Sono tornata in Sardegna dopo tanti anni, invitata in Costa Verde, la zona forse più selvaggia e sorprendente di questa regione, esattamente nella località di Portu Maga, comune di Arbus, nella provincia del Medio Campidano. Ma non è di mare e profumi di macchia mediterranea che voglio scrivere qui, bensì del duro lavoro perduto di alcune delle importanti miniere di quella zona, quella di Montevecchio, nel comune di Guspini, perché in questo viaggio è stata l’umanità di quel mondo che mi ha particolarmente colpita. E devo ammettere che grande era la mia ignoranza in merito.
a cura di Graziella Falaguasta e Iride Peis (*)

 

Questo servizio giornalistico – suddiviso in due parti per esigenze redazionali – è stato scritto a quattro mani con Iride Peis, conosciuta durante la giornata regionale del 10 settembre scorso, dedicata ai minatori, promossa e gestita dall’Associazione “Sa Mena” (la miniera, http://www.associazionesamena.com/,)  E’ grazie a quei contatti, ai libri di Iride Peis, e alle ricerche che tutto ciò mi ha suscitato che ora posso condividere con i lettori di Caos Management questo pezzo di storia del nostro paese, e della Sardegna in particolare, che dovrebbe essere ricordato con maggiore attenzione. Per cominciare un inquadramento più generale è ovviamente necessario, mentre per l’approfondimento sulla specifica storia di Montevecchio rimandiamo al prossimo numero.

 

 

 

L’industria mineraria in Italia oggi
Naturalmente, per scrivere questo articolo mi sono dovuta documentare e cercando, ho trovato in realtà tante informazioni. In particolare, mi hanno colpito quelle sull’VIII Giornata Nazionale delle Miniere che Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), aveva organizzato nel 2016 con un programma vastissimo, esteso ed articolato su tutto il territorio (http://www.isprambiente.gov.it/it/archivio/eventi/2016/programma-viii-giornata-nazionale-delle-miniere), di cui ignoravo, malgrado tutto, l’esistenza.
Nell’introduzione al rapporto di Assomineraria, l’associazione che opera all’interno di Confindustria, Roberto Casula, Presidente, e Raffaele Calabrese De Feo, Presidente Settore Minerario Assomineraria, a proposito dell’industria mineraria italiana e gli impatti ambientali che sono gli aspetti più evidenti, ricordano “Sebbene molte idee sul settore siano associate con alcune operazioni minerarie nel passato, le pratiche dell’industria mineraria moderna sono migliorate significativamente e sono soggette ad uno scrutinio ambientale ravvicinato. I problemi rimangono specialmente in quei paesi con regolamenti ambientali blandi o di rafforzamento. Il nostro paese, grazie alla sua complessa conformazione geologica, detiene importanti risorse di minerali industriali: depositi economicamente  utilizzabili si possono trovare lungo tutta la penisola italiana dall’estremo Nord, fino a Sicilia e Sardegna.”.
E ci fanno notare un aspetto al quale io stessa non avevo pensato, fino a questo momento: “Questo studio nasce dall’esigenza di Assomineraria di accrescere la consapevolezza a tutti i livelli del valore dei ‘minerali per l’industria’ e della loro essenzialità nella vita economica del nostro paese. Molte volte si ignora che la carta è composta per il 50% da minerali (carbonato di calcio, talco, caolino, bentonite), il vetro per il 100% (silice, feldspati, borato, dolomite) e un’automobile contiene fino a 100-150 chilogrammi di minerali.”


SCHEDA: I minerali industriali nella vita di tutti i giorni (Fonte Assomineraria)

In pochi conoscono l’importante ruolo che i minerali industriali svolgono  nella vita di tutti i giorni. Per questo motivo, un breve viaggio attraverso un’ordinaria giornata lavorativa aiuterà a comprendere quante volte entriamo inconsapevolmente in contatto con queste risorse.
La nostra relazione con il settore minerario si rinnova ogni mattina quando, appena svegli, poggiamo i piedi sul tappeto, il cui retro è solitamente composto da carbonato di calcio o da calcare. Ma non ci facciamo troppo caso e accendiamo una semplice lampadina di vetro (il vetro è costituito al 100% da silice) e ci dirigiamo verso la cucina, un vero e proprio giacimento di minerali!


Apriamo lo scaffale e prendiamo la nostra tazza di ceramica (talco, feldspato) o di vetro (silice). Non ci siamo ancora completamente svegliati e sbadatamente ci cade di mano la caffettiera. Se non ci lasciamo prendere dallo sconforto è perché, grazie alle piastrelle (talco, caolino, bentonite, feldspato) e al piano di lavoro in agglomerato lapideo (quarzo), ci basta una semplice spugna per ripulire il danno provocato. Anche gli schizzi di caffè finiti per terra vengono via con grande facilità, sia che si tratti di un pavimento in cotto (sabbie silicee e argilla) o in

linoleum (carbonato di calcio, argilla, wollastonite). Purtroppo, non può dirsi lo stesso per il giornale che stavamo leggendo (tutti i tipi di carta contengono talco, calcare ed entrano in contatto con carbonato di sodio e anidride carbonica  durante il processo di lavorazione) e per i vestiti che indossiamo (il salgemma viene usato nel tessile per fissare i colori), molto più difficili da smacchiare.

È quasi ora di andare al lavoro e, mentre ci laviamo i denti con il dentifricio (carbonato di calcio, carbonato di sodio, fluorite, barite) o ci trucchiamo (talco, mica, argilla, carbonato di calcio) non ci rendiamo conto che intorno a noi tutto è fatto di feldspato, caolino, bentonite, talco, sabbie silicee: i sanitari, le piastrelle, la vasca da bagno. Perfino i prodotti che usiamo per sanificare e pulire il bagno contengono una molteplicità di minerali (silice, diatomite, feldspato, calcare e pomice).

Prima di uscire, da bravi padroni, puliamo la lettiera del gatto, composta da vari tipi di rocce argillose con proprietà assorbenti (specialmente bentonite, che possiede in aggiunta proprietà agglomeranti).
Alle 8.00, come d’abitudine saliamo in auto, una vera e propria miniera in movimento. Le gomme (argilla, carbonato di calcio, barite, talco, calcare), i cerchioni (dolomite e magnesio), i vetri (silice), il cruscotto e gli interni in plastica (talco, carbonato di calcio, caolino, silice, wollastonite)

 

di un’utilitaria contengono complessivamente oltre 100 kg di minerali industriali. Anche le vernici che rivestono la carrozzeria sono composte in larga parte da caolino, talco, carbonato di calcio, mica e silice, senza i quali non avrebbero prestazioni simili in termini di tenuta, estetica e applicazione. Sotto le nostre ruote scorre la strada,

un composto eterogeneo di sabbie e rocce, a cui si affiancano marciapiedi, palazzi e altre costruzioni edili in cemento (calcare, gesso, sabbie feldspatiche e silicee, ossido di ferro) o in mattoni (argilla), spesso rinforzati con strutture in ferro (l’industria fondiaria è tra quelle che traggono maggior vantaggio dalle proprietà di bentonite, argille refrattarie, anidride carbonica, feldspato, quarzo e talco).

Non siamo ancora entrati in ufficio che già i nostri dispositivi elettronici si sono impossessati di noi, e mentre  il dito scorre veloce sullo schermo touchscreen (la piezoelettricità del quarzo consente di trasformare il tocco delle nostre dita sullo schermo in un segnale elettronico) del nostro cellulare (gli smartphone di ultima generazione contengono fino a 62 tipi di metalli diversi di cui 12 considerati insostituibili) lamentiamo già problemi di batteria (litio, zinco, grafite, alluminio, cobalto). Fortunatamente, la vista di una lampadina a LED a basso consumo (zinco) e il ritrovamento  della sana e vecchia matita (grafite, argilla) sulla scrivania, ci fanno riappacificare con il mondo della tecnologia.

La mattinata procede tranquilla ed è già ora di uno spuntino. Dopo aver frugato nel frigorifero (l’anidride carbonica è uno dei principali gas refrigeranti attualmente in uso), riscaldiamo un panino nel microonde (i contenitori  plastici per microonde sono rinforzati da talco, carbonato di calcio o argille) e zuccheriamo (carbonato di calcio o calcare sono utilizzati nel processo di raffinazione dello zucchero) il caffè che ci permetterà di arrivare svegli all’ora di pranzo.
Ma il break è di breve durata e ben presto torniamo alle prese con il nostro PC (i microprocessori vengono spesso trattati con acqua ossigenata ottenuta dai prodotti intermedi del salgemma), con la rumorosità dei colleghi (i principali materiali fonoassorbenti quali argilla espansa, lana di roccia, cartongesso sono ottenuti dalla lavorazione di minerali industriali) e con il telefono che squilla incessantemente (un normale telefono da scrivania può contenere fino a 30 diversi minerali);


non è raro che simili condizioni siano causa di mal di testa che tende a scomparire dietro l’assunzione di una semplice aspirina (il talco viene impiegato in farmacia come eccipiente a supporto dei principi attivi).
La giornata lavorativa si è finalmente conclusa ed è tempo di rientrare a casa: ci concediamo un po’ di meritato riposo sul divano guardando la televisione (lo schermo contiene silice, i conduttori elettrici sfruttano le proprietà di minerali quali ittrio, lantanide, titanio, zirconio, barite) e fantasticando sul week-end in arrivo e sulle numerose attività che ci aspettano: una partita a beach volley o a calcetto (i campi sportivi in sabbia o in erba sintetica sfruttano le proprietà  delle sabbie silicee per attutire la corsa e i salti), un tuffo in piscina (i sistemi di filtrazione delle acque utilizzano diatomite, perlite o argille) o semplicemente una bevuta con gli amici (bentonite e altre argille vengono utilizzate per la chiarificazione di birra e vini mentre l’anidride carbonica è un ingrediente fondamentale delle bibite gassate).


 

Industria mineraria e industria manifatturiera: un legame cruciale
Il settore è, quindi, cruciale per l’industria manifatturiera presente sul territorio in quanto rappresenta quello delle materie prime essenziali per numerosi altri settori come: le vernici, l’elettronica, le fusioni di metalli e le fonderie, la carta, le plastiche, il vetro, le ceramiche, la detergenza, i prodotti farmaceutici, la cosmesi, i materiali da costruzione e per l’agricoltura. I minerali per l’industria sono anche impiegati nella lavorazione degli alimenti e dei mangimi ed hanno un ruolo sempre più importante nell’ingegneria ambientale, oltre ad essere presenti negli oggetti che usiamo ogni giorno. Non sempre, però, questo settore strategico è sufficientemente conosciuto e valorizzato, anzi è spesso ritenuto marginale e non analizzato in modo armonico a livello statistico e normativo, quando non addirittura ritenuto dannoso per l’equilibrio ambientale.

Come risulta, invece, dallo studio “Minerali per l’Industria” (**), per soddisfare i bisogni futuri del nostro paese, garantendo l’accessibilità e la produzione delle nostre risorse minerarie, è necessario agire in un contesto chiaro e prevedibile in termini di conoscenza, competitività e di politica di utilizzo del suolo. Estrarre i minerali in modo responsabile e sostenibile è fondamentale per garantire alla nostra generazione e a quelle future i materiali necessari per la vita quotidiana.
Siamo tutti consapevoli che i metodi minerari del passato hanno avuto (e in alcuni paesi con regolamentazioni ambientali blande continuano ad avere) effetti devastanti sulla salute pubblica e sull’ambiente, con il risultato di una concentrazione insolitamente alta di elementi chimici su un’area o una superficie significativamente più estesa, unita agli effetti sull’acqua, elemento di trasporto. Per questo motivo, Assomineraria si è posta l’ambizioso obiettivo di rappresentare la strategicità dell’intero settore dei minerali per l’industria nel contesto produttivo italiano sia attraverso la descrizione delle molteplici applicazioni dei minerali industriali, sia presentando le aziende protagoniste di quest’industria che valorizzano le risorse del nostro paese. Questo percorso deve naturalmente essere fatto anche con un forte impegno sul territorio dove le aziende operano, in termini di dialogo e investimenti utili alle comunità: dal contributo all’urbanistica alla valorizzazione di siti dismessi e divenuti poli turistici. Come emerge dalle informazioni raccolte nello studio, le attività svolte dalle aziende minerarie in Italia riescono a coniugare la crescita economica con la salvaguardia ambientale nel totale rispetto della sicurezza dei territori e dei lavoratori coinvolti.

 

 NOTE
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(*) Iride Peis è nata a Guspini, dove attualmente risiede, e ha esercitato per 35 la professione di insegnante elementare. Ha sposato il medico della miniera di Montevecchio e ha vissuto e insegnato anche nel villaggio minerario, sul quale ha maturato una profonda conoscenza del duro lavoro del sottosuolo, amando profondamente la sua gente. E’ testimone di quella realtà attraverso i suoi libri ed è impegnata a far conoscere,  valorizzare e a non fare dimenticare  la storia della miniera che ha prodotto sì ricchezza e progresso, ma, soprattutto, infinite storie di donne, uomini e bambini che vi hanno lavorato.

(**) Lo studio,  condotto da Rie (Ricerche Industriali ed Energetiche) per conto di Assomineraria ha analizzato il comparto dell’estrazione di Minerali per l’Industria così come rappresentato dalle imprese associate appartenenti a tale categoria. Il compito si è rivelato arduo per la scarsità di precedenti storici di ricerca, la mancanza di uniformità delle statistiche di settore, l’eterogeneità del campione di imprese descritto e analizzato (è stato condotto in collaborazione con le sole imprese associate ad Assomineraria, che estraggono dal sottosuolo nazionale minerali destinati a processi industriali ad alto valore aggiunto, una lista che include importanti compagnie minerarie del paese ma che presenta una diversità di minerali difficilmente catalogabile in maniera univoca e aggregata).