Numero 71 Registrazione al tribunale di Roma N° 3/2004 del 14/01/2004

La crisi economica nel mondo del calcio

Gli sceicchi "giocano" con il pallone


di Simone Ippoliti

 

La crisi mondiale che ha colpito i Paesi più industrializzati della Terra, non ha risparmiato nemmeno il mondo del pallone. I maggiori campionati europei come quello italiano, tedesco, spagnolo ora devono fare i conti con i magnati sauditi. Interessati poco alle sorti delle società di cui sono i Presidenti, il loro unico intento è quello di rompere l’equilibrio di un mercato, che fino a qualche anno fa aveva trovato una propria identità. Numeri alla mano, nessuno è in grado di competere con le cifre e  i milioni di euro che ogni giorno destabilizzano il calciomercato.
E’ come se fossero venuti da un altro pianeta, con la possibilità di stampare banconote all’infinito: gli uomini con il turbante sono i nuovi padroni del calcio. Prima era stato il momento dei russi, su tutti Roman Abramovich quando prelevò il Chelsea, portandolo ai massimi livelli della sua storia calcistica. Ora è il turno del Paris Saint Germain.
Non bisogna essere dei patiti del calcio per capire l’enorme impatto che gli sceicchi hanno avuto sul nostro sistema: offrono e comprano, con loro è impossibile confrontarsi. Come se fosse un videogioco, creano un all stars di giocatori di ottimo livello, prelevati dai maggiori campionati europei. Nonostante tutto però, questa grande mobilità economica degli sceicchi, ha dato una mano alle casse delle società italiane e a quelle europee. Basti pensare, che solamente lo sceicco del Paris Saint German Tamim bin Hamad al-Thani nelle ultime due stagioni, ha speso nel nostro campionato ben 177, 5 milioni di euro prelevando 9 campioni.
Del resto, è il concetto della coperta corta: si risanano i bilanci, ma per farlo bisogna cedere i talenti (quelli già affermati come Thiago Silva e Ibrahimovic e quelli in ascesa come Verratti), facendo diminuire però lo spessore tecnico e di conseguenza l’interesse per la nostra serie A.

Foto di Matias Guerra


E proprio per rimanere in Francia, qualche polemica è sorta in relazione al contratto del neo acquisto svedese. Infatti, Ibrahimovic diviene il calciatore più pagato della storia del campionato francese e guadagnerà circa 90 volte di più rispetto al Presidente Hollande (stipendio lordo annuo di 178,920 €).
Ma questa non è una situazione momentanea infatti, come affermato da Nasser Al-Khelaïfi braccio destro dello sceicco del Qatar, l’intento sarà quello di spendere una media di 100 milioni di euro per i prossimi 5/6 anni, monopolizzando in un certo senso il mercato tagliando fuori anche le blasonate Real Madrid e Barcellona, considerate tra le due società più abbienti di Europa.
Infatti, anche nella liga spagnola, c’è il fenomeno Malaga. Prelevato due anni fa dall’emiro del Qatar Abdullah Bin Nassar Al-Thani (fratello del Presidente del Paris Saint Germain), la squadra spagnola, non di certo passata alla storia per i suoi successi sportivi, nelle ultime due stagioni grazie agli investimenti fatti ha conquistato un quarto posto nel campionato.
Ma qualcosa sta andando storto. Si presume che lo stesso sceicco del Qatar, sia in un certo senso appagato del risultato ottenuto e anche un po’ disinteressato delle sorti della società che ha deciso di chiudere i  cordoni della borsa (a ribadire il fatto che per loro il mondo del pallone è visto come un puro giocattolo).
La notizia ancor più sorprendente però è che il plurimiliardario, sta tenendo a secco i propri giocatori, che non ricevono lo stipendio da circa 3 mesi, situazione che ha smosso gli animi dei calciatori che hanno l’intento di trascinarlo in tribunale.
Ma che succede con il fairplay finanziario dettato da Platini? Per rinfrescarci la memoria, l’attuale Presidente dell’Uefa vuole controllare le finanze di ogni club. Nel triennio 2013-15 il passivo delle varie società di calcio non dovrà superare i 45 milioni di euro, in quello seguente i 30 milioni di euro, fino ad arrivare al perfetto equilibrio delle casse. Per far maggior chiarezza e per rimarcare il rischio di eventuali penalizzazioni per i club troppo spendaccioni, basti prendere in esempio la gestione del club inglese Manchester City, campione di Inghilterra dopo 40 anni dall’ultimo successo e riportato allo splendore dagli investimenti dello sceicco Mansour bin Zayed al-Nahyan. La società infatti, spende più di quanto ricavi: nell’ultima stagione sono state registrate entrate per 175 milioni di euro, ma delle uscite superiori localizzate sui 199 milioni di euro.
Un altro dato che ci fa intendere al meglio la “potenza” economica dei paesi arabi, è l’organizzazione dei mondiali del 2022. Per la prima volta infatti il Paese organizzerà la più importante manifestazione internazionale calcistica. Un primato non da poco.

Del resto, l’intento negli ultimi anni era stato chiaro: quello di espandere e dare la possibilità ai “nuovi” di ospitare un grande evento. Come è stato per Polonia e Ucraina negli ultimi Europei e per il Sud Africa nel Mondiale del 2010, anche il Qatar avrà la sua occasione. Un altro pezzo di storia è stato scritto.

 

Simone Ippoliti: giornalista laureato in Scienze Politiche. Una lunga esperienza nel mondo della comunicazione radiofonica nelle vesti di conduttore e inviato in emittenti sportive. Collaboratore anche per giornali e riviste di carta stampata. Apparizioni televisive in canali locali e gestore di un blog personale: http://oculusweb.tumblr.com/
Inoltre, coautore di un canale youtube con video/interviste effettuate e montate personalmente: http://www.youtube.com/user/simoradio100?feature=mhee