La recente esplosione dell’ Intelligenza Artificiale Generativa (GenAI), capace di generare contenuti simili a quelli umani, ha scosso profondamente il mercato del digitale dando così inizio a una nuova era tecnologica. La GenAI si basa su modelli di intelligenza artificiale di notevole complessità e addestrati su vasti volumi di dati.

Secondo uno studio recente (Goldman Sachs (2023a). Generative AI could raise global GDP by 7%), si prevede che il suo impatto possa contribuire a un incremento del Prodotto Interno Lordo (PIL) globale del 7% entro il prossimo decennio. In risposta a questa nuova fase dell’era digitale, le autorità europee della concorrenza hanno adottato un approccio prospettico per comprendere il mercato nelle sue fasi iniziali, allo scopo di preservare la concorrenza e l’innovazione sia nel presente che nel lungo termine.

Uno studio recente di studio realizzato da Copenhagen Economics su commissione della Computer & Communications Industry Association (Ccia Europe) identifica tre potenziali aree di preoccupazione per la concorrenza che influenzano i mercati della GenAI:

  • L’accesso limitato a risorse fondamentali, come dati, potenza di calcolo, hardware e talenti umani, può costituire un ostacolo all’ingresso nel mercato.

  • Le collaborazioni tra grandi aziende e nuovi attori possono minare la concorrenza potenziale.

  • I comportamenti di monopolio da parte di grandi aziende possono ostacolare la concorrenza nel GenAI e in altri mercati.

Lo studio di Ccia Europe evidenzia che non esistono preoccupazioni immediate per la concorrenza anche per la presenza di una varietà di nuovi concorrenti che offrono prodotti e modelli di business diversificati. Rimane comunque importante l’opera di monitoraggio verso futuri problemi di preclusione (problemi valutati in base all’Articolo 102 o al Digital Markets Act in Europa).

La rapida evoluzione del mercato dell’intelligenza artificiale generativa è testimoniata dall’aumento significativo del numero di modelli lanciati (oltre 250 modelli disponibili introdotti dal 2023), secondo dati raccolti dall’Università di Stanford. Questo fenomeno è caratterizzato da una vasta gamma di soluzioni aperte destinate ai professionisti del settore, e da una forte competizione tra nuove imprese e quelle consolidate, con alcune aziende emergenti che superano in termini di valore di mercato quelle più stabili.

L’accesso a finanziamenti di venture capital, che hanno visto un aumento annuo quasi quintuplicato, 20 miliardi di euro nel 2023, facilita l’ingresso nel mercato del dell’intelligenza artificiale generativa per le startup, riducendo le barriere all’ingresso e indicando una fiducia degli investitori nella competitività di questo settore.

Tuttavia, esiste un dibattito sull’accessibilità delle risorse in futuro, con alcune startup europee della GenAI che affrontano sfide nella crescita e sottolineano i costi regolamentari, come l’AI Act (L’AI Act, approvato definitivamente il 13 marzo 2024, introduce il primo regolamento globale sull’intelligenza artificiale in Europa).

Le partnership tra grandi fornitori di servizi cloud e startup di intelligenza artificiale possono generare preoccupazioni riguardo alla concorrenza. Le collaborazioni verticali tra attori digitali di grande rilevanza e startup della GenAI sono frequenti e portano benefici significativi, consentendo alle startup di accedere a hardware e potenza di calcolo, supporto e investimenti aggiuntivi.

Tuttavia, se un partner più grande esercita un controllo decisivo su una startup o ottiene un accesso privilegiato o esclusivo alla sua tecnologia, potrebbe compromettere la concorrenza lungo la catena del valore o potrebbe ridurre la concorrenza potenziale della startup nei mercati correlati alla GenAI.

Le implicazioni competitive dipendono dalla natura degli asset e delle capacità condivise dall’accordo e dal suo design specifico. Le partnership sono generalmente meno inclini a generare preoccupazioni per la concorrenza se non prevedono condizioni di esclusività limitate o nulle, né nell’approvvigionamento né nella distribuzione, e se l’accesso privilegiato agli asset tecnologici preziosi della startup è limitato.

L’integrazione delle soluzioni basate sulla GenAI nei servizi o prodotti esistenti rappresenta un aspetto cruciale per massimizzare il loro valore aggiunto e stimolare l’innovazione nei mercati adiacenti. Questo approccio può potenzialmente intensificare la competizione tra le aziende consolidate, offrendo nuove opportunità di crescita e differenziazione.

Tuttavia, tale integrazione comporta anche il rischio di generare esclusioni anticoncorrenziali, che possono manifestarsi attraverso pratiche come il raggruppamento. Queste pratiche, se non attentamente monitorate e valutate, possono violare le normative europee, come l’Articolo 102 del Trattato CE o il Digital Markets Act, che mirano a prevenire e reprimere tali comportamenti. Pertanto, è fondamentale adottare un approccio equilibrato che promuova l’innovazione e la concorrenza sana, pur salvaguardando i principi di mercato e di concorrenza.

In definitiva quello che viene evidenziato in questo studio della Computer & Communications Industry Association (Ccia Europe) è che si ritiene prematuro inserire interventi normativi allo stadio attuale, poiché non sono presenti problemi di concorrenza nel mercato e potrebbero limitare l’innovazione e la scelta dei consumatori nell’IA generativa.