Cristina Caravello si definisce “artista, scultrice, ceramista” e con il suo lavoro di ricerca costante, iniziato nel 2004 nel laboratorio in provincia di Como, ha realizzato nel tempo il suo sogno: quello di continuare a lavorare nell’ambito dell’arte, della grafica, del disegno e di tutto ciò che riguarda la possibilità di “illustrare” la realtà.  

 

Cristina Caravello (https://www.cristinacaravello.it/) é una delle persone che ho seguito agli inizi degli anni 2000 nei percorsi di formazione su iniziative di micro-imprenditoria finanziati dall’Unione Europea e gestiti da CNA Como (oggi Lario e Brianza). Si trattava di progetti davvero innovativi, che prevedano una dotazione in voucher per chi partecipava a questi percorsi, per ottenere consulenza finalizzata alla creazione di una piccola impresa da parte di giovani – laureati e non – che desiderassero sperimentarsi in questo coraggioso tipo di scelta. 

 

Non incontravo Cristina da tanti anni, ma un invito a una mostra di ceramiche raku (la tecnica sulla quale si era basata l’iniziale attività del suo laboratorio “Tracce di fuoco”) ha fatto scattare in me il ricordo della positività di quel percorso e ho voluto prendere contatto con lei per raccogliere la sua testimonianza e poterne scrivere qui, ora, a distanza di 20 anni. Giusto una piccola precisazione sul raku: si tratta di  un’antica tecnica di origine giapponese nata per creare le ciotole in uso durante la cerimonia del tè, oggetti unici e irripetibili, realizzati a mano, da toccare, guardare ed utilizzare. La tecnica raku è stata successivamente sviluppata nella forma moderna con fumigazioni dai ceramisti statunitensi.

Cristina si definisce “artista, scultrice, ceramista”, e nel corso del tempo, con la sua laurea del vecchio ordinamento in Lettere, ad indirizzo in Storia dell’Arte Moderna e Contemporanea, ha sempre più sviluppato la sua passione per la grafica e per tutto ciò che riguarda la rappresentazione, l’illustrazione, aiutata anche dal fatto di vivere e lavorare a ridosso delle montagne, a Tavernerio, in provincia di Como, dove può confrontarsi direttamente oltre che con i diversi materiali, superfici e colori con i quali lavora,  anche con la visione delle rocce in alta montagna, i sassi levigati dal fiume, insomma un paesaggio che favorisce la creatività.

 

Dalla passione alla professione: nulla era scontato

Sostiene Cristina “Una delle mie maggiori inclinazioni è sempre stata l’attrazione per la materia, la forma, il colore. Durante gli anni dell’università, mentre approfondivo lo studio della storia dell’arte e delle più diverse forme espressive dell’uomo (lettere, cinema, teatro) ho coltivato la manualità dipingendo, imparando a realizzare il feltro di lana, lavorando il legno, migliorandomi nella costruzione e realizzazione di oggetti di ceramica, dopo aver seguito un corso tenuto dal ceramista Walter Castelnuovo di Palanzo (Como)”. Su Palanzo, per chi non conosca quelle zone, vale la pena di fare un accenno. Si tratta di  una frazione del comune di Faggeto Lario, a circa 600 metri sul livello del mare, dalla quale si gode una vista mozzafiato del lago di Como, e che rappresenta uno dei più borghi di quel territorio più ricchi di passato e di testimonianze di vita e lavoro.  E questo probabilmente non è un caso per Cristina.

 

Proseguendo nel lavoro di ricerca e di continuo approfondimento le abilità e le attitudini di Cristina sono confluite nella lavorazione della ceramica perché l’amore per la materia, la passione per la manipolazione e la creazione di opere e oggetti l’hanno portata sempre più a impiegare spazio e tempo alla conoscenza di questa antica arte, fino a decidere di farla diventare la sua professione.

 

La sua scelta di seguire i corsi formativi della CNA, dunque, era nata quasi naturalmente, perché il suo desiderio era quello di far convergere la passione per l’arte nelle sue diverse manifestazioni in una  condizione professionale, di lavoro, cercando di reinventare in chiave contemporanea il concetto del “laboratorio dell’artigiano” che utilizza antiche tecniche nelle quali gli elementi naturali giocano un ruolo fondamentale per la creazione ogni volta di pezzi irripetibili e sorprendenti. 

Il lavoro di Cristina oggi che è una donna di quasi 50 anni, ha famiglia e due figli adolescenti, si declina però in tantissimi modi: come artista realizza opere, dipinti e sculture anche su commissione per professionisti, privati e amministrazioni pubbliche e con queste opere ha già partecipato a varie mostre collettive e personali.  Per quanto riguarda il trattamento della “materia”, oggi realizza oggetti unici in grès, senza tornio, fatti  completamente a mano da usare nella vita di tutti i giorni.

 

E mentre in anni passati con le sue opere aveva partecipato anche a piccoli mercati locali d’arte, oggi che si sono anche aperti canali commerciali verso il nord Europa Cristina ha deciso di partecipare solo a  manifestazioni di respiro più internazionale, come Orticolario (che si svolge a Villa Erba, a Cernobbio), o ad altri eventi in contesti e cornici particolarmente stimolanti o rinomati, come Villa Carlotta, sempre sul Lago di Como.

 

Ma un aspetto altrettanto importante dell’ormai lunga attività di Cristina è quello della sua funzione educativa nei confronti delle nuove generazioni. Infatti,  come esperta d’arte Cristina progetta e gestisce percorsi d’arte principalmente rivolti a bambini e ragazzi, collaborando con associazioni del territorio e con le scuole primarie e dell’infanzia. Anche qui il percorso è stato un work in progress. Fino al periodo della pandemia Cristina teneva corsi d’arte contemporanea per bambini e adolescenti, fino alla terza media, girando di scuola in scuola nella provincia di Como, in maniera poco compatibile, in termini di orari, con la gestione del laboratorio e della produzione. Con la pandemia si è dunque evidenziata la necessità di riassestare l’organizzazione, anche perché era sempre più complicato entrare nelle scuole ed è nata quindi l’opportunità di concentrarsi su specifici progetti, come ad esempio il lavoro permanente in corso in una scuola della provincia di Como, dal nome “I giardini dell’arte”, destinato alla riqualificazione del giardino.

 

In quella fase si è reso quindi necessario un ripensamento di quella parte di attività educativo-consulenziale destinata alle scuole alla quale Cristina non vuole rinunciare, perché ritiene cruciale l’insegnamento dell’arte contemporanea fin da piccoli. Così nel 2020 le si è aperta l’opportunità di creare progetti mirati come insegnante per l’ora alternativa alla religione e questo spazio le offre la possibilità di utilizzare l’arte per lavorare con bambini e ragazzi sul concetto di riconoscimento del sé e degli altri, sui principi dell’”educazione civica”, sulla prevenzione precoce dall’uso di sostanze (dal fumo ad altro), sul bullismo e sull’assertività, sulla capacità di dire “no” aderendo anche al programma LST (Life Skills Training) promosso dall’OMS. Proprio in merito a quest’ultimo percorso, destinato anche agli insegnanti, Cristina sottolinea “E’ stato particolarmente interessante vedere come risultato la capacità di esprimere sentimenti e sensazioni personali e intime attraverso le immagini, il che rende più agile affrontare alcuni temi anche delicati, e mi conferma quanto per me sia importante continuare a nutrire la mia vocazione a lavorare con i piccoli, insomma le nuove generazioni”. 

Per Cristina Il grande pregio di questo percorso che dura ormai da 20 anni (sempre sostenuta anche dal marito nelle sue scelte) è l’autonomia, che rappresenta per lei la possibilità di libertà di espressione totale, anche se non sempre il ritorno dal punto di vista economico è adeguato. Ma far convivere le varie anime dell’artista anche con la quotidianità delle problematiche di gestione spicciola del laboratorio non è un problema per lei, che durante la nostra chiacchierata non manca di fare un accenno di apprezzamento alle nuove disposizioni dell’Agenzia delle entrate su alcune semplificazioni introdotte con l’utilizzo del POS nell’attività di vendita e di fatturazione, in assenza del registratore di cassa. “Mi ha cambiato la vita”, sostiene Cristina ed è davvero incredibile notare come anche su questo aspetto Cristina riesca a vedere il lato “artistico”. Complimenti!