Attraverso il passo del Kebir l’imperatore persiano e il Signore  della Bactriana informavano il Fratello cinese prima e quello mongolo poi, di ciò che avveniva nel mediterraneo informato dalla sua marina, le navi dei fenici. Poi venne Alessandro il Grande  figlio di Olimpia una delle donne più grandi della storia che ne affidò l’educazione ad Aristotele che capì che il commercio greco doveva rompere il monopolio persiano e arabo sulla via della seta e dell’incenso. L‘operazione riesce, ma poco dopo Alessandro la moglie amatissima della civilissima Bactriana e il piccolo figlio muoiono, l’impero occidentale si disintegra spartito fra gli amici. e forse amanti traditi, di Alessandro. Negoziare con uno forte è molto più difficile che farlo con molti deboli. Con Augusto, il legame con il colosso cinese si ripristina appieno, ma già Giulio Cesare ne aveva avuto contezza in Cilicia.

Caligola ritenta il matrimonio fondativo di un nuovo mondo con la figlia dell’imperatore persiano, ma anche in questo caso viene eliminato, guerre e commerci piacciono di più che partecipare ad una festa di nozze. La collaborazione continua fino a quando Roma subisce diverse sconfitte dai persiani e i germani dilagano in Gallia,  in Helvetia e poi insieme ai Goti in Pannonia ed in Illiria. Fermo restando che l’Augusto di Costantinopoli per il momento non viene sacrificato, la Cina si libera della pressione alle sue frontiere, spedendo Unni, Ungari e altri popoli verso l’impero in crisi.

Molti secoli dopo l’avvento dei mongoli prima in Cina e poi nel resto del mondo fino a Cracovia da nord e a Vienna da Sud. Gli Europei devono volgere i loro sguardi altrove: sull’atlantico assoggettano le americhe. A sud occupano l’Africa, penetrati in India, e, nel sud-est asiatico, sconfiggono la Cina con la guerra dell’oppio per assicurarsi il libero commercio colà; gli anglo-americani poi, mettono quasi un protettorato in Giappone (facendone in loco un loro gendarme), fino alla guerra con la Russia all’inizio del nuovo secolo.

L’aggressione alla Cina è sistemica dal XVI° secolo la Cina e la Mongolia insieme detengono il 35% del PIL del Mondo, solo alla fine del XVIII secolo la Cina vede scendere il suo PIL al 15% del Pil del mondo, poi la repubblica, la occupazione giapponese, la Grande Marcia che porta 450.000 persone dal sud al nord guidati dal grande condottiero Mao TSE Dong, cognato del fondatore della Cina Nazionalista Ciang, avendo sposato ciascuno una figlia del fondatore della Repubblica Sun. dal 1949 Mao incomincia la ricostruzione, insieme con un grande politico formatosi in Francia Ciu En Lai, un piatto unico riso per tutto e tutti e un vestito unico, un modello semplice come una divisa e la politica del figlio unico, Mao vince la guerra di Corea, convive con la Cina nazionalista di Formosa, poi Il Paese avvia le riforme economiche si apre al mondo e raggiunge la dimensione di paese in via di sviluppo: Investe nel mondo compra materie prime e territori dove produrle o estrarle, siede nel Consiglio di Sicurezza delle N.U., raggiunge il 9% del Pil del mondo e ora trovato un accordo con la federazione russa riapre la via della Seta e si siede al tavolo dei potenti a cui chiede il viatico per riprendere il suo posto nel mondo, rispettando però la grande saggezza di chi già all’inizio del XII° secolo aveva riaperto la via della seta col chianti toscano e con la capacità organizzativa arabo-ebraica normanno/cattolica di Sicilia.