DALLA TECNOLOGIA AI PROGETTI SOSTENIBILI: UNA VITA PROFESSIONALE DEDICATA ALL’EDITORIA DI QUALITA’

Ho recentemente incontrato M. Cristina Ceresa, giornalista e imprenditrice editoriale, ma soprattutto ex-collega nell’ambito dell’editoria e della comunicazione del settore tecnologico, al Salone della CSR e dell’Innovazione Sociale (www.csreinnovazionesociale.it), giunto alla sua quarta edizione, che si è tenuto ai primi di ottobre a Milano presso l’Università Bocconi. Sul Salone mi sono ripromessa di tornare con un successivo articolo, quello che mi ha suscitato curiosità è la vicenda professionale di Cristina, che mi piace condividere con i lettori di Il Caos Management.

Nel corso del Salone M. Cristina ha presentato l’edizione 2017 di Green Planner, un’elegante agenda in formato almanacco ragionato, che fa parte di un complesso “sistema” di comunicazione sulla sostenibilità, creato proprio da lei cinque anni fa, insieme alle Edizioni Green Planner (www.greenplanner.it). La sua iniziativa parte dal presupposto di poter scrivere di cose in cui si crede, per questo oltre a scrivere di sostenibilità, lei la vive ogni giorno. Green Planner, venduta online al costo di copertina di 20 euro a copia (più un contributo fisso di 1 euro per la spedizione, spedizione gratuita oltre le 50 copie ordinate), è accompagnata anche da un magazine online dedicato alle notizie, ai progetti, alle tecnologie e agli eventi che interessano i comuni italiani che adottano comportamenti e azioni eco-sostenibili.
In prima battuta l’esempio di sostenibilità editoriale della casa editrice è dato proprio dall’almanacco: si usa la carta una sola volta all’anno e le rimanenze a magazzino non vanno al macero: a breve prenderà avvio un contest realizzato in collaborazione con le scuole, dove i ragazzi avranno modo di usare le vecchie Green Planner per creare oggetti nuovi.

Ma entriamo nel vivo della vicenda professionale e umana di Cristina. Con una laurea in filosofia ha sempre pensato di potere fare tutto quello che voleva (o niente, che a volte è la stessa cosa, se hai troppe idee). Ma erano gli anni ‘90 (1989, per essere precisi) e il mondo (Italia compresa) stava attendendo il boom dell’innovazione tecnologica. “Fui assunta nella redazione di Linea Personal, per poi passare in Linea Edp, pubblicazioni storiche del settore Ict”, ricorda M.Cristina Ceresa, “e furono anni fantastici. Si lavorava tanto, ma con grande serenità e professionalità: si viveva praticamente in redazione. E i colleghi erano la famiglia (che poi a poco a poco ci siamo fatti). Finito in redazione io passavo a ’Il Giornale’ (allora era quello di Indro Montanelli, ci tengo a precisarlo) e a ‘Società civile’, perché mi occupavo anche di teatro: scrivevo presentazioni e recensioni. Ricordo che allora i pezzi si dettavano ancora al telefono ed era compito del dimafonista, usando un particolare registratore leggibile a passo ridotto, trascrivere i pezzi su carta e batterli a macchina prima di inviarli ai membri della redazione competenti.”

Da quelle esperienza Cristina ha acquisito un’ottima conoscenza dell’editoria specializzata e Business-to-Business e dei network professionali. Infatti, per anni è stata caporedattore di “Computer Dealer &Var”, che veniva definita la “Bibbia della distribuzione informatica”. Un appuntamento immancabile per chi voleva capire quali erano le strategia della distribuzione informatica, ogni mese chi la riceveva la conservava e la collezionava. Sostiene Cristina,“Ecco, questa è la forza di una pubblicazione B2B, che però ora, con il web, ha sempre meno senso: troppe fonti e ridondanza di informazione. Per questo noi con Green Planner abbiamo puntato a un almanacco: dura un anno!”

Perché a un certo punto del percorso la scelta di costruire una realtà editoriale propria? Ricorda Cristina “Ho vissuto sulla mia pelle l’operazione Business media/IlSole24Ore (di cui tanto si parla in questi giorni): per la quotazione in borsa Il Sole (con cui collaboro ancora, comunque) si è portato a casa un sapere che forse era anche scomodo, o quanto meno cannibalizzava il quotidiano. Io negli ultimi anni avevo dato vita a Energia24.”
Ed è a questo punto che Cristina si interroga circa l’opportunità di affrontare la sfida della piccola imprenditoria: uscire dalla situazione “protetta” del lavoro dipendente e mettere in atto le idee che meglio si addicevano a quel momento storico (2010-2011) è stato vitale. “Conoscere il mercato è stato fondamentale: io non sono mai stata una giornalista di desk”, ricorda ancora Cristina, “ho operato sempre sul campo, ho sempre preferito parlare con le persone, piuttosto che passare testi o comunicati.”  E poi, quello che gioca un ruolo molto importante è la massima flessibilità: sia su argomenti di tendenza che su iniziative collaterali, come quelle da lei ideate, come i Ring di Linea Edp,  il salotto tecnologico di Cd&Var, agli auditing di Energia24.

Nell’ambito delle Edizioni Green Planner, un’iniziativa collaterale significativa e coerente sono le GpEcoRun:  marce non competitive, dei “green events” certificate da Ecoistituto di Bolzano, ai cui partecipanti viene fatta trovare nella bag della gara anche la Green Planner. E anche qui si fanno continuamente cose nuove: entro un mese verrà presentato infatti il GpEcoRun team runner.

E alla domanda se ci sono aspetti che affronterebbe in maniera diversa a distanza di cinque anni Cristina risponde affermando che imparare e fare cose nuove ogni giorno, ogni mese, ogni trimestre, è interessante e divertente e di certo non ci si annoia. Inoltre, grazie alle tecnologie è possibile realizzare un’organizzazione del lavoro veramente “smart”: dovunque e in qualunque momento della giornata. In più, grazie alle nuove concezioni della logistica di questi tempi, è possibile permettersi di lavorare in un coworking. Solo dieci anni fa sarebbe stato impossibile, oggi è un must.

Edizioni Green Planner ormai non è più una start up: ma di quella è rimasto l’impianto agile. Non ci sono assunti: solo liberi professionisti. I progetti sono valutati a fondo per il business plan fattibile e mai sottocosto: a volte è meglio perdere un cliente che lavorare male.