Spesso ho l’impressione che molti confondano il concetto di democrazia con quello di anarchia e mi sento in dovere di delineare e precisare i contenuti dei due concetti per rispettarne le notevoli differenze.

 

La DEMOCRAZIA viene definita come una “Forma di governo in cui il potere viene esercitato dal popolo, tramite rappresentanti liberamente eletti “

 

L’ANARCHIA viene definita come una “Dottrina sociale e politica che propugna l’abolizione dell’autorità costituita e accentrata, nonché di ogni forma di costrizione esterna”.

 

Ora, ai più tali definizioni possono sembrare teoriche e prive di concretezza o conseguenza operativa nella vita di tutti i giorni ma vi posso assicurare che invece sono fondamentali e provocano differenze enormi proprio nella vita quotidiana di ognuno di noi, motivo per cui sarebbe bene insegnare e declinare a scuola, fin dalle prime classi, tutti i contenuti e significati che stanno dentro i due concetti. Proverò a farlo in maniera molto semplice e non esaustiva per tutti coloro che avranno la voglia di riprendere tali concetti e magari spiegarli ai propri figli.

 

Partendo, sinteticamente, da lontano, ricordiamo che l’essere umano è un animale sociale e, come tale, tende a vivere insieme ad altri esseri umani. Ricordiamo anche che qualsiasi comunità, religiosa, civile, militare, per sopravvivere necessita di regole alle quali tutti i componenti si devono attenere. Nel mondo queste regole oggi sono rappresentate dalle norme, a vario titolo scritte (leggi, regolamenti, etc.). Queste norme nei paesi democratici sono il frutto degli organi istituzionali preposti alla loro redazione (il parlamento nelle democrazie parlamentari, ovvero da parte dei rappresentanti liberamente eletti dal popolo), nei paesi non democratici sono spesso il frutto dei voleri dei dittatori, di fatto, al potere. Ma una cosa è certa, in tutti i Paesi (in quanto comunità di individui) ci sono norme, regole da rispettare per far funzionare la vita di tutti i giorni di ogni persona.

 

La base della democrazia è quindi la presenza di regole, scritte da rappresentanti liberamente eletti dal popolo, che servono a far funzionare la vita di ognuno di noi.

 

Per quanto riguarda l’anarchia  cominciamo con il rilevare che è una dottrina (sociale e politica) e NON una forma di governo. Quindi, come tale non è deputata a regolamentare la vita di una collettività, anzi propugna l’abolizione dell’autorità costituita e accentrata, nonché di ogni forma di costrizione esterna. Rifiuta quindi ogni fonte di regolamentazione ed ogni forma di controllo.

 

La base dell’anarchia è quindi il rifiuto di ogni fonte e di ogni regola che serve a far funzionare la vita di ognuno di noi.

 

Chiarito tutto ciò, veniamo alla vita di tutti i giorni. Sono sotto gli occhi di tutti i comportamenti sociali di molte persone (non di tutte fortunatamente, ma di molte, altrimenti non avrei sentito il bisogno di scrivere questo articolo). Accade spesso per esempio di vedere file fatte a pettine ai semafori piuttosto che davanti ai negozi, ai botteghini. Accade spesso di vedere persone che gettano il pacchetto di sigarette dal finestrino dell’auto o, peggio, il materasso o la lavatrice in strada. Accade spesso di vedere auto non fermarsi per far passare i pedoni sulle strisce pedonali. Accade di vedere persone che si accalcano per vedere un attore o un’attrice famosa, ovvero per festeggiare una squadra di calcio contravvenendo alle regole anti Covid 19. E’ poi costume diffuso quello di saltare procedure standard perché conosciamo qualcuno all’interno di un’organizzazione (una visita all’ospedale, un certificato al comune, un permesso in ufficio). E’ costume diffuso quello di cercare di pagare di meno qualsiasi cosa (le tasse, un prodotto, un servizio) ovvero di accaparrarsi un incarico, un progetto, una commessa, attivando per fare ciò conoscenze personali, irrituali, non standard, a volte illecite (corruzione di pubblico ufficiale, concussione, malversazione).

 

E potrei continuare all’infinito, ma di tutti questi comportamenti, al di là della gravità o del rilievo penale,  quello che vorrei evidenziare è che sono tutti comportamenti ANTIDEMOCRATICI perché contrari alle regole che CI SIAMO LIBERAMENTE DATI PER FAR FUNZIONARE LA NOSTRA COMUNITA’.

 

 

Riflettiamo quindi prima di agire sulle conseguenze che ogni nostro comportamento provoca nella vita quotidiana.

 

Formalmente siamo un Paese democratico ma  spesso abbiamo comportamenti anarchici.

 

Come comunità di persone abbiamo inoltre un’ altro obbligo civile, etico e morale. Ed è quello di non nuocere agli altri. La persona che salta la fila, che evade le tasse, che getta il materasso in strada, che fa assembramenti dovrebbe comprendere che così facendo nuoce agli altri.

 

Infine, sempre come comunità, ci corre l’obbligo di elevare questo concetto di comunità, di certificarlo tutti i giorni, di alimentarlo. Il rapporto tra la comunità e l’individuo che ne fa parte è come l’amore tra due persone, se non si alimenta quotidianamente prima si impoverisce, poi si inaridisce ed infine muore. Ebbene se riflettiamo sugli impatti che ogni nostro comportamento quotidiano ha sulla comunità  e lo faremo prima di gettare un pacchetto di sigarette dal finestrino dell’auto, o prima di saltare la file ad un negozio, o prima di attivare una conoscenza per accaparrarci un incarico o fare una visita medica, o prima di fare chiasso in orari notturni in un condominio, o prima di fare assembramenti forse (e dico forse) ci potrebbe venire in mente di non farlo o di modificare quel gesto per non arrecare danno agli altri individui che fanno parte, in quel momento di quella comunità di persone.

 

Ma sono anche conscio che molto dipende dalla cultura che ogni individuo, in quanto persona cresciuta in un determinato contesto possiede e la cultura, come diceva Schein è radicata, profonda, stabile e ci vuole molto tempo, molta energia ed intensità per modificarla.

 

Ecco perché se nell’immediato possiamo fare come per la pandemia (ovvero “cambiare le ruote in corsa”) nel medio lungo termine non c’è che un mezzo per far si che aumenti tra i nostri concittadini quel senso di comunità che ci occorre per far funzionare meglio la vita di tutti i giorni di ciascuno di noi: investire fortissimamente nei giovani, nella loro formazione e nella loro cultura.