Numero 66 Registrazione al tribunale di Roma N° 3/2004 del 14/01/2004

L’iniziativa Global Compact

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di Vincenzo Porcasi

 

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Dal tempo della rivoluzione francese e di quella delle tredici colonie inglesi sono passati secoli, ideologicamente sembrerebbero millenni. Le due rivoluzioni affondavano le loro radici sul concetto di individuo, piccolo proprietario, capace di farsi Dio, nel suo campo o nella sua azienda obbligando gli stati e la loro burocrazia a proteggerlo contro tutto e tutti anche se del caso con la guerra.

Anche l’economia della proprietà collettiva obbediva alle stesse leggi, attraverso il sistema del centralismo democratico.

Poi è venuta la guerra di liberazione dal colonialismo e con ciò è emersa la necessità di tutelare i diritti umani e di conseguenza anche il diritto alla qualità della vita da sviluppare in un ecosistema coerente con le nuove priorità espresse dalla persona umana, in quanto tale dovunque esistente. L’armonia della globalizzazione, non è più l’azienda produttrice che fissa le regole bensì la societas umana che definito il bene ne richiede l’applicazione alle imprese e agli stati.

L’economia collettiva aveva elaborato delle prassi di dialogo sociale che tendevano a realizzare la tutela dei diritti attraverso l’offerta dei servizi, ma la fine di tale economia, tranne il caso del modello Renano, ha travolto lo strumento del dialogo sociale, determinando la nascita della responsabilità sociale dell’impresa sul piano del capitalismo finanziario legittimo.

Contemporaneamente lo stesso concetto di capitalismo finanziario ha prodotto anche capitalismo a vocazione di illegittimità, dall’insider trading, al contrabbando, alla compravendita di armi, di organi, di droghe di ogni tipo, di medicine inutili o scadute.

Da ciò la nascita di una immensa ricchezza fiscalmente indifferente, che ha portato alla formazione delle bolle e poi al tracollo totale, mentre la produzione dei beni immateriali fa sempre più aggio sui beni reali.

Nuove regole sono di continuo rinviate, mentre il contrasto alle ricchezze di diversa origine illegittima attuato attraverso l’attività antiriciclaggio avanza lentamente completandosi con la normativa sulle Controlled Foreign Companies e quella anticorruzione.

Da un punto di vista occidentale le attuali guerre in Libia, in Iraq, in Afganistan e alla pirateria Somala fanno parte di un tale armamentario contro i gestori del capitalismo oscuro.

Tuttavia, la primavera araba e contestualmente discesa in piazza degli indignados a Madrid come a New York, a Tel Aviv come a Damasco e a Sana, ci mostra il fallimento del modello proposto. 

La piccola proprietà sostituita dalle transnazionali o multinazionali capaci di bucare gli ordinamenti giuridici e quelli finanziarie in particolare. Le nuove regole anche scolastiche non determinano nuova occupazione ma domandano nuova partecipazione alla gestione della cosa pubblica.

Nel 2001 la CE, nel Libro Verde affermava che la RSI o CSR contiene l’integrazione su base volontaria – questo è il limite – da parte delle imprese delle preoccupazioni sociali ed ideologiche nelle loro operazioni commerciali e nei loro rapporti con le parti interessate.

Ma già nel 1999 a Davos, Kofi Annan ha chiesto alla Comunità Economica Internazionale di appoggiare e di partecipare al Global Compact, fondato su un certo numero di principi condivisi riguardanti i diritti umani, il lavoro, l’ambiente e la lotta alla corruzione in ogni sua forma, il C.D. Tripple Bottom Line Approach.

E’ chiaramente uno strumento di soft law senza il vincolo della coercizione e pertanto insufficiente nelle attuali circostanza speciali, occorrono ancora nuove regole e un efficiente strumento di controllo sulle funzioni dei movimenti di capitale soprattutto in caso di beni immateriali, per dare vita a forme di partecipazione onnicratiche alla gestione della cosa pubblica e di strumenti privti di produzione orientati positivamente allo sviluppo della Business Ethics, secondo il modello, enunciato anche nella Caritas in Veritate di Benedetto XVI.

 

 

Vincenzo Porcasi: commercialista, anni 65. Laureato in Giurisprudenza e in Scienze Politiche, specializzato in questioni di internazionalizzazione di impresa, organizzazione aziendale, Marketing globale e territoriale. Autore di numerosi saggi monografici e articoli, commissionati, fra l’altro dal C.N.R.-Consiglio Nazionale delle Ricerche e dal Ministero del Lavoro. Incarichi di docenza con l’Università “LUISS”, con l’Università di Cassino, con l’Università di Urbino, con l’Università di Bologna, con la Sapienza di Roma, con l’Università di Trieste, e con quella di Palermo nonché dell’UNISU di Roma. E’ ispettore per il Ministero dello Sviluppo economico. Già GOA presso il Tribunale di Gorizia, nonché già Giudice Tributario presso la Commissione Regionale dell’Emilia Romagna.