Numero 43 Registrazione al tribunale di Roma N° 3/2004 del 14/01/2004

Maestri d’horologi


 

di Roberto Vacca

 

Per vedere se davvero si parli della misura del tempo nei libri in cui “c’è tutto”, sono andato a sfogliare “La Piazza Universale di Tutte le Professioni del Mondo” di Tomaso Garzoni da Bagnacavallo (1549-1589) – un poligrafo che aveva letto tutto e ha scritto su tutto.
Credo che nei quaranta anni della sua vita Garzoni abbia fatto una sola invenzione: quella del suo mestiere di cercatore di stranezze, che è il solo a non essere elencato in quel libro ove pure si trovano tante attività strane. Fra queste: maestri di cazzafrusti, professori di memoria, mormoratori, puttanieri, formatori di pronostici, di almanacchi e di cabale, professori di hieroglifici.
E – sicuro – nella Piazza Garzoni dedica tre pagine ai Maestri d’Horologi, citando Plinio, Cicerone (“De natura deorum”), Tacito (secondo il quale il tempo concesso agli oratori in senato era limitato a quello di tre o quattro clessidre) e altri e menzionando brevemente Ctesibio.
Cita Oronzio Fineo (1494-1555) cartografo e matematico francese autore di “De solaribus horologijs et quadrantibus” e il tedesco Sebastian Munster (1488-1552), geografo e matematico francescano che seguì Lutero. Per questo Garzoni lo chiama “heretico scomunicato e però indegno di nome. Munster pubblicò una “Horologiographia” e anche una “Cosmographia Universalis”. Curioso che una vecchia copia della Cosmographia è al centro di una novella gialla di Dorothy L. Sayers (“The Learned Adventure of the Dragon’s Head”, 1928) in cui Lord Peter Wimsey smaschera un tentativo criminale di impadronirsi di un tesoro. Cita anche Gerolamo Cardano “De rerum varietate” sugli orologi mobili.
E’ interessante quel che racconta Garzoni sul modo di misurare il tempo all’interno di fabbricati ove il sole non entra mediante uno specchio disposto all’aperto che riflette i raggi del sole. Vale la pena di leggere la descrizione originale – che è, per altro, abbastanza difficile da capire.

“Raffael Mirami ebreo mostra una scienza meravigliosa di fare orologi per via di specchi che mostrino l’ore in luoghi ove non giunga ragione di sole. Vuole dunque che s’elegga un luogo scoperto e percorso dal sole ove ponendosi un piccolissimo specchio piano si possa con l’aiuto di qualche finestra mandare un raggio riflesso in quella parte ove si desidera l’orologio e in quel luogo vuole che sia situato lo specchio e qui distante all’orizzonte e sia fermato che non si possa rimuovere.
Conviene poi avere un orologio in orizzontale col suo stilo che mostri l’ore e con la linea meridiana descritto sopra qualche materia soda ma sottilissima e da questo orologio si leverà via tutta quella parte che avanza della sua superficie dopo il Tropico di Capricorno che è il fine delle linee orarie e nel Tropico del Cancro si farà un buco assai largo nel principio di ciascuna linea, ma che non la sminuisca punto. Preparato che sia l’orologio, si disegnerà il punto di mezzo dello specchio e s’accomoderà l’orologio preparato sopra la linea meridiana in modo che il fine della prima ora, che si potrà descrivere nell’orologio del riflesso sia nel punto disegnato in mezzo allo specchio. Indi col mezzo di qualche dioptra o qualche altra fonte di mira si guarderà per la cima dello stilo dell’orologio orizzontale e perché ivi lo specchio in quel raggio visivo che percuoterà lo specchio in quel punto sarà riflesso da lì in quel luogo ove vogliamo fare l’orologio. E questo punto che si scorgerà nello specchio si noterà con qualche segno perché sarà il fine della linea dell’ora dell’orologio del riflesso e tenendo questa regola c’ha più bisogno di pratica che d’altro, troveremo tutte le linee dell’altre ore le quali come avremo disegnato ci serviranno per orologio nel quale percotendo il raggio riflesso dello specchio dimostrerà le ore secondo che movendosi il Sole farà cambiar luogo ancora al raggio riflesso - ma i trattati poco giovamento danno a chi non ha pratica del mestiere essendo la teoria in tal materia difficile da dar a intendere e capire.” (Capitolo LXXX, pag. 269 verso edizione di Tomaso Baglioni, Venezia 1610).

Il libro di Rafael Mirami è abbastanza raro: “Compendiosa introduzione alla specchieria cioè alla scienza degli specchi”, Ferrara 1582.
Garzoni parla brevemente di Gian Carlo Rinaldi da Reggio che costruì l’orologio nella torre delle ore a Venezia e degli infiniti Germani che “oggidì portano il vanto in questa professione” (a quel tempo forse si diceva “preciso come un orologio tedesco”). Non entra in dettagli tecnici, né riporta disegni. Non doveva avere inclinazione per le applicazioni pratiche e per la meccanica. Dopo tutto era un letterato e sembra che gli bastasse di citare le parole chiave di un’arte per ritenere di averla spiegata. Scrive:

“Altri horologi sono da ruote con le parti loro, cioè le ruote co’ poli e rocchelli e denti, & nomi loro, cioè, la serpa, la maestra, la pirona, la chiavaruola, la ventaruola, le tacche, il rocchello della corda, la corda, i contrappesi, il tempo, la cassa, i colonelli, la contrasiella, la spendola, la nociuola da inchiavare, i martelli, la campagna, il raggio, il pennone & i numeri. Ove poi si caricano l’hore, si sonano & servono per svegliatori mettendoli a segno e aggiustandoli coi contrappesi, come s’usa.”

Continua con una diatriba contro gli artigiani che pretendono di riparare gli orologi e poi si limitano a nettarli o forbirli, li tengono nel loro negozio per qualche mese e chiedono un prezzo, immeritato, di due o tre ducati dicendo di aver “racconcie le ruote, posta la mira a segno, accomodato il tempo, raddrizzati molti ferretti, levata la ruggine”.
Infine conclude, modestamente e negativamente, sostenendo che il più giusto orologio del mondo è quello dei villani, che mai falla perché si sentono al ventre mirabilmente l’ora di pranzo, di colazione e della cena.


Roberto Vacca: Laureato in ingegneria elettrotecnica e libero docente in Automazione del Calcolo (Universita' di Roma). Docente di Computer, ingegneria dei sistemi, gestione totale della qualita' (Universita' di Roma e Milano). Fino al 1975 Direttore Generale e Tecnico di un'azienda attiva nel controllo computerizzato di sistemi tecnologici, quindi consulente in ingegneria dei sistemi (trasporti, energia, comunicazioni) e previsione tecnologica. Tengo seminari sugli argomenti citati e ho realizzato numerosi programmi TV di divulgazione scientifica e tecnologica. http://www.robertovacca.com/italiano.html