Nella complessa tessitura del nostro tempo, fatta di velocità, di caos algoritmico e di un incessante rumore di fondo, la rubrica “Perle Rare” si pone in ascolto delle voci che osano superare le semplificazioni dominanti.
Oggi, il nostro sguardo si posa su una figura che incarna la sintesi tra il rigore scientifico e la coscienza critica: Alessandro Curioni (1967), giornalista con radici nella cronaca nera, docente universitario, imprenditore e, soprattutto, un acuto esperto di cyber security, consulente per la Cyber & Security Academy di Leonardo e commentatore su Panorama e Il Sole 24 Ore.
Curioni non è solo un tecnico che insegue gli hacker; egli è un vero e proprio visionario metodico, una perla rara nel panorama del pensiero che ha scelto di dedicare la propria vita -dal primo saggio Hacker@tack (2003) alla fondazione di DI.G.I. Academy (2008)– a svelare le ombre di un mondo sempre più consegnato alla tecnologia e all’intelligenza artificiale (IA).
Le caratteristiche peculiari: perché Curioni è una Perla Rara
1. Il profeta della fragilità sistemica e l’impresa del recuperoculturale
Alessandro Curioni si distingue per una tesi coraggiosa e controcorrente: laddove ci sono grandi opportunità (digitali), esistono sempre rischi altrettanto grandi.
La sua missione, lungi dall’esaltare il progresso tecnologico, è orientata a rilevare i rischi. Egli ci ricorda che il mondo in cui viviamo è terribilmente fragile.
Questo è l’esito della ‘grande convergenza’, in cui tutte le tecnologie digitali convergono in un unicum, creando un sistema afflitto da una complessità e una fragilità tutt’altro che trascurabili (come esplora nel saggio Cyber War: La guerra prossima ventura (2019), con Aldo Giannuli).
Curioni evidenzia con lucidità un ritardo atavico del nostro sistema in materia di sicurezza: l’Italia ha accumulato almeno vent’anni di ritardo nell’affrontare le questioni di sicurezza, avendo accelerato la digitalizzazione senza accompagnarla con un’adeguata cultura e investimenti nella cyber security, come confermano rapporti Enisa e Clusit. In questo senso, la sua figura è quella di chi si impegna a colmare non solo un divario tecnologico (dove l’Europa accusa un “ritardo incolmabile”), ma soprattutto un deficit culturale, attraverso progetti come la Young Cybersecurity Academy per le scuole medie.
Per illuminare questa fragilità con esempi tangibili, ecco una tabella sintetica degli episodi di attacchi hacker e interventi di cybersecurity in Italia ed Europa dal 2020 al 2025. Essa riflette il caos sistemico che Curioni denuncia, alternando minacce e risposte, e sottolinea il gap tra innovazione accelerata e resilienza umana. Questa tabella non è esaustiva (nel 2025, l’Italia ha registrato +53% attacchi nel primo semestre, con 346 incidenti gravi) ma esemplifica il “ritardo atavico” che Curioni combatte con la sua opera formativa.
2. L’anello debole e la filosofia del consumatore consapevole
Il cuore del pensiero di Curioni batte sulla consapevolezza. Il suo insegnamento fondamentale è che l’anello debole della catena è sempre l’essere umano.
Statistiche consolidate (dal 68% al 74% dei data breach globali secondo Verizon DBIR e Proofpoint 2024) dimostrano che la maggioranza degli attacchi informatici è determinata da un errore umano, come phishing o configurazioni errate.
Di fronte a questa inconsapevolezza, il suo monito diventa un mantra: mai accendere un computer o uno smartphone e spegnere contemporaneamente il cervello.
Come fondatore della DI.G.I. Academy di Milano, una realtà focalizzata sull’Information security, Cybersecurity & Data protection, e docente universitario, Curioni opera come un disseminatore di idee e di cultura, spingendo verso la formazione continua (oltre 500 mila persone raggiunte).
Egli promuove l’atteggiamento del consumatore consapevole, invitando l’utente a farsi domande sulla sicurezza dei dispositivi (come un frigorifero connesso), superando quella che definisce una “bulimia tecnologica”.
Curioni non abdica al compito educativo; al contrario, critica i provvedimenti (come il divieto degli smartphone a scuola) che non insegnano ai ragazzi a usare bene gli strumenti, lasciandoli con un handicap, come ribadito in recenti interviste su Radio Radicale.
3. Il narratore non convenzionale dei rischi occulti (e il contributo editoriale)
Ciò che rende doppiamente rara la prospettiva di Curioni è la sua capacità di tradurre la complessità tecnica e i rischi geopolitici in un linguaggio accessibile, sia attraverso la divulgazione sui media nazionali sia attraverso la narrativa e la saggistica.
La sua bibliografia, vasta e interdisciplinare, spaziando da opere di ingegneria e informatica (Come pesci nella rete, 2016; La privacy vi salverà la vita, 2017) fino ai gialli, thriller e horror che usa come veicolo d’allerta. I suoi romanzi, come Il giorno del Bianconiglio (2021) e Certe morti non fanno rumore (2022), non sono mere spy story, ma gialli che rivelano i pericoli e le ombre di un mondo consegnato alla tecnologia.
Attraverso il suo protagonista, l’esperto Leonardo Artico (coadiuvato dall’hacker Roberto Gelmi e dalla giornalista Teresa Aprili), Curioni affronta temi di stringente attualità come il Progetto Da Vinci (IA), la vulnerabilità della supply chain e l’uso del doppio e triplo gioco nella manipolazione dell’informazione.
Nelle parole del protagonista dei suoi romanzi riecheggia il suo pensiero. Così Artico, a proposito dell’intelligenza artificiale, parafrasando Gunther Anders, dice:
“Le ali senza Icaro non devono volare”
e ancora sul tema del rapporto tra uomo e tecnologia afferma:
“L’uomo ha uno spiccato istinto di sopravvivenza come individuo e una malsana tendenza al suicidio come specie”.
Questa scelta di utilizzare il genere letterario per l’allerta civile è un gesto che unisce l’analisi rigorosa alla potenza dell’immaginario, trasformando la speculazione sui rischi (come le caldaie intelligenti o i pager esplosivi) in una presa di coscienza che supera i confini del saggio accademico.
Il suo impegno editoriale, con innumerevoli libri pubblicati, testimonia una dedizione totalizzante nel “fare luce” sulla fragilità sistemica. Alessandro Curioni ci invita a riflettere sul ruolo dell’umanità nel momento in cui la tecnologia sembra pronta a un nuovo grande balzo.
La sua opera è un invito aperto a coltivare il pensiero critico e la consapevolezza, gesti fondamentali per garantire che, di fronte alla potenza e alla fragilità digitali, non si perda il controllo né si sacrifichi la libertà in nome di una sicurezza illusoria.
La sua vita professionale è un esempio di impegno costante ed intelligente nel difendere i confini, non solo digitali, della nostra polis.
Perle Rare torna così ad accendere una piccola “lucina sottile”, invitandoci a ascoltare chi, come Curioni, ci aiuta a decifrare il caos del mondo per trasformarlo in consapevolezza e azione responsabile.
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Il podcast che potete ascoltare, è elaborato dalla IA Notebook LM, costruito a partire dalla scrittura originale del suo autore umano. Lo consideriamo un complemento, non è una replica, è un’interpretazione!

