Chi è che mi sa dire
l’otto di marzo che cosa si festeggia?
Che sia l’importanza della donna in casa o in cucina
dove è più che giusto che si senta regina?

Oppure il nuovo assetto di questa nostra società
che alle donne ha concesso la parità?

Eppoi perché regalare una mimosa
e non una margherita, una viola o una rosa?

Pochi sanno che l’otto di marzo di tanti anni fa,
una donna normale, senza pretese,
con un mazzo di mimose strette al petto e
con le mani protese,
con fermezza e tanta grazia s’è messa a camminare
proprio verso i soldati ch’eran pronti a sparare.

Le mimose le aveva prese là, sulla via
vicino alle barricate, scelte con amore:
le più belle dell’alberi allora in pieno fiore.

al cospetto dei soldati, senza proferir parola
mise nella canna d’ogni fucile una mimosa.

Lasciando esterrefatti color ch’eran pronti per sparare
che pieni di commozione non sapevan cosa fare.

Un minuto, lungo quanto l’eternità
poi uno scoppio, un urlo che investì tutta la città

“FRATERNITE, EGALITE’, LIBERTE’”
Fratellanza, Uguaglianza, Libertà,

L’otto di marzo di tanti anni fa una donna
da sola sbaragliò un intero battaglione
contribuendo a cambiare la storia
dando inizio ad una nuova generazione.

Oggi si regala una mimosa forse solo per seguire la moda.
Pochi ricordano quel gesto tanto carico d’ emozione
dal quale ha avuto inizio la nostra liberazione.

Donare una mimosa vuol dire fratellanza
come pure stare insieme
con sicura volontà di creare comunanza.

 

Tabacchine di Lanciano