Numero 38 Registrazione al tribunale di Roma N° 3/2004 del 14/01/2004

6 Cappelli per …creare ed innovare

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di Simone Piperno

 

Sul numero di gennaio di Caos Management
http://www.caosmanagement.it/art37_02.html
ho introdotto il tema del pensiero creativo di fronte alle sfide globali e alla crisi economica che stiamo attraversando. La mia rubrica su questa rivista tratterà del tema della creatività e delle tecniche utili a potenziarla.
La tecnica di questo mese è la “6 Cappelli per pensare” di Edward De Bono,
http://www.managerzen.it/Parliamo/pensierolaterale/pensierolaterale.htm
una tecnica molto apprezzata ed efficace e per questo costituisce un trampolino di lancio per i prossimi articoli che tratteranno anche di tecniche meno note, ma ugualmente interessanti.
Prima di procedere, però, vorrei segnalare un evento molto importante che ha coinvolto lo stesso De Bono e che pone lo sviluppo del pensiero creativo al centro del dibattito nell’Unione europea.
“Creare, immaginare, innovare”, sono infatti le parole chiave di quest’anno per l’Unione europea;
il 2009 è l’anno europeo della creatività e dell’innovazione, (European Year of Innovation and Creativity - EYCI) per il quale l’UE si è data l’obiettivo di promuovere tali competenze come elementi chiave della crescita sociale, economica e personale.

“La creatività e la capacità di innovare sono qualità umane fondamentali” – ha detto, alla vigilia del lancio della campagna, il commissario Ján Figel,
http://ec.europa.eu/commission_barroso/figel/index_it.htm
responsabile per l’istruzione, la formazione, la cultura e la gioventù  – “Esse albergano in ognuno di noi e ad esse ricorriamo in numerose situazioni ed occasioni, consapevolmente e non. Con questo anno europeo, vorrei far sì che i cittadini europei comprendano che promuovendo i talenti umani e la capacità umana di innovare, si può dar vita a un’Europa migliore e aiutarla a sviluppare tutto il suo potenziale sia economico che sociale.”

Le notizie e gli eventi relativi alle attività dell’Anno europeo della creatività e dell’innovazione si trovano sul sito web http://www.create2009.europa.eu, all’interno del quale una sezione sarà dedicata alle iniziative realizzate in proposito dagli Stati membri. Sul sito sono evidenziati gli obiettivi dell’Anno,
http://create2009.europa.eu/index_en/goals_of_the_year.html tra i quali spiccano l’importanza data alla valorizzazione di attività artistiche e creative all’interno delle scuole primarie e secondarie, l’individuazione della diversità culturale come fonte di innovazione e l’intenzione di basare lo sviluppo delle imprese regionali e locali, così come quello pubblico, sul potenziamento delle misure innovative.

Il lancio dell’Anno europeo della creatività e dell’innovazione si è tenuto il 7 gennaio a Praga, dove si sono incontrati politici, membri delle Commissioni Europee ed esperti per discutere delle iniziative e delle modalità con cui potenziare le capacità innovative nelle aziende europee e sostenere le sfide della crisi globale; tra queste è stato dato un ampio risalto alla crescita del capitale umano, allo sviluppo della produttività e alla protezione dell’ambiente.

Oltre al commissario Figel, c’era uno degli ambasciatori dell’Anno: Edward de Bono,
http://it.wikipedia.org/wiki/Edward_de_Bono esponente, come scrivevo all’inizio dell’articolo, di primo piano nel campo del pensiero creativo e innovativo, ideatore del Pensiero Laterale e della celebre tecnica dei “6 Cappelli per pensare” di cui parleremo più avanti nell’articolo, il professor Karlheinz Brandenburg
http://en.wikipedia.org/wiki/Karlheinz_Brandenburg professore di tecnologia dei media e direttore dell’istituto “Fraunhofer” per la tecnologia dei mezzi d’informazione digitali (IDMT) e il  celebre musicista spagnolo Jordi Savall,
http://it.wikipedia.org/wiki/Jordi_Savall

Tra gli ambasciatori dell’Anno ricordiamo anche Jonathan Paul Ive, http://en.wikipedia.org/wiki/Jonathan_Ive
capo progettista della Apple, Jean-philippe Courtois, http://www.microsoft.com/presspass/exec/courtois presidente di Microsoft International, e il professor Ernö Rubik, http://it.wikipedia.org/wiki/Cubo_di_Rubik, creatore del famigerato cubo.

De Bono, nell’occasione, si espresso sull’importanza della creatività come fattore di competitività per le aziende europee e sulla necessità di applicarne i principi in ambito economico e politico:
Penso che il mondo degli affari non abbia pensato all'impatto della creatività sull'economia, che purtroppo non sia considerata un valore come la finanza o gli affari legali all'interno di un'impresa. E' necessario che in ogni organizzazione ci sia una figura direttamente responsabile per la creatività e le nuove idee, che organizzi la formazione e metta insieme una lista di pensieri nuovi, che li trasmetta e se ne occupi”, in quanto, ha aggiunto il “padre” del Pensiero Laterale, “la creatività significa molto di più che semplicemente l'arte, la danza, la pittura e la musica. Per questa ragione l'Europa ha bisogno di un'autorità che prenda questo argomento molto sul serio, affinché non si perdano tutte le sfide internazionali con i concorrenti delle economie emergenti, e anche con gli Stati Uniti".
Il testo integrale dell'intervista di De Bono, si può leggere in inglese sul sito Euractiv
http://www.euractiv.com/en/innovation/creativity-ambassador-europe-needs-take-seriously/article-178102

Dopo questa introduzione, torniamo all’argomento centrale dell’articolo e cioè alla tecnica più nota ideata dallo stesso De Bono, la “6 Cappelli per pensare”, particolarmente utile per valutare un progetto, un’idea da diversi aspetti ed angolazioni o come modalità di problem solving o ancora per gestire una riunione di lavoro in modo efficace e creativo.

Tutti abbiamo sperimentato quanto sia difficile analizzare contemporaneamente i diversi aspetti di una questione problematica, da quelli più razionali ai più emotivi, e spesso finiamo per privilegiare una sola prospettiva, quella abituale, la più familiare, limitando così la produzione di soluzioni e idee possibili.

De Bono inviata prima di tutto a “recitare la parte del pensatore” perché in questo modo “lo diventerete” e consiglia di prenderne la posa, “fisicamente, non mentalmente”; l’autore aggiunge: “fate il gesto, abbiate l’intenzione e manifestatela a voi stessi e agli altri e ben presto il vostro cervello seguirà la parte che state recitando”.

L’intenzione, però, non basta per diventare realmente bravi in qualcosa, non basta per essere un pensatore, non basta per diventare un calciatore di Serie A o un astronauta; ma l’intenzione è il primo passo per diventare ciò che si desidera. Il secondo passo è “fare il gesto”; per diventare dei cuochi non basta desiderarlo, occorre avere la ferma intenzione di esserlo e magari osservare gli chef in azione, in televisione su uno dei tanti canali tematici che si occupano di cucina e modellarne i comportamenti ed i movimenti, per calarsi pienamente nella parte e facilitare l’apprendimento.

Assumere una posizione, un atteggiamento fisiologico aiuta il nostro organismo a produrre sostanze utili e propedeutiche all’obiettivo che ci proponiamo; spesso la nostra mente non coglie la differenza tra realtà e immaginazione, basti pensare ai sogni e alle sensazioni a cui danno vita, come la paura in un incubo, l’emozione di volare, la gioia di rivedere qualcuno che ci manca…

"Indossare un costume da pagliaccio ci autorizza a fare i pagliacci", scrive De Bono, suggerendo che in questo modo è possibile pensare ed affermare cose che abitualmente non farebbero parte del nostro modo di ragionare. L'"auto-censura" che spesso ci imponiamo viene ridotta da una maggiore libertà espressiva, grazie ai 6 cappelli.

Come prima cosa, nella tecnica dei “6 Cappelli per pensare” è importante la parte da recitare, superando i limiti imposti dal ruolo che recitiamo abitualmente nella nostra vita, quello che Eric Berne, http://it.wikipedia.org/wiki/Eric_Berne padre dell’Analisi Transazionale, http://it.wikipedia.org/wiki/Analisi_transazionale definisce il nostro copione di vita. Poi, è importante “dirigere l’attenzione”, concentrandoci su ogni aspetto del problema, osservandolo da diverse prospettive, chiedendo ai partecipanti alla tecnica di passare da un focus ad un altro, diventando creativi, ottimismi, critici o analitici, semplicemente indossando un cappello differente e recitando una parte diversa ogni volta.

Ogni cappello è legato ad un tipo di pensiero e grazie al colore è facilmente collegabile ad una posizione percettiva.

tt1. Bianco: colore neutro, legati a fatti, informazioni e logica. Indossando questo cappello è utile immaginare di essere un computer e di analizzare freddamente la situazione, basandoti soltanto sui fatti di cui disponi, con obiettività e oggettività. Molto spesso i dati e le statistiche vengono presentati per soddisfare precise finalità e non hanno quel carattere oggettivo che sarebbe necessario. E’ importante evitare di pensare già ai risultati della nostra riflessione, concentrandoci, invece, sulla ricerca delle informazione, ad ampio raggio, perché maggiore sarà il numero delle informazioni, maggiore sarà il grado di purezza di queste (evitando cioè di interpretarle già in questa fase), e più elevato sarà il livello di utilità di questa fase della tecnica.

Possono far parte di questa categoria anche le credenze, cioè le informazioni non controllate: è fondamentale, in questo caso, che siano considerate come tali, prendendo da queste gli elementi utili, senza lasciarsi traviare dalle interpretazioni.

 

tt2. Rosso: emozioni, passioni, sensazioni. La chiave di interpretazione è costituita dalle sensazioni che si provano, senza cercare di spiegarle o catalogarle. E' importante ascoltare queste emozioni per sentire anche le più lievi e per esaltare le intuizioni, le impressioni, le vibrazioni collegate. Il cappello rosso è l’opposto di quello bianco, cioè dell’informazione neutra ed oggettiva, distaccata. Nel processo decisionale, le emozioni giocano un ruolo preponderante ed influenzano le nostre scelte in modo decisivo, per questo è importante riservare loro il giusto spazio, concentrandosi sulle sensazioni, per comprendere quanto queste incidano nel nostro processo di pensiero e di apprendimento.

Indossando questo cappello diamo libero sfogo alle intuizioni, ai presentimenti, a quegli aspetti percettivi basati sulle sensazioni o sulle esperienze passate.

 

tt3. Nero: la logica negativa, il giudizio critico. In questo caso si pensa a tutte le cose che potrebbero non funzionare ed evitare così il successo del progetto. Ci si concentra su tutti gli inconvenienti, i problemi, i possibili eventi sfavorevoli. Si individuano gli errori e le cose da non fare: è un tipo di pensiero critico, ma non pessimista, in quanto questa è una sensazione, un emozione da valutare con il cappello rosso.

“Chi indossa i cappello nero”, ci dice De Bono, “individua ciò che è falso, scorretto o sbagliato. Mette in luce ciò che è in disaccordo con l’esperienza ed il sapere comune. Spiega perché una cosa non potrà funzionare, addita i rischi e i pericoli, indica le lacune di un progetto, mette in evidenza errori di procedura e di metodo nello svolgimento del pensiero”. Con il cappello nero, inoltre, è possibile “proiettare l’idea nel futuro e valutarne le possibilità di errore o fallimento”.

 

tt4. Giallo: colore del sole e della positività, dell'ottimismo, della speranza. I n questa fase si attua un pensiero costruttivo, che si concentra sui benefici, i vantaggi, le opportunità, che possono essere generate. È l’opposto del cappello nero e riguarda gli aspetti propositivi di un progetto o di un’idea, “cerca e valuta guadagni e benefici,… offre suggerimenti e proposte concrete,… è connesso alla fattività e alla realizzabilità, il suo obiettivo è l’efficienza”.

 

tt5. Verde: indica la nascita di nuove idee e lo sviluppo del pensiero creativo. Il verde si collega alla natura, alla nascita e alla fertilità, delle vita come delle idee. In questa fase si ricercano le alternative e le opportunità possibili. Per utilizzare al meglio le potenzialità di questo cappello, è importante uscire dagli schemi mentali abituali, cambiando posizione percettiva, oppure uscendo a fare una passeggiata, prendendosi delle pause, svolgendo attività piacevoli come ascoltare la musica. Con il cappello verde si percorrono le vie del pensiero laterale per “generare concezioni e percezioni nuove”.

 

tt6. Blu: si riferisce al controllo al controllo, al monitoraggio.

E’, come afferma lo stesso De Bono, il cappello del "direttore d'orchestra". Questo è il momento in cui si mettono insieme le idee e tutto quanto prodotto con gli altri cappelli, per sviluppare un progetto, integrando tutti gli spunti venuti alla luce. Con il cappello blu “si definiscono i problemi e si formulano le domande, si decidono i compiti che il pensiero deve assolvere”; ed inoltre, si “appianano le controversie, si realizza il quadro complessivo, le conclusioni”

Il mio invito è quindi di sperimentare la tecnica, da soli, all’inizio, per esplorarne le potenzialità e le criticità ed una volta che presa la giusta confidenza, si potrà procedere con un gruppo di lavoro per trovare un’idea o una soluzione, nel corso di una riunione per valutare un progetto. Sperimentate e scrivete alla redazione così potremo consigliarvi e condividere con voi le nostre esperienze.

 

 

Simone Piperno: si occupa di formazione e di coaching perché la condivisione delle conoscenze e la crescita personale costituiscono il suo interesse più profondo e la sua passione nel lavoro. Pubblicato il primo libro, con F. Angeli, intitolato "Coaching Creativo. Tecniche per la crescita, l'innovazione, il cambiamento personale ed aziendale", con Maria Rita Parsi e Massimo Del Monte. Il Coaching Creativo ha come obiettivo lo sviluppo e il miglioramento delle capacità creative nelle persone e nei gruppi, attraverso una metodologia e delle tecniche originali e con l'integrazione delle tecniche classiche per lo sviluppo del pensiero creativo, come potete vedere sul suo blog: http://simonepiperno.blogspot.com/ e sul sito: http://www. coachingcreativo.com