insieme col sorriso, correre per iniziare la giornata, ma sempre con la consapevolezza di ritrovarsi…

(Questo potrebbe essere l’inizio di un romanzo che un giorno scriverò…)

Alt!!! Stop!!! Fermi tutti

 

La vita è tutta qui…?

E le religioni, il mondo dell’al di là, la reincarnazione, lo spirito e l’energia che continua a fluire, e la nazionale italiana di calcio che ha vinto gli Europei 2020 (che si sono giocati però nel 2021), e la pandemia che non si sa se dobbiamo fare il terzo vaccino o dobbiamo aspettare a che tutto sia chiuso in strettissimo lock down ancora una volta?  E dove sono tutti gli sforzi fatti per andare avanti, i conti da pagare, le rate da saldare, la macchina da cambiare, il treno da prendere, il parente al quale andare a fare visita? Tanto rumore per nulla, diceva Shakespeare…

Romeo e Giulietta, e non Giulietta e Romeo, la morte più assurda della storia, e oggi sarebbe possibile che veramente si parlassi di Giulietta e dopo di Romeo? Ci sono le limitazioni del linguaggio con riferimento al genere femminile e maschile, possiamo far diventare tutto neutro e così magari eliminiamo una serie di difficoltà ma dopo ci troviamo che non sappiamo più chi siamo?

È possibile che sappiamo tutti, almeno in Italia, che Giulio Cesare il grande Imperatore era il miglior marito delle sue moglie e la miglior moglie dei suoi amanti? Era talmente normale il fatto che ognuno facesse l’amore con chi voleva e con chi gli pareva, signori con schiavi, regine con soldati, adolescenti con vecchi e vecchie con giovincelli…

Le leggi dettate dall’uomo per aiutarsi a convivere civilmente da qualche parte si sono perse, hanno fatto tante di quelle deviazioni cercando di accomodare tutto per tutti che non servono più a rendere giustizia, ma soltanto a permettere a chi ha il potere di mantenerlo nel peggiore dei modi.

 

Vivi cercando di essere giusto, educato, comprensivo ed empatico con le persone, con gli animali e con l’ambiente, ma può capitare, e purtroppo capita molto più spesso di quello che si conosce o si percepisce che uno sbagli e che il prezzo da pagare sia molto più alto del reato commesso, dunque, ripeto La vita è tutta qui…?

E i bambini che crescono senza genitori, e le persone che sono nel fondo del mediterraneo, di tutti quelli che hanno camminato chilometri e chilometri sulla neve e al freddo per scappare dalla Siria e non ce l’hanno fatta? E quanti sono quelli che muoiono letteralmente di fame mentre nel mondo dei ricchi si buttano quintali di cibo avanzato?

E tu che continui a cercare di barcamenarti tra una giornata e quella seguente, dove la tua idea di futuro oramai è così corta che neppure riesci ad arrivare alla fine del mese…

Hai visto tanti di quegli ospedali negli ultimi tempi, tante di quelle bare, tanta gente che non ce più, dunque alla fine, la vita è tutta qui…?

Penso che sia proprio così, sono quei ricordi che hai in fondo al cuore, è quel sorriso che ti affiora sulle labbra quando pensi alla gente che ami, e sulla sicurezza che depositi come nella miglior cassa forte del mondo, inviolabile, nei tuoi veri amici, è l’amore, la fiducia, l’amicizia che hai condiviso da sempre con chi è stato disponibile a farlo con te, e qualche volta hai dovuto insistere un bel po’… sono le mattine nelle quali ti svegli e sei felici e neppure tu sai il perché, è quando ti dicono che il tuo amato gatto vivrà ancora, e quando sai che hai fatto la cosa giusta, anche se nessun altro al mondo lo sa. Alla fine, siamo degli esseri infinitamente piccoli, imperfetti, cagionevoli e con una data di “scadenza” impresa nelle nostre cellule dal momento in cui nasciamo, ma la vita è bellissima, anche se continuo a chiedermi certe volte: ma, la vita è tutta qui…?