Così fragile è la Primavera 

che va in frantumi

per un nonnulla

 

          “Primavera” di Claude Monet (1886) Olio su tela. 

 

Cesare Annunziata, personaggio del bel libro di Lorenzo Marone “La  tentazione di essere felice”nel torpore della narcosi, avviandosi verso la sala operatoria, si regala sprazzi di gioia enumerando alcuni piaceri di cui la sua vita si nutre. 

“Sì mi piace essere spiritoso, non prendere troppo sul serio la vita, mi piacciono le belle donne e le zizze grandi. Però mi piacciono anche tante altre cose”.

Sono nata a Marzo. La primavera è la mia stagione dell’anima.

Mi piace il suo verde pallido in accenno sui rami degli alberi. 

I piselli appena colti che lentamente si fanno sgranare.

La voce “fave freschhhh” nell’aria colorata  dell’imbrunire.

Mi piace  il ritorno delle rondini da chissà dove. 

Mi piace  il profumo lilla dei grappoli di glicini spioventi dal muro.

Mi piace il giorno che illumina il globo.

Mi piace il suono della musica che proviene da finestre di case lontane.

Mi piace la commistione di popoli nei vicoli di Napoli.

Mi piace la voce rugginosa  di Billie Holiday nei suoi ultimi anni.

E il sassofono di Bird.

Mi piace il corpo androgino di Greta Garbo, unico vero grande sublime astro del firmamento.

Diva e Divina. Volto tenace e intenso. 

Mi piace altresì Marilyn, corpo sinuoso, morbido, materno. Madre senza figli. Donna. 

Sorriso e Carnalità. Infanzia rinnegata.

Mi piace l’albedo del mare di Massa, lago lattiginoso intorno ai Galli, al mattino presto.

Calmo, placido,  addormentato, appena mosso dal motore di uno Zodiac.

Mi piace mio marito alla guida dello Zodiac, con la pipa in bocca  e  il berretto blu di lana, una mano leggera sul timone.

Mi piace la serenità di un mattino presso il porticciolo con tutto il tempo davanti.

Mi piace arrivare tardi la sera a Massa Lubrense con Alfredo e cenare da Primavera insieme al padrone,  Gigino Cacace  e la sua famiglia,  bevendo vino frizzante, sottile  sentore di zolfo. 

Mi piace l’albicocco tutto fiori  che cresce sul fossato, dove scorre l’acqua nel giardino dei nonni. 

Mi piace mangiare i suoi  frutti ancora acerbi.

Mi piace l’odore sacrilego e inebriante del rametto di fior d’aranci che mi sta accanto mentre scrivo.

E la siepe di fior degli angeli che svetta nel giardino di Zia Bellina.

Mi piace l’immagine di me ragazza in abito leggero che lascia scoperte  le gambe abbronzate nell’estate.

E il ragazzo che vedendomi arrivare nel sole mi chiama  dolcemente “fata”.

Mi  piace l’amico che viene a trovarmi all’improvviso per parlare di libri.

Mi piace il volto rugoso di Erri De Luca.  

Mi piace il corpo esile ed elegante di James Dean in una foto in bianco e nero.

E Jerry Lewis che fa suonare  la macchina da scrivere.

Mi piace la voce suadente e antica di Pasolini che dice “In nome della scandalosa forza rivoluzionaria del passato…”

Mi piace Edgar Allan Poe nel suo bell’inglese e Robert Frost che scrive “Two roads diverged in a yellow wood…”

Mi piace il senso  di pace quando, stesa tra i miei sette cuccioli di labrador, sento i loro cuori battere sul mio.

Mi piace l’uomo che sussurra ai cani.

Mi piace Cesar Millan,  piccolo messicano  dagli occhi accesi e la voce come sorgente calda che salva i cani dai loro “padroni”. E i pitbull dall’estinzione.

Mi piace guardare la TV a letto, la sera, aspettando che mi raggiunga il sonno.

Mi piace la serie che tratta con ironico amore di giovani scienziati.

Mi piace il protagonista Sheldon Cooper nel corpo e nella geniale interpretazione del talento inarrestabile di Jim Parsons.

Mi piace l’abito nero di velluto inglese di mia madre e il “dolce vita” bianco di mio padre.

Mi piace la mia famiglia in un’antica  foto in bianco e nero, le mie sorelle, i miei genitori ed io con in braccio Susetta, la nostra cagnolina.

Mi piace mia madre che balla con suo fratello.

Mi piace tornare bambina per giocare con mia nipote.

Mi piace Ciccia, mamma labrador, nutrire i suoi cuccioli.

Mi piace mio nipote piccolo di tre anni che mangia gli spaghetti con la faccia.

Mi piace la voce di mia nipote e il suo desiderio di cantare Ria Rosa.

Mi piace il mio cane Ulisse tra le margherite del prato di Penta.

Il gozzo blu dei Marone, e il nostro primo gommone di nome Gaura.

Mi piace il poster di Corto Maltese in grandezza naturale sulla parete del soggiorno di casa.

Mi piace ascoltare Mina mentre andiamo al mare.

Mi piace andare al mare.

Mi piace il mio giardino che ricorda quello dei nonni.

Mi piace sporcarmi le mani di terra, e liberare le noci dal loro mallo quando precipitano al suolo.

Mi piace che il noce e il sambuco  difendano la casa contro il malocchio.

Mi piace che i miei capelli siano diventati bianchi.

Mi piacciono i ricordi.

 

Ci sono ancora tante cose che mi piacciono. 

Ciascuna ne attrae altre come piante parassite attaccate al tronco di vecchi alberi.

Ma soprattutto mi piace la forza che esercita la parola.

Mi piacciono le parole per descrivere i pensieri.

Mi piacciono i pensieri resi  parole.

Ma sopra ogni altra cosa  mi piace scrivere.