Numero 62 Registrazione al tribunale di Roma N° 3/2004 del 14/01/2004

Leadership

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di Piero Ponti Sgargi

 



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Nell’esercizio della leadership, l’arte di crescere le persone rappresenta un fattore decisivo. Un leader deve saper costruire un gruppo di collaboratori in grado di parlare con una voce sola e di accompagnare le parole con azioni credibili. Il ruolo di un leader moderno è quello di ricercare, sviluppare e impiegare costantemente le potenzialità dei singoli collaboratori nei diversi contesti lavorativi. Un leader deve riuscire a trasformare un rapporto esclusivamente tecnico in una relazione dinamica capace di coinvolgere emotivamente le persone per modificare il loro atteggiamento mentale. La funzione primaria di un leader è quella di convertire le demotivanti tecniche lavorative in motivanti performance creative.

Gli atteggiamenti mentali, e la motivazione in particolare modo, sono determinanti affinché ogni collaboratore decida di mettere a disposizione dell’impresa le proprie capacità e il proprio impegno in modo costruttivo. E’ soltanto grazie alla vivacità intellettuale che le persone possono creare solidi legami e gettare le basi di un processo di creazione di ricchezza. Ogni persona deve essere messa in condizione di potere creare valore.

Un individuo deve cominciare a lavorare sulle relazioni interpersonali dal momento in cui si rende conto che potrà diventare un futuro leader, e non quando questa eventualità si sarà ormai verificata. Una volta assunto un ruolo direttivo, sarà ormai troppo tardi per vivere una propedeutica esperienza formativa.

Per apprendere le competenze indispensabili alla leadership, un futuro leader deve dedicare gran parte del proprio tempo alla conoscenza dell’eterogenea moltitudine umana; più si impegnerà nei percorsi di studio delle diverse soggettività, meglio riuscirà a conoscere e a perfezionare se stesso.

Per un manager ogni decisione rappresenta una lezione per gli altri. Nel prendere decisioni spesso complicate, un leader deve fare affidamento su tutto quello che ha imparato nel corso della vita, deve possedere la forza di mettere continuamente in gioco la propria posizione.

In alcuni momenti bisogna sapere muovere i collaboratori in determinate direzioni precise per raggiungere gli obiettivi stabiliti. In queste situazioni, la leadership deve generare una comune comprensione culturale. Ogni cultura possiede un proprio linguaggio, e questa differenza espressiva rende impossibile la comunicazione interpersonale. L’apprendimento di un linguaggio condiviso, di un gergo comune, costituisce un momento decisivo del processo di comprensione di una cultura. I leader che non conoscono il linguaggio comune dei propri collaboratori non possono comunicare in modo efficace con essi, e senza un gergo incisivo non possono riuscire a motivare le persone.

Mantenere il contatto con i propri collaboratori significa anche trascorrere molto più tempo del consueto a imparare da loro.

Il management centrato sulla valorizzazione della performance può influire in modo positivo sulla produttività. Un leader deve sapere distruggere tutte quelle barriere che ostacolano la performance e la produttività. Un collaboratore, per riuscire a identificarsi con l’azienda, deve poterne comprendere gli obiettivi. L’unica maniera per rendere possibile questa identificazione con gli obiettivi dell’azienda, e il conseguente incremento della produttività individuale, è assicurarsi che i collaboratori comprendano le parole e le azioni del loro leader.

Un leader moderno deve guardare alla propria esperienza e ricercare nuovi percorsi di apprendimento. Prima di diventare  leader, deve imparare le tecniche della comunicazione e sviluppare un comportamento in sintonia con i propri valori. Soprattutto deve ascoltare ogni persona.

Invece di essere appagato dei risultati raggiunti, un leader deve essere sempre alla ricerca di nuove opportunità e di nuovi stimoli per migliorare le proprie capacità; deve imparare a mettersi nei panni dei collaboratori che compongono l’impresa, e comprendere che cosa li rende realmente operativi. Soprattutto deve impegnarsi a intraprendere un percorso di crescita personale più ampio e profondo.

La crescita personale non inizia con l’esercizio dell’autorità sugli altri, ma con l’essere al servizio degli altri. Una leadership priva del necessario contatto umano diventa un semplice esempio astratto delle situazioni concrete, incapace di far presa sulle vite e sulle aspirazioni dei propri collaboratori.

Gli individui diventano leader grazie al loro incessante auto-perfezionamento. La crescita e lo sviluppo della leadership si realizzano nel corso di questo costante impegno. Un manager deve sapere raggiungere un’idea fuori di lui, mettendosi al servizio degli altri: attraverso questo servizio, conosce se stesso.

 

 

 

Piero Ponti Sgargi: dal 2000 lavoro nell'educazione manageriale come docente, consulente, formatore e narratore d'impresa. Dal 1986 lavoro nel teatro di ricerca come direttore artistico, regista, attore, autore, docente.
 
Specialties Teatro di impresa.Comunicazione di impresa. Spettacoli. Eventi. Convention. Presentazioni. Reading. Video internet/intranet. Digital Storytelling. Presentation Design. Experiential Learning.


Educazione Manageriale: immaginazione, intuito, percezione, intelligenze multiple, etica, leadership, identità, visione, strategia, sensemaking, comportamenti, intelligenza emotiva, cambiamento. Psicologia di Marketing e Comunicazione.

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