Numero 71 Registrazione al tribunale di Roma N° 3/2004 del 14/01/2004

Comunicare secondo natura
la comunicazione one to one

di Franco Marmello

 

Come comportarsi con gli interlocutori obiettori-polemici?
(spesso insopportabili perché sarcastici, ostili, ostinati)

occorre trovare dei canali di comunicazione adatti
perché anche con loro dobbiamo essere in grado di negoziare

 

Valorizzare l’altro - La tipologia di interlocutore che abbiamo analizzato nel N. 70 della nostra bellissima rivista (grazie Barbara per averla fatta sempre così bella) è stata quella dei silenziosi. Non spingiamoli tanto a parlare -abbiamo detto- quanto a riflettere; guardiamoli negli occhi e nell’anima, anche noi in silenzio, se serve... (un bel tacer non fu mai scritto).

Ma quanti tipi di interlocutori ci sono a questo mondo?
Tante teste, tante idee... Purché la diversità di vedute e i comportamenti arricchiscano l’ambito sociale in cui ognuno si muove.

Che i nostri interlocutori riescano a interagire in modo utile e prezioso con noi e con il resto del gruppo sociale e di lavoro di cui fanno parte è un obiettivo a cui non possiamo rinunciare se vogliamo imparare a con-vincere la gente che ci interessa. La capacità di interagire con gli altri è lo strumento che dobbiamo conquistare, coinvolgendo in questa corsa all’eccellenza comunicativa il più alto numero di persone interessate.

Valutiamo questa dinamica di valorizzazione dell’altro come uno sforzo che vale la pena di compiere, come un tentativo che deve essere esercitato a prescindere dai variegati comportamenti e caratteri degli altri. Qualcuno, attraverso una battuta cinica ma bonaria, afferma: il mondo è bello perché avariato. Parlando seriamente, persone difficili spesso diventano nel mondo veicoli d’azione sociale di grande respiro. Ogni difetto può diventare pregio, poiché all’inizio della vita le manifestazioni caratteriali evidenti (vale anche per noi, naturalmente) sono soltanto caratteristiche, peculiarità del comportamento che ognuno deve imparare (e dovrebbe essere aiutato in questo senso) a far crescere in positivo; oltre che in se stesso, negli altri.

Foto di Matias Guerra

Interlocutori polemici, dunque... - Durante una conferenza sul tema della valorizzazione dell’altro, un Leader d’Impresa esclama all’improvviso, rivolgendosi al relatore con goffa veemenza controllata malissimo: -Ma quello che lei racconta vale anche per la gestione di un collaboratore obiettore polemico?!- Il relatore gli risponde, ovviamente, di si. Condividiamo, perché anche con gli obiettori polemici dobbiamo essere in grado di cooperare nella vita. Questi insopportabili che incontriamo nel nostro cammino (per strada, sul lavoro, alla riunione di condominio, nella scuola frequentata dai nostri figli, all’ospedale dove purtroppo è ricoverato un parente, nelle varie riunioni a cui partecipiamo nell’intento di dare il nostro contributo; perfino tra le mura familiari) sono stati un tempo bambini. Chissà se a casa e a scuola -al tempo- qualcuno li ha aiutati a registrare e a limare questa loro caratteristica?

Gli obiettori polemici sono facili da riconoscere, a loro piace far polemica per il gusto di farla.
In verità, se guardiamo in profondità, questa loro attitudine è dovuta a un senso di inadeguatezza che li tormenta e li rende sarcastici, ostili, cocciuti.

 

Cosa fare?

° Intanto evitiamo di trascinarli in polemica
Parliamo di una questione per volta, ogni inserto esterno al discorso - anche se complementare li invita a  nozze per l’obiezione del momento.

° Evitiamo battute e discussioni
  Potrebbero causare controversie dispersive.

° Citiamo fatti e non opinioni
Se i nostri interlocutori obiettori polemici vogliono parlare di qualcosa di specifico, lo dicano chiaramente; con intelligenza cercheremo di essere chiari con loro, come loro lo sapranno essere con noi.

° Mai essere inconcludenti
Con gli obiettori polemici sarebbe come entrare nel castello si Dracula a mezzanotte con il collo scoperto.

° Facciamo spesso delle pause mentre parliamo e guardiamoli bene in faccia
Magari sorridendo sotto i baffi, per comunicare simpaticamente che sappiamo da quale piede zoppicano, dove casca l’asino; che conosciamo il nostro pollo, sempre con rispetto,  per carità, ma con determinazione:  l’amore sociale non è sopportazione, ma confronto sincero per il bene comune.

° Diamo aiuto ai nostri interlocutori obiettori polemici
Cerchiamo di ottenere con autorevolezza la loro piena attenzione, senza confondere -però-  l’autorevolezza (detto e stra-detto ma raramente applicato) con l’autorità inutile e dannosa (sul lavoro come in famiglia) a cui troppe volte si fa ricorso senza successo (ma perché insistiamo?)

° Mettiamo enfasi su qualche particolare
Qualcosa del discorso che pensiamo possa avere effetto bloccante su di loro (gli obiettori polemici), un argomento che li affascini e li paralizzi per qualche secondo, per dare modo a noi di raccogliere le forze e proseguire il dibattito.

° Onesti intellettualmente nell’esposizione dei fatti e delle ipotesi
I nostri interlocutori obiettori polemici devono avere stima di noi per riuscire a calmierare la loro naturale aggressività. Evitare argomenti scomodi per noi o, peggio ancora, essere deliberatamente disonesti nell’affrontarli alla fine si ritorcerebbe contro di noi, anche se temporaneamente potrebbe sembrarci di convincerli.

° Facciamo loro dei piccoli complimenti sinceri
   Diamo a Cesare quello che è di Cesare (come si dice).
Diamo quindi ragione ai nostri interlocutori obiettori polemici quando oggettivamente ce l’hanno (anche se spesso ci stimolano, invece, tremenda vendetta). Con questa tipologia di interlocutori, nel confronto di ogni giorno, occorre essere almeno inizialmente d’accordo: Questo è giusto, tuttavia...

 

Impariamo a tollerarli un po’ di più
questi interlocutori insopportabili

  L’abbiamo già detto da queste pagine
nessuno è perfetto, neppure noi

 

Franco Marmello: Membro AIF Associazione Italiana Formatori, Responsabile Italia “Bottega del Cambiamento”, Giornalista, scrittore. Il progetto bottega si rivolge all'Uomo Nuovo in Azienda: una risorsa consapevole della complessità organizzativa provocata dal fenomeno del cambiamento, consapevole di dover crescere in modo meno empirico rispetto al passato, sia sul piano professionale che sul piano umano.

www.bottegadelcambiamento.it