Numero 71 Registrazione al tribunale di Roma N° 3/2004 del 14/01/2004

COOP-CITY, Bronx, Queens e melting pot

di Laura del Vecchio

 

Coop-city, una città nella città, ai limiti estremi del Bronx, a Nord-Est di Manhattan, rappresenta uno dei più impressionanti esempi d’insediamento abitativo su base cooperativa al mondo. Oltre 15.000 appartamenti in 35 torri e una popolazione di oltre 55.000 residenti. Per diventare socio e vedersi assegnare un appartamento, è necessario avere la fedina penale pulita, acquistare una quota compresa tra i 13.000 e 19.000 dollari e dimostrare un reddito annuo compreso tra un minimo di 23.000 dollari e un massimo di 140.000 dollari. Ogni mese ogni socio versa una somma per le spese correnti (elettricità, acqua, gas, portierato, parcheggio, lavanderia, manutenzione, sicurezza) che va tra i 600 e i 1300 dollari, a seconda della superficie dell’appartamento. Da quando ha aperto le porte ai primi residenti nel 1968, non ha mai cessato di funzionare nonostante le alterne vicende di un’amministrazione non sempre trasparente.  Coop City è oggi amministrata da un consiglio di amministrazione di 15 membri che non percepiscono alcuna retribuzione ma sono essi stessi residenti ed eletti tra i soci. Oltre 1000 persone lavorano al funzionamento della Cooperativa e una trentina solo in amministrazione. Vanta inoltre un proprio corpo di polizia, il CCPD (Coop-City Police Department).

Si sarebbe tentati di pensare che un tale contesto abitativo possa costituire anche un esempio di integrazione etnica, una sorta di melting pot in scala ridotta. E invece no. La popolazione di colore è dominante con un’assoluta maggioranza (55%) di afroamericani, a cui si sommano gli ispanici (25%) e, dal 1990, una sparuta minoranza  di razza bianca (a stento il 20%), principalmente proveniente  dall’ex Unione Sovietica. 

Si potrebbe dedurre che si tratti di un’eccezione. E invece no. Non serve un’analisi approfondita della popolazione newyorkese per rendersi conto che l’intero territorio della grande mela è essenzialmente spartito tra nove comunità tra loro assolutamente distinte per origini e cultura: afroamericani, africani e caraibici, portoricani, italiani, indiani, domenicani, cinesi, irlandesi, russi e tedeschi.

Il concetto di melting pot ha fatto il suo tempo, ma mi chiedo se anche  il concetto di multi-culturalismo non sia superato: a Coop-City ho passato un’intera giornata senza mai incontrare un cinese mentre il quartiere del Queens ospita il 40 % degli asiatici di tutta New York, il 20% dei quali non parla inglese.

http://en.wikipedia.org/wiki/Co-op_City,_Bronx

Foto di Matias Guerra

 

 

Laura Del Vecchio: Due lauree, Giurisprudenza con tesi in Economia a Roma e Commercio Internazionale a Le Havre; due specializzazioni, in Economia dei mercati asiatici e in Comunicazione; due esperienze “in azienda” come export manager per Fiat Auto Japan e per Danone; due esperienze “di penna” al quotidiano economico “Nikkei” e all’ISESAO della Bocconi: un “saper scrivere e far di conto” che ha finito per trovare buon uso all’Istituto nazionale per il Commercio Estero. Nata il 13 settembre del 1968: da poco compiuti…. due volte vent’anni