Download the article in English.

Chiedere ad un manager (non ad uno studioso di mànagement) come gestisce la sua azienda e come prende le sue decisioni equivale spesso a chiedere ad un millepiedi come fa a deambulare. 

 

 

L’azienda è indubitabilmente un sistema complesso.

Risparmiamoci ora la definizione della complessità. E’ stato calcolato che esistono almeno una quarantina di definizioni della complessità, tutte più o meno accettabili. D’altra parte esistono teorie che potrebbero aiutarci nella comprensione del concetto di complessità:  Teoria del Caos, Teoria delle catastrofi, Frattali, Teoria dei giochi, Entropia.

Esiste una vasta letteratura su queste teorie, anche su questa stessa rivista, di autorevoli autori e studiosi di varie aree dello scibile. Sarebbe possibile, ed esistono vari studi in proposito, applicare ciascuna teoria alla soluzione di vari problemi e trovare così il modo per una corretta decisione. Ma nel mànagement ci sono spesso problemi non prevedibili e che esigono decisioni rapide. 

Quello che ci interessa non è considerare la complessità come un ostacolo ma riuscire a trarre vantaggio dal sistema complesso che è l’azienda per poterla gestire al meglio.

Cerchiamo quindi di utilizzare la complessità come valore e non come limite.

In effetti, per esempio, un aereo supersonico è solo complicato, non complesso. Si tratta quindi frequentemente di capire come funziona il Sistema Azienda e, sulla base di conoscenza ed esperienza, prendere decisioni conseguenti. 

Cominciamo quindi col dire che l’azienda, per nostra fortuna, è un sistema complesso aperto. Un sistema chiuso sarebbe sottoposto all’entropia con le conseguenze catastrofiche del caso. Anche i sistemi aperti possono manifestare aumenti d’entropia, ma possono anche raggiungere stati di stabilità a produzione di entropia negativa, compensando ciò con un aumento di entropia dell’ambiente circostante. Per ambiente esterno all’azienda possiamo considerare, semplificando, i quattro elementi di influenza: il Marketing come strumento di soddisfazione di tutti gli Stakeholders (Azionisti, Clienti, Fornitori, Personale…), le Leggi dello Stato, il rapporto con le Risorse Umane ed il Progresso Scientifico e Tecnologico. 

Per tornare dunque al nostro manager egli dovrà attingere al suo bagaglio di conoscenza ed esperienza per affrontare in maniera molto flessibile le situazioni, cercare di dare maggiore o minore importanza alle diverse occorrenze, sfruttare a proprio vantaggio le circostanze, sintetizzare informazioni contraddittorie, analizzare differenze e somiglianze con esperienze già fatte e problemi già affrontati in precedenza.

A questo punto possiamo azzardare alcune prime considerazioni:

  • I sistemi della fisica possono funzionare da metafora per il comportamento e la coscienza umani. 
  • Le somiglianze divengono più importante delle differenze. 

  • E’ quindi meglio essere aperti e flessibili. Così come la natura sopravvive grazie alla biodiversità, infatti quando si chiude una via, la natura ha molte altre strade tra cui scegliere. Ricordandoci che è fondamentale avere una varietà di idee e di approcci.   

  • E’ falso pensare che i sistemi biologici tendono verso uno stato di equilibrio e la presenza di fluttuazioni disordinate, imprevedibili, caotiche è da attribuirsi a cause esterne o patologiche, eccezionali.   

  • Da molti anni si è cominciato a pensare che queste variazioni “caotiche” possono essere inerenti ai sistemi, introducendo una nuovo modo di pensare ed osservare i fenomeni.   

  • Il caos è più fondamentale dell’ordine. E’ la situazione più comune in Natura, mentre l’ordine è relativamente raro e può essere facilmente distrutto dalla più piccola perturbazione.   

  • Perciò la Natura sceglie di combattere il caos con il caos, generando una moltitudine di forme di vita attraverso le mutazioni casuali.   

  • Il Caos e le catastrofi descrivono CAMBIAMENTI e PASSAGGI DI STATO  BRUSCHI tra situazioni di stabilità strutturale.   

  • Lo studio del caos ci consente di conoscere in quali condizioni il sistema si comporterà in un dato modo.   

  • Queste informazioni sono spesso molto più importanti che non la conoscenza esatta della evoluzione futura del sistema. Infatti è sui parametri esterni di un sistema che eventualmente noi possiamo agire ed è importante sapere, ad esempio, come dobbiamo regolare questi parametri per evitare l’insorgere del caos.

 

 

Un grande aiuto può derivarci dalla seguente considerazione:

“… I sistemi complessi tendono a situarsi in un punto che definiremo il margine del caos. Immaginiamo questo punto come un luogo in cui vi è sufficiente innovazione da dare vitalità al sistema, sufficiente stabilità da impedirgli di precipitare nell’anarchia. E’ una zona di scompiglio e di conflitto dove vecchio e nuovo si scontrano continuamente…” (Michael Crichton).

 

Le imprese possono considerarsi al margine del caos ed utilizzare la disorganizzazione creativa. Il successo non proviene dalla stabilità e dall’ordine: l’innovazione è generata al margine del caos. Oltre alla disorganizzazione creativa dovremo quindi adottare la flessibilità strategica, la condivisione nelle decisioni, l’organizzazione a rete e l’apprendimento continuo.

 

Conclusione

  • I sistemi complessi oscillano tra i due stati: quiete e disordine

  • Tra i due stati esiste un margine in cui è possibile operare con la disorganizzazione creativa

  • La disorganizzazione creativa ci propone nuove scoperte ed innovazioni 

  •  La disorganizzazione creativa ci impone di abbandonare vecchie pratiche

 

Riferimenti: 

La Teoria del Caos 

 La Teoria del Caos seconda parte 

La Teoria del Caos: l’Intuizione degli Artisti –  Giugno 2004 

Perché Caos Management

Interactive Knowledge Exchange (IKE) 

Perché Caos Management (Video)

C.A.O.S. Capacità Antica di Organizzazione Strategica (Video)