Si parla da un po’ di tempo di democrazia diretta. E, in particolare, da quando il Movimento 5 Stelle ha ventilato il suo utilizzo attraverso l’uso della piattaforma Rousseau per raccogliere i voti degli iscritti su alcune proposte ovvero per eleggere i suoi rappresentanti.

Oggi ne parla il Governo in quanto nell’ambito del progetto di riforme istituzionali vorrebbe proporre anche l’elezione diretta del Capo dello Stato o del  Presidente del Consiglio dei Ministri.

Ma facciamo un po’ di storia ed andiamo con ordine.

La storia del Movimento 5 Stelle tutto è stato meno che un esempio di democrazia diretta. La piattaforma Rousseau utilizzata era una piattaforma di proprietà e gestione privata (Associazione Rousseau di GianRoberto e Davide Casaleggio) non soggetta ad alcun controllo pubblico, salvo per quanto riguarda la Privacy (ed infatti è stata sanzionata da questa Authority). E quando uno strumento che si prefigge di essere uno strumento di democrazia diretta non è pubblico, con tutte le prerogative in termini di accessibilità, trasparenza  e controlli degli enti pubblici, non può essere considerato uno strumento di democrazia diretta.

Per quanto riguarda le proposte del Governo si spera che non ci siano queste problematiche ad offuscare la proposta stessa. E quindi dando per scontato che l’eventuale elezione del Capo dello Stato o del Presidente del Consiglio dei Ministri di cui si parla possa avvenire con tutte le tutele previste per l’espressione di voto, entro direttamente nel merito della proposta.

Al di là degli strumenti infatti, la democrazia diretta si prefigge di far esprimere il proprio voto, nella fattispecie sull’elezione delle più importanti cariche istituzionali direttamente dai cittadini. In teoria si potrebbe dire non vi è niente di meglio che far esprimere direttamente la popolazione su queste questioni. Ed anche io, fino ad alcuni anni fa, sarei stato propenso a pensarla così. Ma gli avvenimenti degli ultimi anni hanno suscitato in me molte riflessioni in merito ed oggi sono giunto alla conclusione (che spiegherò di seguito) che la democrazia diretta non è la via migliore per eleggere i nostri rappresentanti apicali, anzi che vi sono rischi enormi nell’applicare questa metodologia e che la via indiretta (quella parlamentare) è senza dubbio migliore.

 

Mi spiego meglio.

Viviamo in una società tecnologica ove i mezzi di comunicazione di massa (social network, internet, tv, ) per lo più spesso di proprietà privata, possono manipolare o semplicemente influenzare fortemente  i comportamenti delle masse. Prendiamo ad esempio le elezioni americane piuttosto che le elezioni nella Federazione Russa. In entrambi i casi, e parliamo di due sistemi politicamente e socialmente agli antipodi,  i mezzi di comunicazione di massa hanno giocato un ruolo primario nel favorire l’elezione di questo o di quel candidato. Ebbene questo dimostra che chi controlla o può controllare i mezzi di comunicazione di massa si assicura o quasi l’elezione di turno. E questa sarebbe la democrazia diretta? Se Berlusconi in Italia avesse avuto la possibilità di candidarsi come Presidente della Repubblica o come Presidente del Consiglio con lo strumento della democrazia diretta come pensate che sarebbe andata?

Ecco allora che lo strumento della democrazia diretta tanto osannato altro non si è dimostrato che uno strumento in mano ai potenti di turno per giustificare in alcuni casi dittature di fatto (quella Russa), decisioni già prese dai vertici a tavolino (Movimento 5 Stelle), o forti influenzamenti dell’opinione pubblica (nel caso di Trump).

Per questi motivi ritengo che introdurre nel nostro Paese lo strumento della democrazia diretta per eleggere il Capo dello Stato o il Presidente del Consiglio dei Ministri comporti più rischi che benefici e penso invece che la nostra democrazia parlamentare che rappresenta  per la struttura attraverso la quale è formata l’intero Paese, possa essere con le dovute mediazioni, con i filtri e gli interessi di parte che però essendo di tutti vengono bilanciati, la miglior garanzia e tutela per i cittadini che colui o colei che verrà scelta per Rappresentare il nostro Paese come Capo dello Stato o Presidente del Consiglio dei Ministri sarà la migliore scelta possibile.

Il nostro sistema istituzionale va certamente aggiornato e manutenuto ma non stravolto e non facciamoci illudere con false chimere. La democrazia è difficile da mantenere, ed il sistema parlamentare è complesso e costoso ma è il miglior sistema conosciuto, non facciamocelo portare via.  Piuttosto rinforziamo i poteri del Premier ma anche  i poteri di controllo e definiamo tempi certi per l’approvazione delle leggi (basta cambiare i regolamenti parlamentari in tal senso, e se qualche deputato o senatore dovrà fare qualche nottata alla camera o al  senato se ne farà una ragione). Una ipotesi di riforma costituzionale potrebbe essere quella di far eleggere il Premier direttamente dal Parlamento a Camere riunite con il meccanismo della sfiducia costruttiva che garantirebbe stabilità all’azione di governo ed al Parlamento la possibilità di dar vita, in caso di crisi, ad un’altra maggioranza.