Cari genitori, è piaciuta la poesia della stanza dei giochi ai vostri figli?

Se gliela avete fatta leggere e loro l’hanno appena guardata con sufficienza non spaventatevi, in realtà non sono così cinici. 

Prendiamo esempio da noi: non sempre  la commozione traspare, ma quando qualcosa ci tocca resta nell’anima PER SEMPRE.

Tutti abbiamo nella mente e nel cuore informazioni tenerissime, ricordi che riguardano la nostra antica famiglia, per esempio: episodi che al tempo non abbiamo riconosciuto fino in fondo: per immaturità, per timidezza, per stupida superbia adolescenziale. Queste informazioni oggi, mentre il tempo passa, a volte ci tornano in mente e diventano utili: spesso ringrazio con il cuore i miei genitori per essere andati avanti a dialogare con me anche quando fingevo noia e fastidio. Pertanto sia stretta dentro la nostra mano quella parte di guida spirituale dei nostri figli che ci spetta come famiglia.

L’ultima tipologia di figli che abbiamo analizzato nei dettagli é quella dei silenziosi.

Non spingiamoli tanto a parlare quanto a riflettere.

Guardiamoli negli occhi e nell’anima in silenzio anche noi se serve.

Un bel tacer non fu mai scritto…

Ma quanti tipi di figli ci sono a questo mondo?

Tante teste, tante idee; purché le diversità di vedute e di comportamento arricchiscano la parte di mondo in cui ognuno di noi si muove. 

Che i nostri figli possano diventare preziosi per il loro mondo di riferimento mentre crescono é un obiettivo che noi genitori dobbiamo -senza ombra di dubbio- ritenere irrinunciabile. La capacità di interagire con gli altri é lo strumento che noi dobbiamo aiutarli a conquistare, a prescindere dal loro carattere; strumento che potrebbe diventare, il veicolo d’azione sociale più tangibile. Ogni difetto dei nostri figli può diventare pregio, poiché all’inizio della vita è soltanto una caratteristica che noi genitori dobbiamo aiutare a crescere in positivo. Una signora mi ha detto una sera (facevamo in conferenza, appunto, questa ipotesi della caratteristica che può diventare pregio anziché difetto); mi ha detto: ma quello che lei dice vale anche per un figlio obiettore-polemico? Ho dovuto e voluto rispondergli di si, perché anche questi sono figli: gli obiettori-polemici che incontriamo sul nostro cammino (per strada, sul lavoro, alla riunione di condominio, nella scuola dove vanno i nostri figli, all’ospedale dove purtroppo é ricoverato un parente, nelle varie riunioni a cui partecipiamo nell’intento di dare il nostro contributo sociale. Questi “insopportabili” (come li abbiamo spesso definiti) che ci fanno perdere tanto tempo, sono e – soprattutto sono stati figli di qualcuno. Chissà se a casa e a scuola, quando erano piccoli, qualcuno li ha veramente aiutati a registrare e a limare questa loro caratteristica che più tardi nella vita li avrebbe resi insopportabili a noi?

Anche da piccoli gli obiettori-polemici si riconoscono: a loro piace far polemica per il gusto di farla (ma da chi avranno preso?)

In verità, se guardiamo in profondo questa loro attitudine é dovuta a un senso di inadeguatezza che li tormenta. 

Spesso sono sarcastici, ostili, cocciuti; delle volte te li mangeresti (perché sono anche simpatici) e delle volte ti penti di non averlo fatto (mangiarli intendo).

Che si fa?!

 

 

Intanto (diciamolo anche agli altri della famiglia) evitiamo di trascinarli in polemica, parliamo con loro di una questione per volta; ogni inserto esterno al discorso anche se complementare, li invita a nozze per l’obiezione di turno. Evitiamo battute e discussioni che potrebbero causare controversie; citiamo fatti e non esibiamo opinioni. Se i nostri figli obiettori-polemici vogliono parlare di qualcosa di specifico allora lo dicano chiaramente (bisogna saperli anche combattere) e noi cercheremo di essere chiari con loro come loro lo saranno con noi.

Non dobbiamo essere inconcludenti con i figli obiettori-polemici: sarebbe come entrare nel castello di Dracula a mezzanotte con il collo scoperto.

Facciamo spesso delle pause mentre parliamo con loro e guardiamoli bene in faccia, magari sorridendo sotto i baffi (le mamme si aggiustino).

E’ per comunicare che sappiamo da quale piede zoppicano, dove casca l’asino; comunicare che conosciamo il nostro “pollo”; sempre con rispetto per carità, ma con determinazione. L’amore non è sopportazione, bensì confronto sincero per il bene comune. Diamo aiuto ai nostri figli obiettori-polemici cercando di ottenere con autorevolezza la loro piena attenzione. Non confondiamo l’autorevolezza con l’autorità inutile e dannosa specialmente nei rapporti d’affetto a cui già troppe volte abbiamo fatto ricorso senza successo..

Mettiamo l’enfasi su qualche particolare del discorso che pensiamo possa avere qualche effetto bloccante su di loro: un argomento che li affascini e li “paralizzi “per qualche secondo, per dar modo a noi di raccogliere le forze e proseguire nel dibattito.

Siamo onesti intellettualmente nell’esposizione dei fatti e delle ipotesi; i nostri figli obiettori polemici devono avere stima nei loro genitori per riuscire a calmierare la loro naturale aggressività. Evitare argomenti “scomodi” per noi o, peggio ancora, essere deliberatamente disonesti nell’affrontarli alla fine si ritorcerà contro. Anche se temporaneamente, con la nostra evoluzione generazionale saremmo in grado di convincerli e di fregarli. Facciamo loro dei pcs (piccoli complimenti sinceri), diamo a  Cesare e ai nostri figli la ragione quando ce l’hanno (anche se sono tendenzialmente obiettori polemici e ci stimolano la vendetta). Con questa tipologia di figli nel confronto familiare di ogni giorno occorre essere (almeno inizialmente) d’accordo: “questo è giusto, tuttavia…”

E impariamo a tollerarli un po’ di più questi figli obiettori-polemici.

Lo abbiamo già detto nessuno é perfetto, neppure i nostri figli.

Una goccia di miele nel cuore di un uomo rappresenta la via maestra che ci condurrà al suo cervello rendendolo sgombro da resistenze e paure… (Abramo Lincoln).

Preparatevi…

Fra qualche giorno parleremo dei figli trascinatori.

A presto…

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