Sono fiero di essere europeo!
Gli europei si sentono intellettualmente superiori agli altri popoli, quantomeno dell’emisfero occidentale e, in buona sostanza, almeno a giudicare dalla storia spesso lo sono stati. Dai tempi dell’Impero Romano in poi abbiamo esportato in tutto il mondo il diritto, l’economia ed il modello sociale. Negli ultimi 500 anni abbiamo conquistato, prima colonizzato e poi intrecciato rapporti di partnership con molti paesi del mondo (tutto il continente americano, l’Australia, l’India solo per citare i maggiori). In tutti questi Paesi e continenti oggi sono in vigore principi giuridici, contabili, economici e modelli sociali che traggono le loro radici in Europa.
Eppure oggi la supremazia intellettuale europea rischia di essere cancellata dalle autocrazie e dittature che invadono il mondo.

In questa fase storica si stanno affermando Paesi e regimi che nulla hanno a che fare con i principi ed i valori europei, anche nella nazione che detiene il maggior potere economico e militare mondiale ovvero gli Stati Uniti d’America. A ben vedere i protagonisti sulla scena mondiale di oggi ovvero gli Stati Uniti, la Cina, la Russia, l’India, Iran, Israele, i Brics sono accumunati da valori diversi e distanti da quelli europei.
Accentramento dei poteri, in molti casi dittature formali, in altri dittature di fatto, autocrazie stanno determinando i destini del mondo. Sono spesso regimi che limitano fortemente le libertà individuali, che controllano la stampa e la magistratura, in certi casi anche la religione che diventa di Stato (Russia).
Paesi, regimi e dittatori per i quali è difficile attribuire un’etica tout court, e senz’altro non un’etica di radice europea. Nelle guerre in corso in Ucraina o nella Striscia di Gaza quali valori guidano i guerreggianti? Quali obiettivi e limiti si prefiggono? Qual è la linea di confine tra l’appartenere al genere umano ed il regno animale?

Per tornare all’Occidente stiamo assistendo ad un evento nuovo, straordinario ed inatteso, ovvero all’allontanamento dai principi e valori fondanti della civiltà occidentale da parte degli USA. Il disimpegno dai principali tavoli ed organizzazioni internazionali (Onu, Oms, clima), l’imposizione, de facto, dei dazi a livello mondiale secondo una metodologia a dir poco discutibile, l’avallo degli interventi israeliani a Gaza contrari ad ogni limite e principio umanitario, il disimpegno dall’aiuto ad un Paese sovrano barbaramente invaso quale l’Ucraina, sono tutte azioni contrarie ai valori della civiltà occidentale che, ricordiamo, si basano sulla libertà ma anche la sussidiarietà, sulla difesa dei più deboli, sulla giustizia e sulla fraternità tra i popoli e, declinando in politica, sulla diplomazia, sulla pace e sul rifiuto della guerra.

Questo ha provocato un terremoto in Occidente ed ha allontanato gli Usa dal resto del mondo occidentale (non solo dall’Europa ma anche dal Canada, dall’Australia). A fatica gli europei stanno cercando di mantenere un rapporto con gli Usa, ma sono gli americani che hanno assaltato Capitol Hill, sono gli americani che hanno eletto un Presidente che ha concesso la grazia a coloro che hanno assaltato Capitol Hill e sono sempre gli americani che vogliono il disimpegno degli Usa dall’Ucraina. Posizioni molto distanti ed opposte a quelle dei popoli europei. Non sono più i fratelli, cugini, parenti che si sono mobilitati per liberarci dalla tirannia nel ‘900.
Cari americani di oggi non vi riconosciamo più. Siete usciti liberamente e deliberatamente dai valori che contraddistinguono l’Occidente e non appartenete più alla nostra comunità.

Per quanto riguarda il resto del mondo assistiamo ad un interventismo militare della Russia che riporta indietro di 80 anni le lancette della storia con motivazioni assolutamente ingiustificabili e ingiustificate; ad un interventismo militare di Israele nei confronti dei Palestinesi che hanno superato ogni limite etico riguardo alla pur legittima risposta all’attentato del 7 ottobre 2024 e a una pericolosa (per l’Occidente beninteso) quanto attenta regia della Cina che con l’aggregazione dei Brics vuole creare un’alternativa al  sistema di governance mondiale.

Insomma mala tempora currunt e, di questi tempi, sono fiero di affermare la mia appartenenza all’Europa.
Si perché nello scenario descritto l’Europa è l’unico attore (frammentato, scoordinato, spesso inefficiente ed inefficace) che tiene la barra dritta sui valori occidentali. E’ l’unico attore che privilegia la diplomazia alla guerra, che esprime le democrazie più compiute (pur nelle difficoltà che conosciamo), che difende i diritti civili, dei lavoratori, delle minoranze (a volte anche troppo), dei più deboli e bisognosi. Che mitiga il capitalismo con il welfare (sempre meno, ma gli altri stanno peggio).
Certo non dobbiamo scambiare la supremazia intellettuale con il pacifismo tout court. Crediamo nella libertà e nell’autodeterminazione dei popoli e difenderemo e aiuteremo sempre i popoli oppressi o aggrediti, ma per non essere a nostra volta aggrediti siamo consapevoli di dover difendere la nostra libertà a tutti i costi. Occorrerebbe che oggi l’Europa dicesse chiaro e forte al mondo che faremo tutto ciò che serve per difendere i popoli aggrediti.
Whatever it takes! Chiaro e forte!
Evviva l’Europa dunque!

Ma per passare dai valori all’affermazione degli stessi sulla scena mondiale ce ne corre e allora cosa ci manca?
Cosa dobbiamo fare per passare dai principi all’azione sullo scacchiere internazionale?
Gli europei devono capire che siamo entrati in una fase nuova della storia. Che la seconda guerra mondiale è finita e con essa i privilegi dei vincitori e i doveri dei vinti.
Che sono apparsi sulla scena mondiale attori che per dimensione demografica, economica, in alcuni casi anche militare e per modello politico (accentramento dei poteri con conseguente facilità e rapidità delle decisioni) vogliono affermare il proprio ruolo e in alcuni casi la loro egemonia su altri.
L’unica strada percorribile dunque per gli europei è quella di mettere da parte i nazionalismi, cementare sulla base dei valori che sono già comuni (da secoli sono comuni, alcuni sono comuni da 2mila anni) istituzioni che parlino con una sola lingua, fondare un modello di governance europeo efficace ed efficiente, cedendo sovranità nazionali in nome di una sovranità europea che possa contrastare gli altri attori in gioco e riaffermare, come fatto negli ultimi 500 anni, la propria supremazia intellettuale nei fatti e non più a parole.

Un po’ di coraggio non guasterebbe. Di fronte allo sfacelo al quale stiamo assistendo i più saggi prendano in mano la situazione. Coraggio!