Cari genitori…

Con i miei articoli sui figli intendo augurare loro uno splendido futuro  (anche a noi naturalmente, ma era sottinteso). 
Che possano ottenere tutti quei risultati che per un giovane oggi sono a volte paradossalmente più difficili da raggiungere che in passato, quando si stava peggio. 
E’ una vecchia storia, non sempre il tenore di vita é sinonimo di felicità interiore. 
Sarebbe facile polemica elencare qui tutte le cose che i nostri figli oggi hanno e fare il confronto con il passato. 
 
Non lo farò…
Mi limiterò a riflettere -come adulto degli anni 2000- sui valori che possiamo ancora cercare di trasmettere ai nostri ragazzi che vediamo a volte troppo timidi, un po’ diffidenti, gratuitamente spavaldi, inconcretamente fantasiosi, un po’ scostanti, eccessivamente prudenti, già così megalomani, ingiustificatamente pessimisti, pericolosamente volubili, ingenuamente seguaci, esageratamente sensibili, decisi e ambiziosi oltre i limiti dell’etica.
 
Forse bisognerà soltanto ascoltarli con amore e guidarli con il buon senso e con il coraggio di un tempo, quando la brava gente riusciva a crescere molti figli nella povertà con immensa fiducia e speranza nel futuro.
 
Sicuramente un onesto mea culpa sul nostro livello di ascolto, in riferimento alle ansie e paure dei nostri figli, possiamo farlo.
Anche noi spesso soffriamo di ansie e paure.
Forse qualche volta ci siamo distratti, non li abbiamo ascoltati proprio bene.
Ma siamo i loro genitori, li abbiano generati così, con quel temperamento (impianto cromosomico) e abbiamo contribuito a far si che si formasse in loro quel carattere.
Le recenti ricerche sul genoma hanno confermato che la parte del leone nella formazione del carattere dell’individuo la fa l’ambiente. 
Noi genitori siamo l’ambiente primario per i nostri figli. 
Spero che almeno su questo siamo tutti d’accordo,
 
Quindi al lavoro
attrezziamoci per ascoltarli ancora meglio di quanto abbiamo saputo fare finora
 
Desidero parlarvi in questo incontro di un tipo di figlio che spesso ci manda in ansia perché non riusciamo a capire cosa pensa.
IL FIGLIO SILENZIOSO
 
Nella vita, davanti alla realtà, ci sono quelli che esplodono e quelli che implodono.
Esplodere vuol dire esprimersi con gli altri a volte addirittura con troppa aggressività.
Implodere vuol dire mandar giù (in parole povere) ma é questo che noi genitori temiamo.
 
Una cosa é certa, i nostri figli silenziosi sono quasi sempre degli ottimi ascoltatori, capaci di notare immediatamente qualsiasi debolezza o inconsistenza nella nostra esposizione quando decidiamo di parlare con loro per tentare di aiutarli a crescere. 
 
DOBBIAMO PREPARARCI
 
Intanto dobbiamo dare loro il tempo di riflettere su quanto diciamo.
Non usciranno dal loro silenzio riflessivo troppo facilmente.
 
Quindi fare delle pause e guardarli negli occhi con totale attenzione (amore) sarà la chiave.
Diamo loro modo di soppesare bene le nostre proposte, in modo da poter decidere con calma.
Siamo positivi e fiduciosi del loro ascolto, pazienti (la pazienza è la virtu’ dei forti).
Spieghiamo chiaramente, ascoltiamo attentamente.
Non sfuggiamo alle rare obiezioni che i figli silenziosi decidono di fare.
Questo atteggiamento forte e paziente li indurrà ad avere fiducia in quanto diciamo.
 
Interessiamoli con storie di valore umano.
Quasi sempre i silenziosi sono buoni.
Analogie, testimonianze, storielle e aneddoti possono essere graditi.
Che siano pertinenti alla situazione però, buoni ma non sciocchi i figli silenziosi.
 
Chiediamo loro di esprimersi meglio.
Quando il silenzio viene rotto è l’occasione.
 
Il nostro interesse per le loro idee li stimolerà a fare replay.
Mentre spiegano a noi chiariscono meglio anche a loro stessi. 
Poiché sono intelligenti, ascoltandosi soppeseranno le loro convinzioni; potrebbero anche cambiarle se sbagliate  (solo se le nostre sono sagge, però).
 
Se il dialogo é avviato cari genitori, e lo saprete gestire con pazienza, il silenzio piano piano si romperà.
Anche se il figlio silenzioso non diventerà mai un chiacchierone. 
Troverete un modo per coprire il golfo di silenzio che vi separa dai vostri ragazzi (quasi sempre molto concreti) ponendo loro domande che richiedano un certo loro impegno.
– Da quanto tempo
– Quali sono gli obiettivi
– Quali le maggiori difficoltà 
– Quali i tempi
 
Senza pressione ma con interesse autentico, valutando insieme il da farsi.
Magari in silenzio guardandosi negli occhi.
 
UN BEL TACER NON FU MAI SCRITTO
 
Riflessione ultima
Avevo appena finito di scrivere questo capitolo sui figli silenziosi che già il rimorso mi coglieva.
Siamo quasi in autunno e l’idea di dedicare una poesia ai nostri figli mi aveva accompagnato per tutta la stesura del paragrafo.
Una poesia d’amore tipo quelle che scrivevo di getto alle ragazze di cui mi invaghivo in gioventù.
 
Poi il pudore mi ha fregato (é successo anche a voi qualche volta?)
Il pudore di che?
 
Forse i nostri figli non sono romantici abbastanza per comprendere?
Dagli sms che si scrivono fra di loro (ogni tanto li leggiamo sui giornali) direi che sono dei tenerissimi poeti.
Forse i nostri figli non valgono il nostro cuore di poeta (residuo) al pari degli antichi amorini?
Quella per loro é una forma di amore sublime e vale bene uno sforzo per battere ogni forma di gratuito pudore.
Non credete?
 
Il gratuito pudore di cui ho appena parlato rientra nella lunga serie di inconvenienti che frenano l’espressione dei nostri sentimenti ogni giorno.
E non soltanto nei confronti dei nostri figli; barriere ad esprimerci con il cuore provocate dal traffico perverso delle cose da fare.
 
Sono inconvenienti banali (forse) ma pericolosi.
Hanno il potere di ridurre e impoverire le perle che nella vita occorre donare agli altri per comunicare la nostra attenzione, il nostro amore. 
Quante mogli e fidanzate all’ascolto trovano nel loro compagno (che cresce in un ruolo lavorativo per esempio) meno attenzione rispetto al passato? 
E a quanti mariti e accade di non riconoscere e ritrovare più la loro principessa, magari impegnata in importanti problemi familiari e professionali che per la donna sono ancora più gravosi che per noi maschietti?
 
Non avere più tempo per le piccole attenzioni sentimentali é uno dei peccati più gravi di questi ultimi frenetici tempi.
E vale massimamente quando ragioniamo sul come instaurare un rapporto migliore con i figli.
 
Questi miei pensieri vogliono essere una guida per amarli, seguirli meglio e aiutarli a crescere: pensieri d’amore dedicati proprio a loro.
 
Desidero dedicare questo scritto, cari genitori, alla poesia mancata di cui ho appena accennato; una poesia per i figli che crescono e spesso non capiscono cosa sta loro succedendo. Diventare grandi é tutt’altro che facile. 
 
A volte siamo distratti nei confronti dei nostri cuccioli, magari perché -paradossalmente- molto impegnati a pensare a loro, al loro futuro.
Il futuro ce l’hanno dentro i ragazzi, lo sapranno scoprire e inventare soltanto se non si addormenterà la loro fantasia, la loro fiducia nella vita e in noi genitori.
 
Non possiamo perdere il ruolo di guida spirituale che ci spetta nei loro confronti.
Mentre scrivo queste pagine è autunno dolce.
 
Con dolcezza infinita buon futuro ragazzi…