Numero 62 Registrazione al tribunale di Roma N° 3/2004 del 14/01/2004

Comunicare secondo natura
la comunicazione one to one

tt

di Franco Marmello

 


Cosa fare quando l'interlocutore ci sfugge?
Ecco ciò che occorre sapere per trattare con persone scostanti, mentalmente lontane da noi...

  • Raggiungere il loro altrove - Cari comunicatori, ecco un tipo di interlocutore che ci sfugge: lo scostante. Non ci guarda negli occhi, sempre immerso in chissà quali pensieri. Osservando un collega, un collaboratore, un cliente, nostra moglie, nostro marito, i nostri figli; osservandoli e sentendoli lontani con il cuore e con la mente, spesso ci siamo chiesti: ma cosa pensa? Qualche volta abbiamo anche sbottato: vorrei  entrare nella tua testa per capire cosa passa...! Niente da fare! L'interlocutore scostante é caratterizzato da una chiara durezza che a volte ci annoia addirittura.

  • Questo tipo di partner ci annoia e ci delude - Perché non partecipa per niente al tentativo di farlo entrare nella nostra visione del problema, nelle cose che per lui e con lui vogliamo condividere. Arriviamo a sentirci inutili. Non perdiamoci d'animo, però. Una maggior conoscenza delle dinamiche del comportamento umano e la passione per temi culturali e organizzativi scelti per la nostra crescita, ci aiuteranno a raggiungere l'interlocutore in quell'altrove dove spesso si trova e a far si che si accorga di noi



ma come?


  • Facendo uso di pause mentre cerchiamo di interessarlo a qualche nostro discorso; pause interlocutorie accompagnate da uno sguardo interessato (il più possibile intelligente), quasi a chiamarlo verso di noi.

  • Usando strumenti culturali nuovi e adeguati; cioè linguaggi specifici e informazioni sugli eventi e i fenomeni che lo interessano particolarmente: cronaca, storia, tecnologia...

  • Evitando le ovvietà; l'interlocutore scostante é spesso particolarmente sensibile e un po' sofisticato; non dobbiamo perdere tempo con lui su punti troppo elementari del discorso.

  • Dimostrando interesse a qualsiasi (anche piccolo) segnale che ci invia con una frase, un'osservazione, un gesto.

  • Facendolo sentire al centro della nostra attenzione malgrado il suo atteggiamento. A volte siamo così presi dal parlare che quasi ci dimentichiamo di chi ci sta di fronte e delle sue dinamiche di ascolto. Una domanda giusta e puntuale può rappresentare la posologia adatta in questo senso. Se ben calibrate possono far parte  della "cura" analogie, testimonianze, storielle, aneddoti, riferimenti culturali e storici. E perché no, chiedere con la giusta e misurata autorevolezza al nostro interlocutore di spiegare meglio ciò che intende dire, per cercare noi di capire?. Sono tentativi, cari comunicatori; ma vale la pena di farli.

    • I registi siamo noi - I nostri interlocutori a volte sono scostanti fuori, ma teneri dentro; proprio come noi quando vediamo un bel film o leggiamo una bella storia e ci apriamo ai sentimenti. Tutte le persone del mondo sentono a volte il bisogno di aprirsi,  e in un momento di particolare sensibilità possono incontrare registi concorrenti che offrono loro parti apparentemente  affascinanti, capaci di farli sentire protagonisti oggi, ma che non permetteranno loro di uscire in cartellone domani sul palcoscenico del progresso. Intanto noi li avremo persi...

     

    CIAK SI GIRA
    I REGISTI SIAMO NOI

     


Franco Marmello: Membro AIF Associazione Italiana Formatori, Responsabile Italia “Bottega del Cambiamento”, Giornalista, scrittore. Il progetto bottega si rivolge all'Uomo Nuovo in Azienda: una risorsa consapevole della complessità organizzativa provocata dal fenomeno del cambiamento, consapevole di dover crescere in modo meno empirico rispetto al passato, sia sul piano professionale che sul piano umano. www.bottegadelcambiamento.it