La distinzione fra Scienza e Tecnologia in  una visione produttivistica della ricerca ha avuto riflessi etici importantissimi per le diatribe che ne sono seguite fra posizioni molto diverse sulla neutralità della Scienza.

Il mercato della conoscenza è l’unico settore senza flessioni negli ultimi 100 anni a livello mondiale. Tale mercato ha  praticamente sostituito come prioritario quello delle merci per cui la “diffusione della cultura scientifica” è generalmente considerata un obiettivo politico essenziale, specialmente in una società dove il bisogno di elevare competenze tecnico scientifiche nella popolazione e nella forza lavoro è sempre più elemento cruciale per la crescita economica. 

Per acquisire conoscenza è noto che Vedere è meglio che Leggere e Fare più che Vedere. Questa evoluzione è stata la base dei Nuovi media e dei Nuovi Musei e questo vale soprattutto in un settore, quello scientifico, non altrettanto proprio di quello umanistico per il nostro Paese.

 

Nei Nuovi Musei la distinzione fra Scienza e Tecnologia  di una visione produttivistica della ricerca ha avuto riflessi etici importantissimi per le diatribe che ne sono seguite fra posizioni molto diverse sulla neutralità della Scienza.

Il mercato delle “merci” è stato praticamente sostituito da quello delle “conoscenze” per cui la “diffusione della cultura scientifica” è generalmente considerata un obiettivo politico essenziale, specialmente in una società dove il bisogno di elevare competenze tecnico scientifiche nella popolazione e nella forza lavoro è sempre più elemento cruciale per la crescita economica.

Nei Nuovi Musei (Musei in vivo, Musei laboratorio, Musei virtuali, Musei multipolari) la rappresentazione del ruolo euristico della Tesi produttivistica della Ricerca è stata stemperata da quella formativa della Tesi Culturale (Informazione + Cultura → Conoscenza).

Naturalmente nel corso del processo che ha portato alla nascita dell’istituzione museale scientifica, anche gli allestimenti hanno subito, più o meno rapidamente, delle modifiche: dalle camere delle meraviglie che si presentavano come affollamento eterogeneo di oggetti disparati alle collezioni organizzate di strumenti di lavoro scientifico fino alle composizioni espositive ed agli itinerari didattici.

E’ cambiato anche il Rapporto col visitatore con l’abbandono della teoria della pagina bianca e il passaggio alla teoria dell’interattività molto più difficile:il visitatore non accetta qualunque messaggio, ma vuole confrontarsi con esso sulla base della sua esperienza pregressa (destabilizzazione, instillare dubbi, interrogativi, curiosità) e della nuova concezione formativa ed educativa del Museo (dalla camera delle Meraviglie al Museo dell’Uomo).

Altri punti essenziali di questo processo evolutivo sono stati:

–    il ruolo delle Società Scientifiche Nazionali

–    la diffusione della cultura nella Scuola (scienza vs arte)

–    il linguaggio (il vero problema)

–    le semplificazioni modellistiche (non falsificazioni)

Il linguaggio riporta all’attenzione comune il nodo della divulgazione, un anello importante della catena conoscitiva purché non considerato come terminale. Infatti esso porta spesso informazioni, difficilmente conoscenza, che è prodotto di un processo elaborativo sempre necessario.

Che cosa si deve proporre la divulgazione scientifica? Aggiornamenti sulla scienza; sintesi critiche sull’evoluzione del pensiero; recensioni, considerazioni politiche/sociali.

Chi deve fare divulgazione scientifica?Il giornalista più generalista o il ricercatore più specialistico?

Pensando a Stanislao Cannizzaro e Albert Einstein si può dire che in modo coordinato entrambi i contributi sono necessari.