I tempi del godimento erotico venivano raffigurati come paradisiaci da Giovanni Boccaccio nelle novelle del Decamerone, Non entrava in descrizioni dettagliate dei rapporti sessuali e impiegava spesso similitudini con bellezze naturali e artistiche o con astrazioni poetiche, i racconti, quindi, sono generici e tutt’altro che volgari. Potremmo definirli innocenti; tanto da stupirci che l’opera sia stata messa all’indice e proibita per vari secoli.
Curiosamente l’Autore dedicava molta attenzione e traeva ispirazione da tempi tragici, talora da pretesti meschini e spesso da occasioni liturgiche. Queste ultime sono introdotte in quanto fissate nelle memorie di frati, monaci e suore che pare scandissero con i messali, i tratti, i salmi e le collette, le loro peccaminose attività sessuali spesso adulterine o condivise con giovinetti e giovinette.
Questi eventi si svolgevano anche nei monasteri soprattutto nelle ore notturne mentre abati e badesse dormivano o, se venivano svegliati, invece di escogitare e imporre punizioni ai religiosi colti in fragrante, partecipavano prontamente anche loro alle attività lascive.
Le novelle del Boccaccio non possono essere considerate come pornografiche: insistono, invece, su considerazioni letterarie, psicologiche e filosofiche.
Un buon esempio è quello della Seconda novella della Quarta giornata, in cui frate Alberto diventa confessore di una sciocca Madonna Lisetta, veneziana. Il frate la convince che l’Arcangelo Gabriele si è innamorato di lei. Poi si presenta mascherato da arcangelo con aureola e ali piumate coinvolgendola in una pantomima ispirata all’Annunciazione a Maria vergine della prossima nascita di Cristo. Poi il frate cambia maschera e interpreta il ruolo di un uomo selvatico, viene scoperto, legato ed esposto in piazza allo scherno dei passanti e, infine, imprigionato fino alla morte. Lo scherzo erotico diventa una specie di cupo testo edificante.
Nella seconda novella della VII Giornata. La bella Peronella viene sorpresa dal marito mentre sta col suo amante Giannello che si nasconde in una botte. Peronella lo presenta al marito come acquirente della botte che sta ora esaminando. Giannello conferma l’acquisto, ma vuole che la botte venga pulita. Il marito entra lui nella botte e nel tempo in cui la pulisce gli adulteri continuano ad accoppiarsi.
I tempi tragici sono quelli immaginati dai personaggi delle novelle, nell’imminenza più o meno remota della propria morte. I testi pullulano allora di preghiere, messe e penitenze. Qui i tempi della narrazione si dilatano oltre misura anche perché la fantasia del Boccaccio si manifesta nel narrare i sogni dei personaggi.
Anche i rapporti sessuali dei laici avvengono spesso con partner sposati. I tempi di attesa impiegati nel corteggiamento sono descritti come lunghe sofferenze che la speranza del successo nella conquista riesce appena ad alleviare. Il gusto maggiore goduto dai personaggi non è quello del rapporto amoroso, ma sembra essere quello di chi riesce a ingannare o beffare un marito sprovveduto, o consenziente.
Il successo nel rapporto fisico con la persona concupita e l’abilità nel dare e conseguire piacere sembrano trascurabili rispetto alla soddisfazione di danneggiare, “fare cornuto”, un altro individuo.
Dopo più di sette secoli, l’umorismo del Boccaccio ci evoca appena un sorriso. I tempi dell’erotismo cedono poi il passo ai tempi dei suffragi dovuti all’anima dei defunti. Se questi sono effettuati senza un corretto pagamento ai clerici per le cerimonie relative, le anime dei morti riappaiono ai superstiti come fantasmi. Questi non incutono paure: la narrazione riporta eventi che avvengono al buio in ore notturne. I personaggi cadono nel sonno e i loro sogni sono popolati da morti, torture e rapporti carnali con fantasmi.
* Pubblicato su L’OROLOGIO, 7/4/2025