Oggi le persone vivono nel mezzo di quelli che possono essere considerati i tre o quattro secoli più straordinari della storia dell’umanità. (Julian Simon)

 

Si fa abbastanza fatica oggi a pensare al futuro, il titolo dell’articolo è forse fuorviante e ne parleremo più avanti. Diamo per ora uno sguardo alla tabella. In poco meno di un secolo è tutto cambiato, proprio tutto, ed abbiamo le basi per innovazioni e scoperte ancora più importanti, tanto da incidere ancora di più sul nostro modo di vivere e di pensare. Viviamo in un’epoca emozionante, in cui la scienza e la tecnologia hanno dischiuso mondi che prima potevamo solo sognare.

Invenzioni e scoperte dal 1916 al 2004

 

Proviamo a ricordare il mondo del 1900 e lo stile di vita dei nostri nonni.

(informazioni raccolte da Michio Kaku)

Nei loro giornali del 1° gennaio 1900,  non avremmo trovato nessuna traccia della parola radio, né di cinema, e nemmeno autista, poiché l’automobile aveva appena fatto la sua comparsa e all’epoca veniva chiamata carro senza cavalli. […] Non esisteva neppure il termine aviatore. […] Gli agricoltori dell’epoca non avevano mai sentito parlare di trattori. Ovviamente, i commercianti non immaginavano neppure cosa fossero i grandi magazzini o i self-service; dal canto loro, i marinai non avevano mai sentito nominare i motori a combustione. […] Per le strade di campagna si potevano ancora vedere coppie di buoi. […] I carri venivano universalmente trainati da cavalli o muli. […]

All’Esposizione Colombiana Mondiale di Chicago del 1893 venne chiesto a settantaquattro individui di una certa notorietà di predire che genere di vita avrebbero vissuto le persone nei successivi cento anni. Il loro primo errore fu sottovalutare il ritmo del progresso scientifico.

Il senatore John J. Ingalls disse: «I cittadini faranno ricorso a questi palloni dirigibili tanto quanto oggi si servono dei calessi o dei loro scarponi». Inoltre fu del tutto trascurato il prossimo avvento dell’automobile. Il ministro delle poste John Wanamaker affermò che anche nei successivi cento anni la corrispondenza statunitense sarebbe stata distribuita da diligenze e corrieri a cavallo.

Nel 1899 Charles H. Duell, sovrintendente dell’ufficio brevetti degli Stati Uniti, affermò che ormai «tutto ciò che poteva essere inventato è già stato inventato».

Nel 1927, ovvero in piena epoca del cinema muto, Harry M. Warner, uno dei fondatori della Warner Brothers, sbottò: «Chi diavolo mai vorrebbe sentir parlare gli attori?». Dal canto suo Thomas Watson, ex presidente dell’IBM, nel 1943 dichiarò che «nel mercato mondiale c’è forse spazio per cinque computer».

Tutte le previsioni, salvo rare eccezioni, hanno quasi sempre sottovalutato il progresso tecnologico. Come ci è stato più volte ripetuto, la storia la scrivono gli ottimisti, non i pessimisti.

Nessun pessimista ha mai scoperto il segreto delle stelle o navigato verso un territorio inesplorato o aperto un nuovo cielo allo spirito umano. (Helen Keller)

 

Futuro

(questa parte va considerata tenendo presente che la pandemia è solo una sicuramente breve parentesi)

 

Non ci sembri ora troppo azzardato dire che la presente generazione sulla Terra è tra le più  importanti che abbiano mai vissuto. Stiamo quindi parlando di una nuova civiltà.

Ogni volta che apriamo un giornale abbiamo le prove dell’evoluzione . Spesso i titoli che leggiamo raccontano le battaglie per una società che sta nascendo proprio davanti ai nostri occhi.

–   Internet è il primo passo verso la costruzione di un sistema di comunicazione planetario

–    Le future lingue saranno l’inglese e il cinese.

–   Sta nascendo  un’economia planetaria.

–   L’economia si è sostituita agli armamenti come parametro di superpotenza.

–   Sta emergendo un nuovo tipo di cultura planetaria basata su quella giovanile (rock ’n’ roll e moda giovane), sui film (block-buster di Hollywood), sull’alta moda (beni di lusso) …

–   L’informazione sta diventando globale. Le televisioni via satellite, gli smartphone e internet impediscono ormai a qualunque nazione di falsificare controllare completamente le notizie.

–   Lo sport, un tempo fondamentale per forgiare prima lo spirito tribale, poi quello nazionale, sta ora contribuendo a far nascere un’identità.

–   Le minacce ambientali sono analizzate e discusse su scala globale. Le nazioni hanno compreso  che l’inquinamento del proprio territorio ha effetti che vanno ben oltre i problemi locali.

–   Il calo dei prezzi  per la mobilita  anche  intercontinentale sta aumentando i contatti tra persone appartenenti a culture diverse, quindi sta contribuendo a diffondere la democrazia e a ostacolare le guerre.

–   Questa nuova realtà sta cambiando anche la natura stessa della guerra. La storia dimostra che raramente due democrazie si sono dichiarate guerra. Quasi tutte le guerre del passato scoppiavano tra Stati non democratici, o tra una democrazia e uno Stato non democratico.

–   Le nazioni s’indeboliranno, ma  esisteranno ancora. Saranno sempre necessarie per promulgare le leggi o risolvere i problemi locali.

–   La diffusione delle malattie dovrà essere monitorata a livello planetario. In passato la popolazione mondiale non era così numerosa, e questo limitava il propagarsi delle epidemie.

–  Dal controllo alla conservazione della natura:  un tempo eravamo semplici osservatori della danza della natura, poiché guardavamo estasiati le sue meraviglie. Oggi invece siamo più coreografi della natura, poiché possiamo indebolirne le forze.

 

Cavernicoli

(ogni riferimento ad avvenimenti e persone nella realtà sociale, politica ed economica è voluto)

Le prove genetiche e fossili indicano che gli esseri umani più recenti, hanno avuto origine in Africa più di centomila anni fa, e in molti casi sembra che cervello e personalità non abbiano subito trasformazioni consistenti, e  malgrado siano passati centomila anni forse pensiamo ancora come i nostri antenati cavernicoli. Il punto è: ogniqualvolta si verifica un conflitto tra una tecnologia moderna e i desideri dei nostri antenati primitivi, questi ultimi impulsi finiscono immancabilmente per prevalere.

Per esempio, quando lavoriamo con i file preferiamo disporre di una versione stampata. quindi stampiamo e-mail e altri testi anche quando non ce ne sarebbe bisogno.

I nostri antenati hanno sempre apprezzato gli incontri in presenza, era il modo di leggere le emozioni nascoste in mancanza di un linguaggio evoluto, un capoufficio preferirà forse avere un’idea ben precisa dei suoi impiegati, e ottenerla online non è affatto facile. Questo è dovuto al fatto che i nostri antenati, molte migliaia di anni prima che sviluppassero la parola, e cioè quando erano più simili a scimmie che a ciò che siamo oggi, per trasmettere pensieri ed emozioni si servivano quasi esclusivamente del linguaggio del corpo. Il cyberturismo non è mai veramente decollato, ascoltare un CD del nostro gruppo o musicista preferito non è come vederlo e ascoltarlo suonare dal vivo in mezzo all’eccitazione e al clamore dei fan. Qualsiasi appassionato si farebbe un bel po’ di chilometri per avere una foto autografata o per assistere al concerto della sua star preferita, sebbene possa benissimo scaricare gratuitamente un’immagine o un video da internet.

I nostri antenati hanno sempre voluto vedere le cose con i propri occhi. Per la loro sopravvivenza nella foresta era di cruciale importanza potersi basare su prove fisiche e concrete piuttosto che su voci. Inoltre, siamo discendenti di predatori dediti alla caccia. Per questo ci piace osservare gli altri, magari passando ore davanti al televisore a guardare all’infinito le pagliacciate di altri esseri umani, ma se ci sentiamo osservati la cosa ci dà subito fastidio. In realtà gli scienziati hanno calcolato che per scatenare una reazione nervosa è sufficiente che uno sconosciuto ci fissi per 4 secondi. Dopo 10 secondi è possibile che questo suo comportamento scateni una reazione ostile: ecco perché quel primordiale videotelefono fu un tale insuccesso! Oggi, dopo decenni di lento e doloroso miglioramento, la videoconferenza sta finalmente cambiando le cose. Le lezioni online esistono, ma le università sono lo stesso stracolme. L’incontro a tu per tu con i docenti e la possibilità di ottenere attenzione e risposte a livello personale, rende  preferibile l’aula scolastica allo schermo del computer.

Assistiamo quindi a una competizione che, volendo fare un gioco di parole, oppone high tech (tecnologia) e high touch (contatto). Vale a dire che c’è una continua tensione tra lo starsene seduti in poltrona a guardare la TV e l’istintivo protendersi verso il mondo esterno per “toccare” ciò che ci circonda. E in questa competizione non vogliamo rinunciare a nulla! Ragione per cui, in piena era di cyberspazio e realtà virtuale, abbiamo ancora rappresentazioni teatrali, concerti rock, carta stampata e turismo fiorente. D’altra parte il toccare, come per il cavernicolo, è il primo modo per il bambino per comunicare.

Quindi se potessimo scegliere, alla tecnologia preferiremmo il contatto, proprio come i nostri antenati cavernicoli. Se vogliamo prevedere le interazioni sociali degli esseri umani del futuro, non dobbiamo fare altro che immaginare quali fossero le nostre interazioni sociali centomila anni fa e moltiplicarle per un miliardo. Ciò significa che i pettegolezzi, i social network e l’intrattenimento continueranno a farla da padroni.

In definitiva, fino a quando  non riusciamo a modificare geneticamente la nostra personalità, possiamo tranquillamente aspettarci che in futuro il potere dell’intrattenimento, della stampa scandalistica e dei social network continuerà ad aumentare.

 

Transizione pericolosa

Quello che stiamo attraversando è sicuramente un periodo di transizione estremamente pericoloso, poiché la società è ancora permeata dalle barbarie che hanno caratterizzato il nostro passato da cavernicoli che tuttavia permane: vivono ancora  fondamentalismi, settarismo, razzismo, intolleranza e disuguaglianze. Negli ultimi diecimila anni la natura umana non è cambiata molto.  Esistono ancora molti cavernicoli.

 

 

 

Bibliografia

Archer, David, The Long Thaw: How Humans Are Changing the Next 100.000 Years of Earth’s Climate, Princeton University Press, Princeton 2009.

Bezold, Clement (a cura di), 2020 Visions: Health Care Informaton, Standards and Technologies, United States Pharmacopeial Convention, Rockville 1993.

Brockman, John (a cura di), Science at the Edge: Conversations with the Leading Scientific Thinkers of Today, Sterling, New York 2008.

Id. (a cura di), The Next Fifty Years, Vintage, New York 2002 [trad. it. I prossimi cinquant’anni: i grandi scienziati contemporanei riflettono sul futuro, Mondadori, Milano 2002].

Didsbury, Howard F. Jr. (a cura di), Frontiers of the 21st Century: Prelude to the New Millennium, World Future Society, Bethesda 1999.

Kaku, Michio, Visions: How Science Will Revolutionize the 21st Century, Anchor, New York 1998.

Pickover, Clifford A. (a cura di), Visions of the Future: Art, Technology and Computing in the 21st Century, St. Martin’s Press, New York 1994.

Watson, Richard, Future Files: The 5 Trends That Will Shape the Next 50 Years, Nicholas Brealey, London 2008.