La “Scapilata” di Leonardo da Vinci

 

Scrivere per Caos Management vuol dire per me tornare alla bellezza dei primi anni di lavoro, in cui, guidato dall’ing. Monti e da Barbara Herreros, insieme a tanti colleghi di valore, dei quali cito per tutti Alessandro Monti e Loredana Pungitore, ho appreso tanto e soprattutto, ho avuto il grande privilegio di osare qualcosa di nuovo, di rompere gli schemi e anche, di sbagliare, perché avevo accanto chi sapeva guidarmi, di sperimentare, in sintesi, “l’arte del lavoro”, un modo sottile e profondo di far crescere le persone; mentre molti consulenti ti … rubano l’orologio e poi ti dicono che ore sono…., come mi diceva l’ing. Monti, loro hanno saputo praticare internamente quello che consigliavano ad imprenditori e manager.

Scusate l’inizio sdolcinato, ma questo numero è anche una celebrazione dei 20 anni dalla nascita di questa rivista, che ho avuto il piacere di contribuire a fondare.

 

In quegli anni abbiamo sperimentato la gamification, ben prima che diventasse una “giusta” moda, e condiviso con i nostri clienti che il processo creativo è strettamente connesso all’apprendimento: per integrare nuove competenze al proprio modo di lavorare, occorre, aprire nuove strade al pensiero e all’azione, sperimentare, condividere il senso, lo scopo, la visione del lavoro con gli altri.

Oggi l’arte, che sia pittura, scultura, musica, fotografia, moda, cinema… costituisce una fase importante del Coaching Creativo, la metodologia che utilizzo per i miei interventi formativi.

Per aprire un intervento di coaching, formazione o team work, in modo coinvolgente e rendere proattivi e partecipi i partecipanti, la metafora artistica è molto potente, perché fa in modo che le persone siano protagoniste dirette del risveglio delle proprie risorse creative.

L’area delle emozioni è strettamente legata a quella dell’apprendimento, ci insegnano le neuroscienze (citando un altro caro collega, il prof. Vincenzo Russo Direttore del BrainLab dell’Università IULM per le neuroscienze e il neuromanagement), e cosa può emozionarci di più dell’arte resa viva e reale dalle persone che la praticano anche senza essere artisti?

È importante attivare le risorse di quella parte profonda, legata alla creatività, ai bisogni, all’intuito, quella che gli analisti transazionali chiamano, “il piccolo professore” o il “bambino libero”, per facilitare la creazione del clima giusto per l’apprendimento collaborativo; ciò può avvenire quando le persone comprendono qualcosa di nuovo a livello cognitivo e scoprono, insieme, qualcosa che incide sul loro benessere lavorativo, sulla qualità dei risultati e delle relazioni, in sintesi, sulla Bellezza Organizzativa.

 

Arte è creare nuova vita nella bellezza ripete sempre una delle persone con cui collaboro spesso, Gerardo Lo Russo, ex direttore dell’Accademia di Belle Arti di Roma, docente e scultore.

Con lui e altri partner artistici e creativi, perseguiamo la Bellezza Organizzativa, che per noi vuol dire rendere le persone capaci di attivare le proprie risorse creative, la proattività, la collaborazione, le connessioni che rendono possibile innovare il modo di lavorare.

Questo può rendere il modo di lavorare sano, costruttivo ed orientato sia ai valori che l’azienda vuole stimolare, sia, e soprattutto ai bisogni delle persone, che siano colleghi o clienti.