In omaggio a Don Leopoldo Urrutia (1849- 1936)Presidente della Corte Suprema del Cile nel 1896

 

 

Il 20 maggio 2015 è stato presentato in un Convegno celebrato nella sala Zuccari del Senato della Repubblica, il meritometro 2015.

Gli Organizzatori, fra cui spicca l’ottimo Giorgio Neglia, nell’impostare il meritometro affermano: ”L’Italia è un Paese che ha bisogno di investire per diffondere la cultura del merito, indispensabile per recuperare competitività sullo scenario internazionale “.

 

La Corte Costituzionale, con puntuale, ma ormai rara qualità, nei giorni scorsi, ha saputo assumersi la responsabilità di dichiarare il merito necessario da riconoscere ai pensionati INPS di ogni ordine che hanno versato i loro contributi per ogni tempo di onorato servizio, acquisendo infine il diritto ad una retribuzione differita che non costituisce privilegio ma il giusto riconoscimento ad un tempo finale di  impegno umano e sociale, congruamente e puntualmente aggiornabile al costo della vita, atto a consentire un nuovo diverso impegno che diviene anche e spesso un volontariato che si esplica a favore della famiglia, del quartiere o del sestiere, della città, del paese, dello scibile umano, come nel caso dei “business angels” o/e dei membri dell’United Nations Volunteers che, con l’ausilio di una modesta “lump sum” – un volontario deve dimostrare di esserlo anche materialmente sul campo –portano la loro conoscenza, esperienza e capacità professionale maturata nei più diversi settori nei vari paesi e nelle varie realtà istituzionali cola esistenti e per le Nazioni Unite meritevoli di tutela.

La Corte Costituzionale che ha visto succedersi nel corso della Sua esistenza veri padri della patria da Ambrosini a Mortati, a Sandulli, passando poi per Gallo, Mattarella (il cui Padre Bernardo ebbe il grandissimo merito di riportare l’Italia nel consorzio delle genti attraverso il varo della riforma valutaria che consentì il ritorno alla convertibilità della lira, con il superamento del vincolo, inter alia, delle varie stanze di compensazione  nate dalla sconfitta subita e consentendo così anche di partecipare realmente e propositivamente alla nascita delle tre Comunità Europee), Tesauro,  Saulle (finalmente una grande Donna che ha servito tanto il Paese anche nel contesto delle Nazioni Unite e della tutela dei diritti umani).

La decisione della Corte fa giustizia nei confronti del “giovanilismo” di maniera tanto conclamato ed acclamato nel tempo recente da vari Organi dello Stato come quando rifiutano di dare applicazione, in funzione discriminante dell’età – contravvenendo espressamente a normativa dell’Unione Europea recepita dall’Italia con apposita legge- all’articolo 42 sexies comma a) dell’Ordinamento Giudiziario.

 

E’ un po’ come la questione che oppose i critici del tempo Brahms ad Anton Bruckner, il modesto provinciale che con la sua ottava sinfonia, maestosa e mistica elevava nell’Iperuranio l’andare per note, ricostituendo con il suo testo l’armonia dell’Universo, come notato fra gli altri da Gustav Mahler; così il volontario in pensione non avrebbe diritto al merito nel nostro Paese perché vecchio e inutile.

E’ l’atteggiamento etico che portò i comandanti presenti  a Tirana al pranzo presso la Calotta Germanica  l’8 settembre del 1943 a correre e raggiungere l’aeroporto per rientrare a Roma con l’ultimo aereo disponibile, lasciando i propri subordinati sul campo.

Certo un piccolo maggiore della Guardia di Finanza, già alfiere al suo corso, poi Generale Luigi Sechi, ebbe poi il coraggio di raggruppare le truppe di vario ordine rimaste (circa 800 uomini) e di tentare di rientrare in Italia a piedi via Jugoslavia. Poi dopo tre scontri con i partigiani titini ed uno con i nuovi nemici tedeschi, arrendersi e tornare in Italia solo nell’agosto del 1945 dopo un lungo e generoso soggiorno nel campo di Biedla Podlaska, per trovare di ritorno in Italia la figlia Rosalia , morta di stenti,  perché alla famiglia di un prigioniero non spettava la paga.

Egli rimase su fino a quella data perché avendo giurato fedeltà al Re d’Italia non poteva tradire il proprio giuramento, per rientrare prima , accettando di servire nella Repubblica di Salò e poi perché essendo in quel campo di concentramento il più alto in grado non poteva lasciarlo prima che fossero rimpatriati tutti gli altri commilitoni sopravvissuti.

Non deve, pertanto e poi , stupire se l’Italia “giovanilista” di oggi nei pubblici concorsi si scorda di riconoscere il tempo del servizio di leva obbligatorio già prestato come anno di servizio nella P.A. nello specifico settore oggetto del concorso, al singolo candidato dimenticando quanto previsto da una legge degli anni ’90.

Sarebbe come per un Ebreo, per un siciliano e per un tedesco dimenticare l’esistenza del Concilio di Hagenau e dell’Editto di Hagenau e per gli stessi considerare come priva di valore culturale la cittadina di Gorlitz nella Germania Sassone.

Don Leopoldo Urrutia, Quinta Penaflor, Cile